Non è difficile trovare titoli come Solo nel panorama videoludico indipendente odierno, un titolo prodotto con un budget piuttosto basso che per ovvi motivi non può far leva sulla qualità grafica e tecnica, perciò punta tutto sul lato artistico o su una trama ben scritta. A prima vista, Solo sembrerebbe appartenere a quest’ultima categoria, ma bastano pochi minuti per intuire che ci si trova davanti a un’opera di livello superiore. Approfondiamo nella nostra recensione.
Solo: Island of the Heart – Recensione
Data di uscita: 01/08/2019
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PC, PS4, Xbox One, Switch
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €19.99
Sponsor: in offerta su Amazon
Per prima cosa, Solo non ha una vera e propria trama, ma presenta invece un piccolo indizio che spingerà il giocatore a cercare di capire cosa stia accadendo.
Fin da subito viene chiarito che il tema è l’amore all’interno di una relazione. Subito dopo si incoraggia il giocatore a rispondere a quattro particolari domande basandosi sulle proprie esperienze personali. In questo modo, Solo marca già la sua identità dimostrando carattere e volontà propositiva.
A quale genere senti di appartenere? Quale genere senti di voler amare? In quale di questi personaggi ti identifichi maggiormente? Qual è il nome di chi hai amato di più? Queste le domande che pongono l’incipit del gioco.
Il protagonista è un marinaio. L’obiettivo è raggiungere dei totem sparsi per il mondo di gioco che ci porranno nuove domande. I quesiti posti saranno sempre intimi e personali quali “Hai mai amato in passato?” o ancora “Pensi che sia possibile amare più persone insieme?” ragion per cui è consigliato vivere l’esperienza di Solo in privato (scusate il gioco di parole).
Entrando nel merito del gameplay invece, Solo è sostanzialmente un puzzle game. Per raggiungere i vari totem bisognerà risolvere enigmi che col tempo di faranno sempre più arguti. Se all’inizio bisognerà semplicemente spostare qualche cassa per arrampicarsi, più avanti potremmo ritrovarci a giocare con correnti ascensionali e deltaplani.
Solo – Trailer di lancio
Ogni enigma risolto darà accesso alla domanda del totem. Proprio come gli enigmi, le domande si faranno via via più articolate e rispondere rimanendo coerenti con i propri principi sarà sempre più difficile.
L’interazione con l’ambiente è parte integrante del gameplay: è infatti possibile interagire non solo con i totem, ma anche con gli animali e con alcuni strani individui. Ci chiederanno favori tra i più disparati, quali aiutarli a salire sopra una rupe, suonare una canzone, portare la foto di un animale specifico e così via.
Gli strumenti disponibili inizialmente saranno soltanto una chitarra e una fotocamera, essenziali per la risoluzione di alcune quest secondarie. Più avanti si acquisiranno oggetti utili e fondamentali per il proseguimento nel gioco.
Esteticamente abbiamo a che fare con disegni semplici e texture poco definite, coerenti comunque con lo spirito artistico che vira verso il fumettoso. Sia i personaggi che gli animali presenti nelle isole presentano un’estetica caricaturale.
Uno degli elementi migliori della produzione è la colonna sonora, che ben si sposa con l’ambiente di gioco. La soundtrack, gli effetti sonori, il suono della chitarra e i rumori d’ambiente rimarranno nella testa del giocatore per giorni.
Consigliato
Pur senza fornire una risposta chiara e definita, Solo vuole aiutare a farci scoprire come abbiamo vissuto il nostro rapporto con l’amore negli anni. È raro trovare dei titoli che riescano ad avere un impatto così chiaro sulla vita privata del videogiocatore, che in un modo o nell’altro si sentirà quindi coinvolto.
Quante volte ci manca qualcuno che semplicemente ci chieda “come stai?”. La magia di Solo si palesa proprio quando ci si accorge che queste domande ce le porremo durante l’intera avventura. E’ un gioco da vivere soltanto una volta, o con sessioni distanziate l’una dell’altra, per osservare se e come le risposte saranno cambiate. Se noi stessi saremo cambiati. Disquisire sul lato tecnico o della semplicità di alcuni puzzle di un titolo come Solo, andrebbe soltanto a mortificare quella che è la sua vera natura, una piccola ma preziosa ricerca del videogiocatore all’interno del videogioco.
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