Lanciato da poco in accesso anticipato su Steam, Worlds Adrift è un MMO sandbox parecchio ambizioso dove praticamente tutto all’interno del mondo di gioco, a partire dal territorio, viene creato dagli stessi giocatori. Si tratta di un’idea senz’altro interessante sulla carta, specialmente per chi è cresciuto a pane e Ultima Online. In ogni caso, che ci crediate o meno, Worlds Adrift proviene dagli stessi sviluppatori di I am Bread e Surgeon Simulator. Bisogna dunque capire se in questo caso l’ambizione vada a scontrarsi con budget ed effettive capacità tecniche, considerando che si parla pur sempre di un titolo always online e dall’open world piuttosto ampio, per definizione difficile da gestire. Vediamo come si comporta alla prova dei fatti.
Appena entrati in game veniamo accolti da ben due editor. Uno, già disponibile in standalone, permette di creare mappe e renderle fruibili sui server. L’altro offre la classica personalizzazione, seppur ancora scarna, dell’alter ego. Finiti i preparativi spawniamo all’interno di una caverna in una locazione casuale, composta nella stragrande maggioranza dei casi da isole fluttuanti. Ognuna di queste isole è, appunto, creata e talora popolata dagli utenti. Ne segue che l’esperienza di gioco dipende quasi del tutto dalle abilità di editing e dal comportamento della community.
Worlds Adrift: Early Access Trailer
Il concept è intrigante ma i rischi di tale struttura sono limpidi. Infatti, dal momento che alla morte si perdono progressi e inventario, l’unione di PvP e PvE sugli stessi server diventa il primo motivo di frustrazione. Ma andiamo con ordine. In Worlds Adrift l’obiettivo principale consiste nell’esplorazione delle isole attraverso navi volanti, da costruire raccogliendo punti conoscenza attraverso la scannerizzazione di vari oggetti (processo lento e ripetitivo). In seguito si raccolgono materiali e si ha la possibilità di metterli insieme plasmando a piacimento il proprio velivolo. Idea, questa, che ricorda nell’esecuzione il compianto Robocraft e soddisferà sicuramente gli amanti del crafting.
Nessun problema fin qui, se non fosse che chiunque può rubare o distruggere la nostra nave e mandare a monte in un batter d’occhio ore e ore di progressi. Il griefing, che molti conosceranno grazie a Minecraft e simili, costituisce un enorme problema in Worlds Adrift. Basterebbe porre un freno ai giocatori indisciplinati separando, ad esempio, le istanze di PvP e PvE così da consentire una piacevole permanenza ai diversi tipi di utente senza svantaggiare quelli pacifici e di livello basso.
Worlds Adrift è ancora acerbo, ma le potenzialità ci sono
Sul gameplay vero e proprio ci limitiamo a dire che ha delle potenzialità, da ampliare nel corso dello sviluppo. I personaggi sono dotati di un comodo rampino retraibile capace di farli schizzare in aria come i soldati di Attack on Titan e possono inoltre utilizzare a mano o montare armi sulle navi. Le basi sembrano solide, da qui in poi serve un lavoro di approfondimento e rifinitura. Naturalmente, trattandosi di una versione beta iniziale, il comparto tecnico è ancora precario. Poligoni e animazioni risultano quindi oltremodo grezzi, in egual misura all’ottimizzazione carente anche su configurazioni di fascia alta.
A dispetto dei suoi problemi di gioventù, comunque, Worlds Adrift mostra spunti degni di nota. Se Bossa Studios saprà agire di concerto con la community e piantare i dovuti paletti dove necessario, siamo sicuri che il titolo riuscirà a fiorire attirando il pubblico che adesso, purtroppo, gli manca. Il nostro consiglio è quello di aspettare l’uscita dall’accesso anticipato e valutare la situazione sui server prima di procedere con l’acquisto. Al momento limitiamoci ad osservare attentamente il cantiere come un classico anziano con il cappello.