Eravamo certi che il successo del primo capitolo avrebbe portato a un sequel altrettanto riuscito, e infatti da qualche giorno Warhammer: Vermintide 2 spopola su Steam. Lo sviluppatore finlandese Fatshark è tornato alla carica costruendo su delle già solidissime fondamenta, con l’aggiunta di novità che colmano le poche ma evidenti lacune del prequel.
Ebbene, il trend positivo continua. Grazie all’esperienza e ai feedback dei giocatori, Vermintide 2 riesce ad essere più grande, più appagante e più ricco di atmosfera del predecessore. Come? Andiamo subito a scoprirlo nella nostra recensione.
Warhammer: Vermintide 2
Ai fan di Warhammer, storia e ambientazione di questo gioco dovrebbero risultare abbastanza familiari. Ci troviamo nell’End Times, mentre l’Impero di Sigmar è alle prese con l’alleanza tra Skaven e Chaos. Nello scorso capitolo ci eravamo occupati di liberare l’hinterland di Ubersreik dalla minaccia dei ratti. Adesso tocca a Helmgart e dintorni, flagellati dalla furia dei guerrieri del nord. Cinque gli eroi incaricati di portare a termine la missione: Bardin Goreksson, Kerillian, Victor Saltzpyre, Sienna Fuegonasus e Markus Kruber. Facendosi strada tra i pericoli delle lande ostili e innevate ai confini della Bretonnia, dovranno sconfiggere i generali nemici e distruggere i portali di cui si servono per riversare i propri eserciti sui territori dell’Impero. Una premessa tanto semplice quanto accattivante.
L’impalcatura meccanica non ha subito rivoluzioni ma di certo si notano dei netti passi in avanti. Anche qui i giocatori, in un team da 4, hanno l’obiettivo di giungere sani e salvi alla fine degli enormi livelli. Questi sono strutturati similmente a Left 4 Dead: sono lineari nonostante non manchino vie secondarie e oggetti da reperire, quali pozioni, kit medici, munizioni e artefatti.
Mentre si avanza salteranno fuori delle mini-quest obbligatorie per proseguire, ad esempio scortare un carico oppure distruggere una barricata. Niente paura perché la varietà delle missioni è aumentata a dismisura rispetto al passato. Ogni stage risulta ora ben diversificato dagli altri.
Abbiamo un totale di 13 livelli, alcuni inclusi di boss fight, che lasciano nel complesso davvero soddisfatti. Per accedervi basta recarsi nella sezione apposita del comodo hub. In alternativa sono presenti dei contratti che garantiscono laute ricompense e consistono più o meno nel remix di specifiche sezioni della campagna. Non so fino a che punto possano allungare la longevità del titolo (10 ore circa per finire le missioni principali) prima di stancare ma si tratta di certo di una new entry gradita.
Vermintide 2 esprime Warhammer in tutto il suo splendore
Durante le mie sessioni di prova ho notato con piacere come gli sviluppatori abbiano voluto evitare di tenere la mano agli utenti, mostrando segnali su schermo solo quando effettivamente necessario. L’ottimo level design riesce da solo a guidare il giocatore nella giusta direzione, e ciò è un bene. Le ambientazioni appaiono poi molto più estese e dettagliate rispetto al primo Vermintide, così come l’approfondimento sul lore e i dialoghi tra i personaggi. Si respira e si tocca con mano Warhammer in tutto e per tutto. I toni del gioco sono foschi, epici, sanguinolenti e ben si abbinano all’alto livello di sfida dell’esperienza, persino al grado Recluta. Fatshark è riuscita ancora una volta a creare un’esperienza immersiva, impegnativa e coinvolgente. L’impatto sarà notevole, specie sugli appassionati del franchise.
Parliamo ora di ciccia. Fluido e responsivo, il sistema di combattimento si fregia dell’apporto di nuove armi e abilità. Ogni personaggio ha a disposizione un’arma bianca primaria e una secondaria deputata agli attacchi a distanza, con munizioni limitate. Oltre al solito attacco caricato, alla schivata e alla parata completano il set due skill uniche, una attiva e una passiva, capaci di donare decisamente più sostanza a una formula comunque rodata. In battaglia forza bruta e strategia rivestono ruoli importanti allo stesso modo. Si potrà partire alla carica muniti di ascia e massacrare tutti i nemici su schermo, altrimenti rimanere sulle proprie e cecchinare in allegria. Ovviamente, visto che Sigmar non approva la codardia, ho scelto il buon Victor e, armato di stocco, mi sono dilettato nel pungolamento di teste e sederi pelosi. Non me ne sono affatto pentito.
Il gameplay offre tante possibilità
In ogni caso qualunque stile adottato dona feedback soddisfacenti, anche in base ad armi e abilità scelte. Sì, perché il sistema di personalizzazione degli eroi ha subito corpose modifiche improntate sulla varietà dell’esperienza offerta. Ora potremo scegliere ben 3 set di abilità per eroe, caratterizzati bene sia dal punto di vista meccanico sia estetico. C’è il Bardin vichingo concentrato sul melee, la Kerillian assassina munita di lancia e così via. Tra l’altro, sempre livellando, si accede al sistema di “carriera”, presentato da un albero delle abilità in stile Diablo da cui selezionare una serie di bonus attivi/passivi. Gli stili non obbligano all’utilizzo di armi specifiche ma forniscono soltanto le basi per una costruzione personale della build desiderata. Per dirla in soldoni le classi hanno acquisito una sostanziale flessibilità, che mancava nel predecessore.
Inoltre la forgia è stata arricchita, in modo tale da permettere una più approfondita gestione dell’equipaggiamento. Armi, talismani e altri ninnoli possono essere potenziati, modificati e fusi per craftarne di nuovi. Gradevole la possibilità di cambiare skin agli oggetti oltre che ai personaggi, tra l’altro in modo assolutamente gratuito a dispetto della prassi malata da micro transazioni cosmetiche dei tripla A (la A sta per avidi) odierni. A proposito, il sistema di progressione viene gestito dalle loot box. So che molti di voi staranno già vomitando sulla scrivania ma ci tengo a rassicurarvi: non c’è modo di acquistarle, si vincono alla fine della missione e i loro contenuti variano a seconda del punteggio ottenuto. È senza ombra di dubbio un miglioramento rispetto alla totale casualità del sistema di progressione del primo capitolo ma secondo noi era possibile trovare una soluzione meno -diciamo così- controversa.
L’impatto visivo del gioco è notevolissimo
Tornado a parlare di elementi positivi, ci tocca lodare il comparto tecnico. Vermintide 2 è di gran lunga il titolo dedicato a Warhammer con la miglior resa grafica e artistica di sempre. Sono strasicuro che anche chi sconosce del tutto l’universo di Games Workshop rimarrà incantato dai sublimi scenari di Helmgart e dalla cura risposta in ogni minimo dettaglio dallo studio finlandese. Avrò scattato almeno una trentina di screenshot e non ho intenzione di fermarmi. Seriamente, certi scorci spaccano proprio in due la mascella. Come se non bastasse il comparto sonoro è altrettanto sublime e, tra una soundtrack eccellente ed effetti sonori di altissima qualità, il godimento uditivo sarà assicurato. Degna anche l’ottimizzazione, con quasi nessun calo di framerate a dettagli massimi sulla mia GTX 1080 e una media di 100-110 fps persino nelle situazioni concitate. Peccato per qualche bug e crash di troppo, che siamo sicuri verranno patchati ma per il momento innervosiscono non poco.
L’ottimizzazione di Vermintide 2 è ottima
Warhammer: Vermintide 2 è una di quelle perle indipendenti che escono di rado diventando subito preda dei giocatori dal palato fino. Si tratta di un’esperienza estremamente piacevole e che crea assuefazione, in particolare se si ha modo di giocarci insieme a un team di amici in chat vocale. Ma poco importa se non li avete, tanto basta accedere al matchmaking online e in un paio di minuti sarete in game a tirare vangate sul muso di quegli sporchi Skaven e dei maledetti Chaos. Si capisce che mi è piaciuto? Immagino di sì. E intendo premiarlo, dal momento che lo considero un’esperienza imperdibile per chiunque apprezzi gli action cooperativi in prima persona sullo stile di Left 4 Dead, e non solo. È un titolo validissimo, costa meno di 30€ e non contiene tracce di micro transazioni. Quali migliori motivi per non lasciarselo scappare?
È vero che è tradotto molto male in Italiano?
Sì, infatti consiglio di giocarci in inglese con i sottotitoli finché non esce una patch correttiva. Gli sviluppatori hanno già annunciato che provvederanno a risolvere il problema.