Aspettavo Vane fin dalla sua prima presentazione ormai più di 4 anni fa. Le premesse erano intriganti: un titolo ideato da ex-sviluppatori del TeamICO e dei Guerrilla Studios che voleva porsi come un nuovo interprete dei giochi sullo stile di Journey o Flower, ricco di atmosfere dark e forte di un concept design originale. Purtroppo, fatti alla mano, il titolo non riesce a imporsi nell’attuale panorama videoludico. Come vedremo in questa recensione, nonostante sia dotato di una direzione artistica di primo livello, il titolo viene penalizzato da una realizzazione tecnica e da un impianto di gioco che purtroppo non si sono rivelati all’altezza.
Vane – Recensione
Data di uscita: 15/01/2019
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PS4
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €24.99
Il prologo di Vane pare promettente. Al comando del nostro personaggio, ci troviamo nel bel mezzo di un cataclisma che sta sconvolgendo l’ambiente circostante. Mentre fulmini e forti venti deturpano lo scenario di fronte ai nostri occhi, procediamo verso la torre che si scorge in lontananza. Sembriamo voler trovare un riparo per noi e per il misterioso oggetto che portiamo in braccio. Per i primi istanti, il rumore dei nostri passi ed il frastuono della tempesta saranno gli unici suoni che sentiremo. Non appena saremo nei pressi della torre una musica dal sapore elettronico anni ’80 incalzerà, creando un climax davvero efficace. Giunti finalmente all’ingresso della torre, incontreremo una figura incappucciata e misteriosa che ci impedirà di entrare e ci respingerà con il solo potere della sua voce. A questo punto l’inquadratura si allarga, mostrando il cataclisma colpire anche il nostro avatar mentre distrugge ogni elemento circostante alla torre.
Dopo questa parentesi iniziale, la scena cambia drasticamente: il giocatore si ritroverà al comando di un corvo, appollaiato su di un albero ormai morente situato in un ambiente desertico, solcato da un ampio canyon. Il nuovo scenario trasmette una sensazione di calma mista a vuota malinconia. Il cambio di ritmo e di atmosfera è a tratti spiazzante.
Ciò non sarebbe di per sé un problema se poi il gioco si sviluppasse in maniera interessante ed organica. Purtroppo questo non avviene.
Vane è ambizioso, forse un po’ troppo
Basteranno pochi minuti per scoprire che il gioco non si interesserà affatto del giocatore. Il mondo ci si presenterà sconfinato. Innalzandoci in volo, vagheremo per la landa desertica domandandoci perché ci troviamo lì e dove diamine dobbiamo dirigerci. Per i primi minuti la sensazione di libertà è affascinante. Il mondo di gioco è bello da vedere e sembra interessante. Purtroppo poco dopo subentrano noia e frustrazione dato che non c’è nessun indizio grafico o di interfaccia che suggerisca come procedere nell’avventura. Inoltre la gestione automatica dello zoom della telecamera è problematico e non facilita la navigazione, soprattutto se ci si incunea in spazi ristretti.
Peregrinando a destra e a manca finiremo per scorgere in lontananza un luccichio, unico elemento del mondo che sembra reagire alla nostra presenza. Seguendolo raggiungeremo il primo obbiettivo del gioco. Ci troveremo in una piccola oasi al centro della quale si trova una bandoliera. Un piccolo stormo di corvi svolazza nei dintorni. Scopriremo che per interagire con la banderuola dovremo chiamare a raccolta gli altri corvi e individuare così la nostra meta successiva, indicataci dalla direzione del vento. Da qui in avanti il gioco procede in maniera fin troppo ripetitiva e senza mordente. Si vaga da un punto all’altro dell’ambientazione, cercando di individuare il prossimo luccichio e risolvendo enigmi ambientali banali.
Il primo lampo di novità si verifica nel momento in cui scopriamo che il corvo può tramutarsi in essere umano quando entra in contatto con una speciale sostanza dorata. Il materiale dorato è inoltre in grado di alterare significativamente l’ambiente desertico, facendo emergere dal terreno rovine di un tempo passato. Seppure d’impatto, la genesi delle rovine ha un apporto molto ridotto ai fini del gameplay. Queste serviranno unicamente per aiutare il protagonista in forma umana a superare determinati ostacoli.
Vane è troppo dispersivo, poco chiaro nelle meccaniche e in generale noioso
Nel complesso la forma umana risulta essere più scomoda da usare rispetto alla controparte corvina. Questo a causa soprattutto della lentezza generale e della limitatezza delle interazioni ambientali che contraddistinguono le sezioni esplorative in forma umana. Inoltre il sistema di rilevamento delle collisioni è impreciso in molte circostanze, inficiando la qualità del gameplay.
Un altro difetto evidente è la gestione dei salvataggi. Il sistema è completamente automatizzato, per cui è impossibile decidere come e quando salvare la partita. Considerando che il gioco non è esente da bug e problemi tecnici che possono forzare il riavvio del gioco stesso, questo inconveniente è davvero seccante. Dato che i punti di salvataggio sono molto rari e non segnalati, non è inusuale dover rifare sezioni anche di 20-30 minuti.
Il titolo è suddiviso in 4 macro capitoli, per una durata complessiva di 4-5 ore. A fronte di un tempo di gioco così ridotto non nego di aver trovato, per assurdo, le varie sezioni che compongono i 4 capitoli troppo lunghe. Un sentore generale di noia e sopore ha pervaso l’intera esperienza, in netta contrapposizione con l’avvincente incipit.
Al tutto aggiungete una realizzazione tecnica altalenante. Frequenti sono i cali di frame-rate, anche su PS4 Pro, che non permettono al gioco di mantenere i 30 frame al secondo. Flickering e compenetrazioni poligonali spuntano qua e là, compromettendo l’impatto artistico offerto dal gioco. La palette cromatica è abbastanza limitata e la qualità delle texture è solo sufficiente.
Anche le animazioni sono altalenanti: ottime e curate quelle del corvo, soprattutto in fase di volo e atterraggio, più meccaniche e scheletriche quelle dell’avatar umano.
Il sonoro si assesta su buoni livelli. Le poche tracce elettroniche sono ben fatte, così come i vari suoni ambientali che ci accompagneranno per la maggior parte del gioco.
Da evitare
Purtroppo l’opera prima del neonato team Friend & Foe non riesce a convincere. Forse troppo ambizioso nelle intenzioni originali, Vane non offre un’esperienza fluida e coinvolgente. I problemi nella gestione dei salvataggi, i bug e la lentezza generale inficiano un’opera artisticamente molto valida, che cerca a suo modo di innovare e ribaltare alcune regole del gameplay moderno. Pur prendendo ispirazione dai capisaldi del genere, come Inside o Journey, non riesce a replicarne la forza narrativa e l’intrinseca bellezza e aura di mistero. Il risultato finale è deludente.
Pregi | Difetti |
|
|