The Last of Us Online porta a nuovi, grossi licenziamenti

Dalle dichiarazioni del sempre prolifico Jason Schreier di Bloomberg apprendiamo qualche nuovo retroscena su The Last of Us Frontiers, lo spin off multiplayer online del gioco che faceva parte dei piani di Jim Ryan per dominare il mercato dei live service, e che avrebbe dovuto vedere la luce proprio su PS5. Schreier ha infatti partecipato ad un podcast con i ragazzi di Skillup, dove ha rivelato nuove informazioni sulla cancellazione del progetto. Secondo le sue parole, la cancellazione del progetto avrebbe portato anche al licenziamento di alcune personalità di spicco, probabilmente tra le fila dei produttori interni a Sony. In effetti Naughty Dog non ha mai comunicato il licenziamento di direttori o producer da quando il gioco è stato cancellato, ed è quindi ragionevole presumere che le teste cadute siano proprio in Sony.

La cancellazione di The Last of Us Online è arrivata dopo almeno quattro anni dall’inizio della lavorazione. Sempre secondo Schreier, Naughty Dog aveva impegnato nel progetto “alcune centinaia” di sviluppatori, lasciando quindi intendere che si trattasse di un progetto ad alto budget (possibilmente un tripla A, considerata l’importanza del brand). È quindi abbastanza chiaro che il danno per PlayStation sia stato a dir poco ingente, sia in termini economici che di semplici risorse, considerata la quantità di tempo e di individui sprecati nel progetto.

Nel video qui sotto approfondiamo la questione, sottolineando di nuovo quali e quanti siano i rischi del mercato dei tripla A ad altissimo budget, sia quando uno di questi progetti arriva sul mercato, sia ovviamente quando viene cancellato durante i lavori, come in questo caso.

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