Salvo rare eccezioni, oggi nel mondo dei videogame la difficoltà non è più qualcosa di organico e bilanciato. Nella maggior parte dei casi ci si ritrova davanti a giochi accessibili anche da un criceto, oppure da esperienze talmente brutali da provocare crisi isteriche con annesso lancio di controller. Il motivo è che, bisogna ammetterlo, la scienza del game design negli ultimi anni non ha visto necessariamente un’evoluzione in positivo, anzi la pigrizia ha preso il sopravvento. È più semplice puntare all’astruso e alla difficoltà “cheap” piuttosto che approfondire e stratificare le meccaniche in stile Nintendo. Ripeto, le eccezioni esistono ma sono, per l’appunto, rare. Nel caso di Vambrace: Cold Soul, purtroppo, non ci troviamo di fronte a un’eccezione. Vediamo perché nella nostra recensione.
Vambrace: Cold Soul – Recensione
Data di uscita: 27/05/2019
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, Xbox One, Switch
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €49.99
Sponsor: in offerta su Amazon
Ispirato chiaramente a Darkest Dungeon (forse anche troppo), Vambrace Cold Soul è un gioco di ruolo a turni in 2D che fa di narrativa e stile grafico i suoi cavalli di battaglia. Sulla storia possiamo dire che è stata di certo riposta una grandissima attenzione, e lo si nota già dai primi minuti in game. Una corposa introduzione ci presenta la protagonista Lyric e la città maledetta di Icenaire, coperta da un muro di ghiaccio impenetrabile. La ragazza scopre per caso di avere il potere di attraversare suddetta barriera e, spinta dal desiderio di rompere la maledizione e scoprire i segreti del manoscritto lasciatole dal padre scomparso, decide di partire all’avventura.
Nel corso del gioco ci troveremo di fronte a diversi momenti avvincenti e anche a qualche colpo di scena ben piazzato. Non ci sono scelte da fare né bivi di alcun tipo o finali multipli. Lore e trama, però, convincono senza riserve a fronte di una caratterizzazione di tutto rispetto. Il mondo di Vambrace pullula di personaggi interessanti e nasconde una miriade di segreti come vuole la tradizione nel genere ruolistico. Se siete quindi appassionati di titoli fortemente story-based, qui troverete pane per i vostri denti.
Vambrace: Cold Soul – Trailer di lancio
Parlando di combattimento ed esplorazione iniziamo invece a toccare i tasti dolenti. Escluso l’HUB cittadino nel quale si naviga con una prospettiva simile ai primi Final Fantasy, tutte le ambientazioni si sviluppano in scorrimento orizzontale. Ogni zona contiene trappole e mostri a gogò, con eventi casuali generati a intervalli più o meno regolari. Fin qui nessun problema, del resto si tratta di un sistema identico a quello di Darkest Dungeon. Il problema è che mentre lì avevamo una progressione tipica da roguelike con mappa su schermo e stanze procedurali dalla struttura lineare, qui non esistono indicazioni e le location sono a dir poco labirintiche.
Il risultato è dunque una notevole perdita di tempo nel prova e riprova per scovare la direzione giusta tra una porta e l’altra, con intanto gli incontri casuali e le trappole che provocano ingenti danni. Come se non bastasse in ogni area di Vambrace c’è un timer non proprio generoso al cui scadere si viene assaliti da una squadra di spettri decisamente forti. Avete presente i carcerieri nei Mementos di Persona 5? Simili a quelli ma più frequenti e fastidiosi. Di molto.
C’è la possibilità di usare delle skill ambientali per disattivare trappole, scassinare serrature e tanto altro ma le più importanti riguardano senz’altro gli accampamenti. Questi possono essere creati solo in determinate stanze e permettono alla squadra di rifocillarsi recuperando salute e debellando i malus permanenti, che fioccano come prezzemolo. Il problema più grave, tuttavia, sorge nel momento in cui si costringono i giocatori ad accamparsi per usare qualunque tipo di oggetto, dagli elisir per recuperare salute ai debuff. E badate bene che riposare causa una certa perdita di tempo, esponendoci alla minaccia degli spettri. Un po’ un cane che si morde la coda.
Vambrace Cold Soul si ispira fin troppo a Darkest Dungeon
Anche il combat system è preso di peso da Darkest Dungeon ma modificato abbastanza da divenire poco gratificante. Lotteremo in squadre da 4 con Lyric più 3 mercenari assoldati ad ogni missione, curiosamente non soggetti ad alcuna progressione: essenzialmente compagni usa e getta. Questo non aiuta né l’aspetto gestionale, né il senso di coinvolgimento dato dal rischio costante di perdere i propri personaggi preferiti in seguito alla permadeath.
Il combattimento vero e proprio si svolge a turni stabiliti dalla velocità dei membri dei due team. Funziona, anche se non c’è la profondità tattica che ci saremmo aspettati. Vambrace si limita a offrire 4 attacchi a personaggio suddivisi in basso, medio e lungo raggio, con l’ordine di schieramento che va a influire sul risultato dei singoli attacchi. Generalmente conviene schierare i tank davanti e il resto nelle retrovie in modo che non vengano esposti ai colpi nemici, spesso impietosi.
Di fatto non esiste una curva della difficoltà, in quanto già dalla prima missione verremo inesorabilmente brutalizzati senza possibilità di appello. L’unico modo per procedere è imparare a memoria i percorsi e sperare nella clemenza del dio dell’RNG. Si fatica persino a decifrare gli elementi dell’interfaccia, dato che quasi tutto viene espresso in simboli stile aramaico antico e i menù non contengono neanche uno straccio di spiegazione/tutorial. Spazio alla fantasia e all’improvvisazione, insomma, ma nel modo sbagliato.
Il comparto tecnico, di contro, è una gioia per gli occhi. Lo stile artistico illustrato a mano presenta un buon livello di dettaglio e un ottimo character design, soprattutto nei personaggi femminili. Essendo ambientato in un mondo invaso dalla neve, la gamma cromatica vira verso il blu e il risultato è tanto scenico quanto gradevole. Egregia anche la parte sonora, con delle tracce appropriate e incalzanti in ogni momento, dai più tesi ai più rilassati.
Accettabile
Se vi piacciono i giochi impossibili e avete un debole per lo stile di Darkest Dungeon, Vambrace: Cold Soul potrebbe solleticare il vostro palato. Ha una veste grafica gradevolissima, una storia cupa e interessante e nasconde un gran numero di segreti. Sfortunatamente il castello di carte crolla una volta presa in considerazione la parte meccanica e la filosofia di game design, basata su un livello di sfida proibitivo e fin troppo dipendente dalla casualità. Masochisti, dategli una chance. Tutti gli altri, aspettate saldi e update.
Pregi | Difetti |
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