Finite le inutili ed insensate polemiche sulla presunta pericolosità dei rimborsi di Steam per gli sviluppatori indipendenti, ecco che l’ultimo highlander con la coda di paglia si iscrive all’albo dei manifestanti.
Quello che sarebbe -a detta dell’autore Lord Kres- dovuto diventare il puzzle game definitivo nonché uno tra i giochi più difficile su Steam, infatti, è stato rimosso dallo store digitale con tanto di rimborso totale a chiunque lo avesse acquistato e giocato.
Il titolo, che risponde al nome di Journey of the Light, è stato pubblicizzato come puzzle ambientale composto da 7 livelli caratterizzati dall’assenza di suggerimenti e sfidava apertamente gli utenti a giungere fino al termine, specificando che l’impresa sarebbe stata a dir poco ostica.
Tutto bene sin qui, se non fosse che l’unico livello presente è il primo e non può essere superato in alcun modo.
Dando un’occhiata alle cartelle e ai file di gioco si nota che ogni livello è stato creato nello stesso giorno e a distanza di qualche minuto, con addirittura dimensioni identiche (ed esigue).
Tra l’altro, tentando di caricare singolarmente i livelli, si scopre che ognuno di essi avvierà sempre e soltanto il primo.
Il ridicolo raggiunge nuove vette grazie alla presenza di achievement per il completamento dei livelli, ottenuti chiaramente solo dallo stesso Kres, il quale però si ferma al quarto, incapace di stare al passo della propria genialità in campo di game design.
Vendere un livello incompleto spacciandolo per un gioco dalle altissime pretese non sembra abbastanza scorretto agli occhi del nostro Lord Kres, il quale, utilizzando incurante un fiero avatar del compianto Ned Stark, si avventura nelle affollate lande di Twitter lanciando una non molto velata accusa al sistema di rimborsi e affermando, con l’ausilio di un grafico, che a causa di esso le vendite del suo gioco hanno subito un drastico calo.
Eppure no, non si tratta affatto di uno scherzo.
Il developer ha inoltre tentato di salvarsi in corner dichiarando di aver erroneamente patchato il gioco inserendo un bug che necessiterebbe un rollback ma a questo punto nessuno sembra più credergli.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come i rimborsi di Steam siano stati un’idea eccellente, un’autentica Brandicenere contro le numerose truffe perpetrate verso i giocatori PC, ancora scottati dalla non meno grave vicenda di Arkham Knight, attenuata dal fatto che si parlasse di un publisher del rango di Warner Bros e non di uno sviluppatore indipendente della domenica.
Morale della storia: informarsi sempre prima di acquistare qualsiasi prodotto, videoludico o meno.