The Lion’s Song è un’avventura interattiva (walking simulator, se volete) mascherata da avventura grafica, rilasciato su Steam con cadenza episodica. Ciascun episodio è autoconclusivo, ma è anche correlato ai precedenti, alcuni dei personaggi sono in comune e l’ambientazione è più o meno la stessa.
Come in ogni altro videogame di questo genere, ciò che conta è prima di tutto la storia e i contenuti proposti. Il prezzo è comunque abbastanza modesto, con il primo capitolo offerto in forma totalmente gratuita, e i successivi collocati a 4 euro.
Nonostante si tratti di una produzione indipendente, The Lion’s Song ha convinto numerosi utenti già in fase di accesso anticipato. Adesso è però tempo di valutare il pacchetto completo nella nostra recensione.
The Lion’s Song
Il gioco è composto da quattro episodi autoconclusivi ma in qualche modo collegati tra loro. La durata di ciascuno oscilla fra i 60 minuti e le due ore.
L’ambientazione è in tutti i casi la Vienna dei primi del ‘900, una città dove sembra convergere tutta la cultura e l’alta classe d’Europa. I designer hanno scelto di adottare uno stile grafico molto particolare, con colori tendenti al marrone chiaro che richiamano un tempo passato. Parliamo di una veste grafica bidimensionale, ricercata e squisitamente retro. E’ basata su più sfumature dello stesso colore, l’effetto finale è molto gradevole alla vista.
The Lion’s Song – Trailer di lancio
Vivremo le storie di quattro personaggi diversi che apparentemente non hanno molto da spartire. Nel primo caso si parlerà di una compositrice, del suo amore non corrisposto, della sua relazione con la musica e con la creatività. Il secondo episodio ci mette invece nei panni di un talentuoso pittore che cerca di trovare se stesso attraverso l’osservazione degli altri. Il terzo capitolo ci porta nell’elite intellettuale dell’epoca, osservata però dagli scomodi occhi di una donna. Per ultimo incontreremo un giornalista, con cui vedremo i tre personaggi precedenti da un’ottica molto diversa.
The Lion’s Song significa letteralmente La Canzone del Leone, un titolo emblematico che sintetizza perfettamente il contenuto del videogame. Ciascuno dei personaggi è in qualche modo sperduto, alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.
I dubbi e soprattutto le paure e caratterizzano ognuno di loro. C’è una lotta costante dove le potenzialità rischiano di venire soffocate da una realtà avversa. E’ il caso della compositrice che si ossessiona per un uomo che non ricambia il suo amore. Si sente costretta a creare una musica che in fondo in quel momento non sente, è atterrita dal giudizio, ha paura di deludere. Si sente schiacciata da una situazione esterna, ma anche soffocata da un sentimento a cui non riesce a dare sfogo. Forse ciò che cerca nell’amore può manifestarsi con la stessa potenza anche nella musica.
The Lion’s Song – Il rapporto con la solitudine e col silenzio
In questo senso la “Canzone del Leone” rappresenta il riscatto, l’affermazione di sé a dispetto di tutto. E’ la presa di posizione, il momento in cui troviamo il coraggio di ascoltare davvero noi stessi. Tante volte capita di scendere a compromessi, ci si nasconde dietro maschere che semplificano la vita. Fino al momento in cui si trova la forza di lasciarle cadere, quelle maschere.
Ogni capitolo ha una forte carica emotiva, nonostante le storie siano in effetti piuttosto diverse. The Lion’s Song osserva in pratica lo stesso tema, ma lo fa utilizzando soggetti e situazioni differenti. Ciò che ne emerge è un puzzle dove i pezzi avranno senso compiuto solo alla fine dell’ultimo capitolo. Questo può apparire inizialmente come una specie di sintesi, ma non è propriamente così. Eviteremo spoiler di alcun tipo, sappiate solo che c’è un grande invito alla riflessione. Se vi piacciono le avventure interattive sicuramente siete anche inclini a prodotti “impegnati” dal punto di vista contenutistico, apprezzerete senza dubbio.
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Interessante come le decisioni che prenderemo nel corso dei vari episodi abbiano delle ripercussioni anche sugli altri. Alla fine del gioco scopriremo dunque la sorte dei nostri protagonisti, che potrà essere positiva o meno. Questo invita naturalmente a rigiocare i capitoli che desideriamo modificare.
Il primo playthrough richiederà circa 6 ore, poi dipenderà da quanto vorrete cambiare le storie dei personaggi. Personalmente non ho sentito l’esigenza di tornare sui miei passi. Anche se non ho avuto sempre un lieto fine, i racconti sono risultati sempre coerenti e interessanti per motivi diversi. C’è una forte componente umana nella narrazione, non serve per forza un happy ending a mio parere.
The Lion’s Song – Il viaggio, metafora del nostro cammino
The Lion’s Song tratta temi interessanti e sa lasciare il segno nel lettore/giocatore. Il ritmo della narrazione non è sempre perfetto, alcuni personaggi avrebbero meritato un approfondimento maggiore. In generale c’è comunque una qualità elevata, è evidente che gli sviluppatori avessero ben chiari i concetti che desideravano comunicare.
La particolare veste grafica del videogame è ricercata, semplice e adatta sia al gioco su mobile che su configurazioni PC vetuste. C’è anche un accompagnamento sonoro puntuale, che sa sottolineare i momenti più importanti con interventi brevi ma decisi.
Chi è alla ricerca di un racconto dai temi maturi e piuttosto profondi dovrebbe provare assolutamente il primo episodio, proposto gratuitamente su Steam. Se è di vostro gradimento apprezzerete senza dubbio anche i capitoli successivi, proposti a un prezzo accettabilissimo e tutti su un livello qualitativo similare.