La serie di Shadowrun è diventata una delle più amate nel panorama dei giochi di ruolo tattici soprattutto grazie all’eccellente Dragonfall, episodio dotato di una trama e di una sceneggiatura che di certo fanno impallidire la maggior parte delle produzioni cinematografiche dell’ultimo decennio. Il nuovo capitolo della serie ci porta in Asia, restando all’interno di un contesto sci-fi tra mutazioni di vario tipo e magia. Andiamo dunque a scoprire se la qualità di Shadowrun: Hong Kong, ultima fatica di Harebrained Schemes, raggiunge o meno i livelli di eccellenza di Dragonfall.
Shadowrun: Hong Kong – Recensione
Data di uscita: 20/08/2015
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €29.99
Fortunatamente, anche in questo nuovo capitolo la trama parte in maniera incalzante, con l’arrivo del nostro avatar ad Hong Kong e una serie di eventi che si dipaneranno da un patrigno scomparso fino a interessare mafia, famiglia, onore e tematiche pseudo-filosofiche, in generale ben miscelate per tenere sempre alta la tensione e l’interesse del giocatore.
Anche in questo caso abbiamo a che fare con un gioco di ruolo occidentale a visuale isometrica e dotato di un sistema di combattimento tattico, in linea con quello dei predecessori e molto gratificante. Saremo liberi di scegliere il nostro personaggio tra le sei razze disponibili, ma potremo anche scegliere una sorta di forma ibrida, che potrà attingere dai vari aspetti di ciascuna delle classi ideate dagli sviluppatori. La fase di creazione del personaggio è stata curata in maniera approfondita, e gli appassionati di giochi di ruolo si divertiranno senza dubbio a perdere tempi biblici tra statistiche, abilità, skill, descrizioni e chi più ne ha più ne metta.
Durante il gioco vero e proprio, ci affideremo al classico sistema di controllo tramite mouse più scorciatoie da tastiera, lo standard per questa tipologia di giochi.
Shadowrun Hong Kong – Trailer di lancio
Il sistema di combattimento, come vi abbiamo anticipato, continua spingendo sul tatticismo, su un approccio ragionato agli scontri e su uno stile che ad alcuni potrà ricordare in parte quello dei più recenti XCOM. La nostra squadra sarà composta da un massimo di quattro personaggi, ciascuno di essi disporrà di un certo numero di punti azione da spendere nella maniera più intelligente possibile. Qualsiasi azione effettueremo consumerà punti, dunque sarà opportuno sfruttare a dovere le coperture, gli attacchi, e giostrare tra le diverse abilità dei membri del party in maniera tale da garantirsi la vittoria.
Le novità rispetto ai prequel non sono tali da stravolgere il sistema di gioco, dunque chi ha già macinato decine di ore con Dragonfall e simili sarà senza dubbio in grado di elaborare strategie di battaglia efficaci e devastanti, che anche in questo caso sapranno regalare una notevole dose di soddisfazione. Il lavoro di Harebrained Schemed è stato in effetti più un’opera di perfezionamento che di rivoluzione, in quanto molte delle meccaniche sono state rifinite piuttosto che stravolte. E si tratta in tutti i casi di novità più che gradite, dunque non possiamo che essere felici dell’approccio scelto dal team di sviluppo.
Shadowrun Hong Kong è un videogame decisamente valido
Il Matrix in particolare appare adesso più variegato e divertente, e il lavoro degli hacker si diversifica grazie a nuovi minigiochi che funzionano. In effetti, gli sviluppatori avevano esplicitamente dichiarato che gli hacker avrebbero ricevuto un revamp con questo episodio, cosa che è avvenuta e che ci ha convinto abbastanza. Certo, bisogna ammettere che forse il tutorial poteva essere realizzato un po’ meglio, in quanto all’inizio abbiamo fatto un po’ di confusione, ma col passare delle ore le cose tenderanno a divenire più chiare.
Dal punto di vista estetico abbiamo ancora una volta una mistura tra sfondi realizzati a mano e personaggi poligonali. Le meraviglie grafiche e stilistiche di Bastion o Transistor sono lontane, inutile negarlo, ma non sarebbe corretto penalizzare troppo un prodotto che punta comunque più di tutto sulla trama e sulla bontà dei propri dialoghi. Ad ogni modo, il comparto visivo risulta più che discreto, migliore rispetto a quanto visto in passato.
In particolare è stato fatto un ottimo lavoro sulle luci, che adesso creano ambientazioni più avvolgenti e piacevoli alla vista, come tra l’altro potrete notare dalle immagini presenti in questo articolo.
La buona colonna sonora accompagna in un’esperienza che comunque sa dire la sua in quanto a direzione artistica, anche se non è il caso di aspettarsi una produzione da mascella a terra.
Consigliato
Shadowrun: Hong Kong non è Dragonfall, ma è comunque un eccellente capitolo all’interno di questo franchise, che ancora una volta si conferma come uno dei più interessanti nel panorama tattico/ruolistico moderno. Le novità introdotte non stravolgono in alcun modo un sistema di gioco che già funzionava alla grande, ma vanno piuttosto a limare alcuni elementi prima un po’ sottotono.
La trama ha qualche calo di ritmo, e il generale livello dei testi forse non raggiunge quello del già menzionato Dragonfall. Tuttavia, lo stesso Dragonfall non è esattamente il gioco di ruolo tipico che trovi dietro l’angolo, e Hong Kong raggiunge comunque vette decisamente elevate, motivo per cui va encomiato e premiato. Se desiderate un gioco di ruolo occidentale e amate lo sci-fi non cercate oltre, questo nuovo Shadowrun saprà senza dubbio divertirvi.
Valutazione scala 1/10 8.5 |
+ Ben scritto e ottima trama + Sistema di combattimento solido + Miglioramenti netti rispetto al passato + Diverte e appassiona |
– Qualche calo di ritmo nella trama – Tutto in inglese |