Data di Uscita 13 Ottobre 2015 | Lingua Italiano |
Piattaforme PC, PS4, One | Versione recensita PC |
Con l’avvento di DLC e Season Pass dai costi sempre più elevati e sempre meno giustificati che vengono annunciati già ampiamente prima del day one, il gamer odierno sta sviluppando una sorta di pericolosa assuefazione verso tale tipo di contenuti e, così facendo, contribuisce al propagarsi di questo genere di manovre commerciali davvero poco consumer friendly.
Quando CD Projekt ha annunciato di avere in serbo per The Witcher 3 un pacchetto di espansioni a pagamento, però, noi non abbiamo storto il naso ed invece, memori di quanto onesto e trasparente sia stato lo studio polacco finora, ci siamo limitati ad aspettare con impazienza che venisse rilasciato.
Analizziamo la prima espansione, Hearts of Stone, e scopriamo insieme se l’attesa è stata effettivamente ripagata.
Hearts of Stone
Il nuovo sottocapitolo delle avventure di Geralt consta di una struttura simile alla campagna principale, con un obiettivo primario che subisce varie ramificazioni e una serie di subquest dai connotati vagamente simili fra loro; inoltre non ha una precisa collocazione temporale e può essere giocato anche prima di aver portato a termine la main quest di Wild Hunt.
Il livello consigliato per affrontare l’espansione è 30 e, nel caso non rispettaste i requisiti, potrete beneficiare di un’opzione che permette di ottenere subito un personaggio livellato appositamente dagli sviluppatori.
Ma veniamo al punto focale, la trama.
Hearts of Stone narra una storia affascinante, cupa e a tratti macabra in pieno stile Sapkowski che grazie alla sua incredibile profondità riesce quasi ad oscurare buona parte delle missioni intraprese dallo strigo in questo terzo capitolo, impresa tra l’altro non facile se si considera l’altissima qualità delle stesse.
Ciò è da imputare alla sceneggiatura invidiabile che si ritrova, con personaggi credibili ma al contempo fuori dal comune (aspettatevi dei cameo) in grado di farci provare le emozioni più disparate in poche battute ma soprattutto alla bellezza di alcune ambientazioni esclusive capaci di rendere certi momenti epici ed indimenticabili.
La questline principale valorizza un personaggio in particolare, una vecchia conoscenza dello strigo con cui si potrà avviare una relazione romantica tra le migliori della serie poiché ben costruita e con il giusto grado di maturità, aspetto importantissimo per una grande fetta dei fan della serie.
Discorso differente per i compiti secondari, purtroppo ancora relegati al solito schema basato sul tracciamento e fin troppo semplicistici, talvolta banali, oltre che scarsamente soddisfacenti in termini di loot ed esperienza.
Come al solito, tuttavia, persino le missioni marginali vengono arricchite da una minuziosa ricerca per il dettaglio: dai racconti trovati all’interno di vecchie biblioteche polverose a quel pizzico di mistero intrinseco che viene scoperchiato solo alla fine di qualsiasi quest, ogni ricerca lascia una piacevole sensazione di scoperta ai marionettisti dell’arzillo Geralt.
Il setting non si discosta granché dall’originale, infatti le nuove zone esplorabili appartengono alla regione orientale di Novigrad e aggiungono una discreta gamma di praterie e foreste piuttosto sceniche, oltre che costruzioni maestose come castelli e mulini, in cui ci si può facilmente imbattere in pericolosi nemici così come in preziosi tesori nascosti o in accampamenti di banditi.
Una location di Hearts of Stone in particolare merita di essere visitata, ovvero l’insediamento dell’incantatore che si occuperà, al giusto prezzo, di aggiungere ulteriori slot per le rune ai nostri equipaggiamenti e a crearne di fiammanti per amplificare le manovre offensive del lupo bianco.
Le rune potenziate conferiscono caratteristiche parecchio utili ad armi e armature, ad esempio la possibilità di assorbire in modo permanente i bonus delle coti o l’acquisizione di effetti secondari dei segni più una vasta gamma di modificatori che, se sfruttati a dovere, andranno ad influire pesantemente nelle meccaniche di combattimento, pur non donandogli quella complessità in grado di elevarne la tecnica.
Il sistema resta dunque pressoché invariato, a cambiare in meglio sono i pattern nemici, adesso molto più consoni e variegati rispetto a quanto visto in precedenza, per cui sia mob che boss in Hearts of Stone offrono un degno livello di sfida punendo il giocatore qualora cercasse di temporeggiare, incoraggiando altresì un approccio ragionato ed un’attenta pianificazione a suon di pozioni, unguenti e decotti prima di ogni battaglia.
Se ciò non bastasse potrete recuperare un discreto numero di spade e set di zecca, tra cui quello della vipera velenosa e di Ofier, che vantano degli effetti degni di un vero endgame grazie ai quali Geralt diventerà una macchina da guerra difficilmente arginabile.
Buone notizie anche per gli amanti del Gwent, dato che CD Projekt ha ben pensato di gettare nella mischia nuove carte e nuovi sfidanti, lasciandoci sperare in un ulteriore ampliamento di questo magnifico minigioco nella prossima espansione e, chissà, forse nel prossimo titolo.
Ottime conferme dal comparto tecnico, fresco di patch che ne hanno migliorato il look e ottimizzato le prestazioni: in particolare notiamo una maggiore stabilità nel framerate (soprattutto nei centri abitati) e alcune chicche visive da scoprire con meraviglia strada facendo, a piedi o in groppa a Rutilia.
Durante le nostre 17 ore di gioco, necessarie al completamento di tutte le missioni presenti all’interno del pacchetto, abbiamo infine riscontrato qualche bug relativo alle interazioni con gli oggetti e degli sporadici glitch grafici riguardanti le armature ma, in sostanza, nulla di veramente problematico.
Dal momento che il rapporto qualità/durata/prezzo -circa 10€- ci sembra più che conveniente, possiamo smentire senza ombra di dubbio chiunque avesse perplessità sull’effettiva riuscita del progetto, con il quale il team polacco si conferma ancora una volta al top tra gli sviluppatori migliori degli ultimi anni.
In sintesi Hearts of Stone si presenta come un’espansione atipica o, per meglio dire, d’altri tempi. Sorella minore tra le due previste per il pluripremiato The Witcher 3, essa offre tra le 10 e le 15 ore di gioco ad un prezzo irrisorio, specie se consideriamo l’enorme mole di costosi DLC dalla consistenza ridicola che oggi affollano gli store digitali. I giocatori, tra le altre cose, avranno a disposizione una nuova main quest di pregevole fattura, una nuova figura legata al crafting delle rune, mob e boss impegnativi, quintali di equipaggiamenti da endgame, ulteriori aggiunte ai mazzi di gwent, aree extra nel Novigrad e un ottimo quantitativo di obiettivi secondari come contratti e cacce al tesoro, smorzati però da una struttura un tantino troppo monotona. Insomma, il valore c’è tutto e se non avete ancora acquistato questa espansione a causa di una repulsione naturale verso i contenuti aggiuntivi a pagamento vi consigliamo di eliminare tali preconcetti e donare la vostra fiducia ai ragazzi di CD Projekt Red. |
Valutazione scala 1/10 8.9 |
+ Main quest da brividi + Doverosi ritocchi al gameplay… + Contenuti a bizzeffe + Prezzo più che onesto |
– …ma ancora niente di rivoluzionario – Le missioni secondarie peccano in varietà |
*Recensione basata su una copia promo fornita dallo sviluppatore*