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Wreckfest – Recensione | Spacchiamo tutto. Per Sparta.

Wreckfest è uno dei rari esempi di early access passato da mezzo disastro a prodotto finito di buona qualità. Nel corso dei più di 4 anni di sviluppo, a seguito dell’approvazione su Greenlight, il gioco ha subito innumerevoli cambiamenti anche piuttosto controversi e si è trovato a lungo in cattive acque. Fortunatamente gli sviluppatori, i Bugbear (che ricordiamo per Flatout 1 e 2), hanno saputo districarsi in mezzo al caos scoppiato tra gli utenti di Steam e, anche grazie al sostegno di THQ Nordic, sono usciti dall’accesso anticipato in modo più che convincente. Il perché lo vediamo subito.

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Data di uscita: 14/06/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, XBO
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: 54,99€

Potremmo definire Wreckfest un gioco di guida ma non gli renderemmo giustizia. L’appellativo di “simulatore di distruzione al volante” gli calza meglio e lo piazza senza indugi nel radar di tutti coloro che hanno apprezzato titoli come Destruction Derby o gli stessi Flatout. Le meccaniche, stunt con il pilota a parte, sono rimaste simili. Si gareggia principalmente in due modalità, una basata sugli scontri automobilistici con anche delle sottovariazioni e l’altra più classica sulle gare di velocità. In entrambi i casi i mezzi usati, non solo macchine ma tosaerba, trattori, autobus e così via, presentano un sistema molto dettagliato di danni.

I modelli sono soggetti a una distruttibilità accurata, non eccessivamente realistica ma tale da richiedere almeno un po’ di precisione nella guida. Per intenderci, piccoli urti con barriere e guard rail non comprometteranno la maneggevolezza della vettura, né speronare gli avversari ci penalizzerà più di tanto. Servirà però fare attenzione ad evitare fuori pista e rimanere coinvolti, da vittime, nei frequenti incidenti che avverranno ad ogni gara, visto l’impatto marcato di tali episodi su telaio e carrozzeria. Superare la soglia di danno critico significa essere eliminati dalla competizione o subire sostanziose penalità. Pilota avvisato, mezzo salvato.

Per quanto riguarda le meccaniche di guida vere e proprie, direi che si può parlare di un misto tra arcade e simulazione. La componente simulativa si denota dalla gestione semirealistica di fisica, freni, peso e grip sui vari tipi di asfalto, quella arcade dall’assenza di vari slider relativi ad ABS, controllo trazione, carburante, temperature e tanti altri fattori tra cui le condizioni climatiche. Pur essendo abbastanza accessibile restituisce comunque un ottimo feedback, è divertente e i comandi risultano precisi sia da controller che da tastiera. Buon compromesso se avete familiarità con simcade del calibro di Grid e Dirt.

Wreckfest – Video recensione

Di modalità ne troviamo 3, due offline e una online. C’è la carriera, divisa in categorie di expertise dalla difficoltà crescente dove si affrontano sfide di vario genere a bordo di veicoli di classi specifiche, ad esempio auto da corsa o da derby. C’è una modalità personalizzata in cui creare competizioni custom a piacimento, ideale per lo split screen in locale, e infine abbiamo il multiplayer in rete con server dedicati che ospitano fino a 24 giocatori. Niente da dire sul netcode, mentre qualche fastidio lo provocano i numerosi griefer che nelle gare di velocità scelgono bus e bobcat andando contromano unicamente per disturbare le partite altrui. Probabilmente dovrebbero esser presi dei provvedimenti; vedersi distrutti a partita appena iniziata non è proprio il massimo della vita. Infine desta un pizzico di preoccupazione l’ingente numero di server vuoti, dato un tantino allarmante se consideriamo che il gioco è appena stato lanciato dall’early access.

Nonostante ciò le partite si trovano e di contenuti ce ne sono a sufficienza. Una ventina di circuiti di discreta fattura (arene comprese), alternanti lo sterrato all’urbano, non proprio elaboratissimi e lunghi ma in ogni caso adatti allo stile del gioco. Altrettante vetture, ognuna dotata di caratteristiche e feeling diversi, da personalizzare in garage attraverso verniciature, upgrade meccanici ed estetici rigorosamente sbloccabili con il level up, visto il magnifico rifiuto dello sviluppatore delle odiose micro-transazioni, sempre più uno standard nei giochi di guida e non solo.

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Wreckfest può essere piuttosto casinista

Chiudiamo con il comparto tecnico. Il motore utilizzato da Wreckfest è sì esoso in termini di GPU ma, ai dettagli massimi, sfoggia un look da primo della classe. Texture, ombre e illuminazione al top, così come bloom e antialiasing, con un gradevolissimo effetto sharpening in grado di conferire la giusta definizione all’immagine. Sulla nostra GTX 1080 il tutto va liscio in Full HD e 144 fps con impercettibili rallentamenti e possiamo dirci soddisfatti dell’ottimizzazione. Peraltro la versione 2.0 dell’engine fisico promette spettacolo. Avendo provato la versione beta, possiamo già dirvi di esser rimasti piacevolmente sorpresi dalla precisione con cui le auto perdono pezzi in seguito agli urti. Ennesima dimostrazione del grande impegno profuso da Bugbear.

Consigliato

Wreckfest segna il ritorno ufficiale sulla scena dei giochi di guida casinisti alla Destruction Derby che negli ultimi tempi hanno purtroppo latitato. Il prodotto è consigliato vivamente ai nostalgici delle epoche PS1-PS2 e ai fan dei simcade in generale, tuttavia non escludo che anche chi non mastica pane e automobilismo possa sentirsi incline a provarlo, del resto si tratta di un titolo accessibile, solido e soprattutto divertente.

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