Con SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech il versatile team di Image & Form Games ha deciso di mettersi alla prova con un nuovo tipo di gioco. Dopo le interpretazioni strategico e metroidvania della serie SteamWorld, con i rispettivi SteamWorld Heist e SteamWorld DIg, oggi il team ci propone la sua personale visione del genere RPG. E lo fa miscelando in maniera convincente elementi ruolistici e Deck Building. Il tutto accompagnato da una veste grafica davvero riuscita in un delizioso 2D, che mantiene intatto il caratteristico stile visivo dello sviluppatore.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech – Recensione
Data di uscita: 25/04/2019
Versione recensita: Switch
Disponibile su: Switch, PC
Lingua: Italiano, Inglese, Tedesco, Spagnolo, Francese, Giapponese, Russo
Prezzo di lancio: €24.99
Sponsor: in offerta su Amazon
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech è l’ultima opera della serie SteamWorld e la prima in salsa RPG. Il team svedese non è nuovo a cambi di genere tra un gioco e l’altro. Partiti dal piccolo SteamWorld: Tower Defense come titolo DSiWare, oggi ci propongono un gioco sulla falsariga di Slay The Spire.
Il genere RPG miscelato al Deck Building sembra godere attualmente di una rilevanza non indifferente. Non è quindi strano vedere diversi sviluppatori tentare di proporne la propria visione. Fortunatamente i ragazzi di Image & Form Games sono riusciti nell’impresa di confezionare un’altra volta un titolo davvero ben riuscito e consistente con gli alti standard qualitativi dei titoli precedenti.
Lo stile visivo, il caratteristico humor, l’attenzione ai particolari e il gameplay curato sono preservati anche in quest’opera, che farà felici sicuramente i fan di questo brand. Ottenere un’alchimia vincente miscelando i due generi non è per nulla semplice. Bilanciamento, diversificazione, personalizzazione delle carte e delle tattiche di combattimento sono componenti fondamentali per ottenere un gameplay interessante e non ripetitivo. Da questo punto di vista, gli sviluppatori possono considerarsi soddisfatti del risultato ottenuto.
Il sistema di combattimento di SteamWorld Quest riesce ad essere elaborato e al contempo semplice da padroneggiare. Ogni personaggio del nostro party sarà in grado di portare in battaglia un massimo di 8 carte. Dato che saranno attivi 3 personaggi per volta (molto in stile Final Fantasy degli anni ’90), si avrà a disposizione un pool di 24 carte. Ovviamente ci sono sia carte offensive, che difensive, che di supporto. Potremo combinarle e alternarle tra loro in modo da creare mazzi sempre più versatili.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech – Video recensione
Bisognerà inoltre considerare che esistono due differenti tipologie di carte, ovvero quelle basiche e quelle speciali. Le prime servono per compiere azioni semplici e generano punti SP (steam power). Le seconde permettono di compiere mosse molto più incisive ma comportano il consumo di SP. Per riuscire a giocare in modo efficace le carte speciali sarà dunque essenziale aver creato un deck ben bilanciato con le carte basiche.
La profondità del sistema di combattimento risiede proprio in questa meccanica, cioè la costruzione di un mazzo adatto alla nostra strategia, che sia anche efficace per le diverse situazioni. Dosare il numero di carte utili ad accumulare vapore con le carte speciali richiede una buona pianificazione, strategia e la comprensione del sistema di gioco.
All’inizio della battaglia otterremo 6 carte in maniera casuale tra le 24 disponibili. Volendo, potremo cambiare fino a 2 carte attive con quelle nel mazzo. Potremo giocare al massimo 3 carte per turno. Utilizzandone 3 dello stesso personaggio potremo poi attivare una mossa speciale per ciascun personaggio.
La moltitudine di abilità offensive e difensive concede al giocatore di pianificare azioni capaci di alterare non solo il turno corrente, ma anche e soprattutto quelli successivi. Prevedere il corso degli scontri e giocare in anticipo sarà fondamentale per riuscire a vincere le battaglie più ostiche.
Costruire deck flessibili e scovare le carte più rare e potenti sarà il fulcro del gioco. Alcune carte speciali saranno elargite automaticamente procedendo nella storia, altre potranno essere acquistate, oppure ritrovate con un’attenta ricerca.
Quando non impegnato nel combattimento, il giocatore potrà infatti esplorare i livelli, combattendo nemici da cui ottenere denaro ed esperienza, o cercando scrigni e luoghi segreti dove reperire alcune delle carte più potenti del gioco. Inoltre, sarà possibile creare e potenziare le carte con i materiali accumulabili durante l’avventura.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech ha un sistema di combattimento profondo
I nemici saranno perfettamente visibili a schermo, quindi niente combattimenti casuali a interrompere l’esplorazione. Inoltre, una volta sconfitti non riappariranno più fino a che il giocatore non deciderà di utilizzare i comodi punti di salvataggio. In maniera del tutto analoga ai falò dei Souls, una volta effettuato il salvataggio verranno ripristinate le condizioni di tutto il nostro party, e i nemici riaprenderanno vita.
Avanzando nella storia troveremo situazioni sempre differenti e la moltitudine di carte garantirà una notevole varietà. Trovare la combinazione perfetta sarà gratificante, e ci consentirà alla fine di ottenere risultati unici, che offriranno stimoli davvero piacevoli.
Il ritmo degli scontri evolve con l’incedere dell’avventura, e non risulta mai stancante né ripetitivo. Le diverse situazioni saranno avvincenti, specie nello scontro con i boss.
Unica piccola mancanza è un livello di difficoltà leggermente tarato verso il basso e una IA dei nemici che a volte non si dimostra all’altezza. Soprattutto durante l’esplorazione, raramente i nemici sapranno metterci in difficoltà. Individuato un deck efficace è insomma improbabile che vorremo modificarlo, magari giusto per la curiosità di provare qualche strategia differenti. Discorso diverso con i boss e la modalità “Arena del Colosseo”. In questi casi, un deck sbagliato o una strategia di combattimento improvvisata condurranno il giocatore ad una cocente sconfitta. Sarà quindi necessario preparare per bene il proprio party equipaggiandolo anche con i giusti strumenti.
Una difficoltà tendenzialmente bassa non è comunque un male, perché si sposa benissimo con i toni fiabeschi dell’intera produzione.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech mette a nostra disposizione tante carte che offrono una notevole varietà
Il gioco inizia, come quasi ogni RPG, con un manipolo di personaggi che ben presto verranno coinvolti in una serie di avvenimenti di portata globale. Nelle prime fasi conosceremo di Armilly, una robot appassionata di avventura e degli eroi del passato, che coltiva il sogno di entrare nella leggendaria Gilda Degli Eroi. Assieme a lei ci sarà l’amica robotica Copernica, pragmatica e risoluta, studiosa delle scienze alchemiche. Le due, tornate da un’escursione, scopriranno che il proprio paese è stato messo a ferro e fuoco da un esercito capitanato da un oscuro signore. Vittime dell’attacco saranno proprio gli eroi della Gilda a cui Armilly aspira ad appartenere.
Da qui inizia l’avventura che porterà le due protagoniste a svelare i piani malvagi dell’oscuro signore. Durante il cammino altri personaggi si uniranno all’avventura. Il primo sarà Galleo, robot poltrone e amico d’infanzia di entrambe. In un secondo momento sarà il turno di Orik, misteriosa figura mascherata che sembra conoscere la causa di ciò che sta accadendo. Si uniranno infine alla combriccola Tarah e Thayne, una coppia di gemellini, piccoli ladri in erba.
Le premesse non sono sicuramente le più fantasiose mai create, ma lo svolgimento degli eventi, il modo in cui vengono affrontati i temi e l’evoluzione introspettiva dei personaggi riescono a differenziare il titolo e renderlo molto godibile. Nel corso della storia il confine tra giusto e sbagliato, eroi ed antagonisti diviene sempre più labile. Si scopre che ogni protagonista del gruppo ha dei problemi personali da superare e delle verità dolorose da affrontare. La morale? Può capitare che, pur con le migliori intenzioni, si agisca nel modo sbagliato. Alla base del titolo c’è la volontà di raccontare una storia vera, capace di catturare il giocatore, ma in chiave umoristica e divertente, con citazioni e battute di ogni genere.
Lo stile fiabesco va d’accordo con la difficoltà mediamente bassa di SteamWorld Quest
Il ritmo imposto dagli sviluppatori è molto buono. La ventina di ore necessarie a completare l’avventura scorreranno piacevolmente attraverso 19 capitoli. Ore che potranno lievitare ulteriormente se il giocatore vorrà ripercorrere i livelli alla ricerca di eventuali scrigni segreti non recuperati (c’è una comodissima percentuale per ogni capitolo che ne indica il completamento), oppure se vorrà dedicarsi alla modalità “Arena del Colosseo”, di fatto l’unica grande side-quest del gioco. Questa richiede anche un discreto grinding, e la causa è presto detta: per terminare l’avventura arriveremo verosimilmente intorno al livello 35, mentre per il colosseo serviranno almeno una decina di livelli in più. E’ una buona occasione per livellare anche i personaggi lasciati in panchina, che ricevono sempre un quantitativo limitato di esperienza da ogni battaglia. Peccato per l’assenza di un New Game Plus che avrebbe potuto incrementare il livello di difficoltà e sbloccare nuove carte o nuovi equipaggiamenti.
Graficamente siamo su alti livelli. Lo stile visivo infonde vita e personalità ai protagonisti, disegnando un mondo fantasy dall’aspetto familiare e nuovo allo stesso tempo. Gli sfondi sono ricchi di particolari e dotati di una palette molto azzeccata.
I personaggi sono il vero fiore all’occhiello, in quanto molto ben disegnati e ricchi di tratti caratterizzanti. Forse si poteva incrementare la varietà di nemici, ma questo lieve inconveniente non intacca la qualità del lavoro svolto.
La fusione tra mondo fantasy e steampunk, condito con robot antropomorfi, ha dato origine a figure uniche e molto originali. Tutti i personaggi sono stai disegnati per spiccare sugli sfondi prerenderizzati. I colori accesi e i tratti marcati dei personaggi contrastano con i colori più tenui degli sfondi, offrendo un colpo d’occhio convincente.
Un po’ meno d’impatto il sonoro. Le musiche sono tutte buone e orecchiabili, ma mancano vette di eccellenza.
Consigliato
Continuando il suo trend di riusciti tentativi multi genere, il team Image & Form Games ci consegna tramite SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech un titolo davvero godibile, confezionato con cura e dotato di un gameplay profondo e ben studiato. La commistione dei due generi RPG e Deck Building si è rivelata riuscitissima, sorretta da un impianto grafico soddisfacente ed una storia semplice ma allo stesso tempo interessante da vivere. La caratterizzazione dei personaggi è convincente e musiche e dialoghi fanno da valido contorno all’intera opera.
SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech è insomma un titolo da godersi tutto d’un fiato, che saprà accontentare sia i fan del brand che chi apprezzi uno dei due generi di appartenenza.
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