Data di Uscita 07/10/2014
Piattaforme PC Windows
Versione recensita PC Windows
Sono già trascorsi due anni dall’uscita di Of Orcs and Men e il prolifico team francese di Cyanide Studios ha deciso di gettarsi nella mischia next-gen con una sorta di prequel spirituale del suddetto titolo con l’obiettivo di fornire un background narrativo sul co-protagonista, ovvero Styx, con il nuovo Styx Master of Shadows/p>
Styx Master of Shadows
Il gioco ci vedrà infatti nei panni del goblin (uno dei meglio caratterizzati nella storia dei videogiochi) compagno d’avventure di Arkail in una pericolosissima missione verso le viscere della terra alla ricerca dell’albero della vita, fonte inesauribile di un prezioso materiale che sarà causa di numerosi conflitti tra umani ed elfi: l’ambra.
Il viaggio del primo dei goblin verrà costellato di dubbi, sospetti, amnesie, giochi di potere e infine colpi di scena non irrilevanti, in un continuo approfondimento psicologico dello strano eroe dalla pelle verdastra che, anche grazie ad un linguaggio colorito e simpatico, susciterà apprezzamenti dalla maggior parte dei giocatori.
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Ad un protagonista decisamente sopra le righe si aggiunge, da corredo, un’atmosfera medievale fantasy a cui non mancano elementi dark e sottotrame interessanti; peccato che le ambientazioni, pur vantando un level design di tutto rispetto, si ripetano incessantemente durante tutta la campagna costringendo il giocatore ad un backtracking alla lunga noioso e che i fondamenti di lore sopra accennati vengano trattati con superficialità, lasciando dunque molte incompiute all’interno del comparto narrativo.
I personaggi secondari, infatti, appaiono come meri utensili propedeutici solo all’avanzamento del piccolo ladro e quasi nessun dialogo o incarico secondario fornitoci da essi può essere definito ispirato: in sostanza tutto ciò che contorna Styx non riesce a stare al suo passo e persino le fasi salienti dell’intreccio non spiccano il volo a causa di una contestualizzazione a dir poco scadente.
Luci e ombre anche per quanto riguarda il comparto tecnico di Styx Master of Shadows, ottimizzato a dovere su PC dove vanta una lunga lista di settaggi grafici mai eccessivamente gravosi sulla GPU e ben bilanciati fra loro ma l’assenza di anti-aliasing, un’illuminazione non sempre perfetta e la bassa qualità delle texture potrebbero far storcere il naso a molti utenti PS4 e Xbox One che esigono una resa superiore a quella dei titoli old-gen. Un’altra nota stonata sono le animazioni, praticamente identiche per ogni nemico e NPC e, neanche a dirlo, di bassissima qualità così come volti ed espressioni facciali che distruggono qualsiasi momento di un certo pathos durante le poche cutscene realizzate con il motore del gioco.
L’interfaccia, dal canto suo, è abbastanza basilare e i menu minimali al punto giusto ma la mappa di gioco non si presta affatto a consultazioni in game.
Chiudendo un occhio sui punti precedenti, dato che, a detta di molti, il fulcro di uno stealth game per puristi dovrebbe essere il gameplay, ci addentriamo nelle meccaniche di questo Styx Master of Shadows.
Considerata la grandezza delle mappe e le molteplici possibilità offerte per setacciarle indisturbati, il raggio d’azione di Styx è molto ampio e comprende l’utilizzo di un buon numero di gadget (fiale curative, acido per dissolvere i cadaveri nemici, pugnali da lancio, palle di sabbia per spegnere le torce dalla distanza) e abilità attivabili tramite il consumo di ambra, mana della situazione.
Tra esse spicca la peculiare caratteristica di produrre cloni addetti alla creazione di diversivi o trappole per sgattaiolare indisturbati tra le fila nemiche, come la capacità di celare la propria presenza tramite invisibilità per farla franca dopo l’allerta delle guardie.
Ognuna di queste skill, insieme ad altri upgrade relativi alla potenza offensiva e tattica di Styx, è migliorabile presso il rifugio operativo tramite punti ottenuti a fine missione.
Avremmo sicuramente gradito una maggiore articolazione dei rami di potenziamento e lo sblocco anticipato del ramo segreto ottenibile solo dopo la fine della campagna ma in generale la progressione del character principale è gratificante ed efficace.
Lo stesso dicasi per le quest, prive di fastidiosi script e affrontabili in svariati modi, ricche di momenti di tensione ed altri in cui occorre ragionare per trovare la via più sicura o risolvere un determinato enigma, anche se talvolta ripetitive per l’identità di obiettivi già completati in precedenza.
Il gioco offre una gran varietà di nemici e una altrettanto vasta gamma di mezzi per neutralizzarli: dai lampadari cadenti agli agguati aerei in pieno stile Assassin’s Creed fino ad arrivare all’avvelenamento del cibo.
Tale scelta risulta obbligata di fronte alla presenza di avversari come guardie corazzate immuni al pugnale di Styx ed altre creature che non richiedono uccisioni convenzionali ma di circostanza, elfi e ragni in primis.
Per quanto concerne i combattimenti a viso aperto, sebbene gli stealth potrebbero anche farne a meno, non ci sentiamo di approvare il modus operandi degli sviluppatori che hanno creato un sistema grezzo e macchinoso che riesce sì nell’impresa di scoraggiare un’azione alla Rambo ma che, allo stesso tempo, finisce per punire qualsiasi tipo di utente venga sorpreso fuori dalla copertura.
Una volta scoperti, invero, si entra in una fase di lock durante la quale veniamo obbligati a controbattere i fendenti nemici attraverso una pressione al giusto momento del tasto d’attacco o schivarli tramite rotolate e basteranno pochi colpi da ambo i lati per decretare un vincitore; gli scontri non possono essere disertati e un lock di più nemici contemporaneamente significa morte certa.
Questo e alcuni momenti in cui le pattuglie si accorgono della nostra presenza anche in condizioni umanamente impossibili contribuiscono ad accrescere una difficoltà già tarata verso l’alto ma che a tratti diventa punitiva e mal calibrata, sfociando in un susseguirsi di morti e un elevato tasso di frustrazione (accresciuto dalla mancanza del salvataggio rapido) persino per i player cresciuti a pane e Thief.
A darci una mano ci pensa, però, un’intelligenza artificiale a dir poco pessima e buggata come poche. Le guardie, i cui pattern basilari si ripetono continuamente senza variazioni, possiedono talora un range visivo molto sotto la norma e non riescono a vederci se ci troviamo su piani differenti (alti o bassi che siano) né odono rumori di alcun genere per quanto vicini (portoni aperti, meccanismi, urla), talaltra il loro sguardo aquilino ci penetra a parecchi metri di distanza causando l’accorrere dell’intera guarnigione.
Abbiamo inoltre notato comportamenti anomali di soldati che si ostacolano i percorsi a vicenda e rimangono bloccati compenetrandosi, camminando all’infinito verso angoli e pareti, cadendo addirittura ai piani inferiori o fluttuando a mezz’aria per poi tornare tranquillamente alla propria routine.
Ultimo appunto, negativo, sui controlli.
Avendo giocato alla versione PC utilizzando mouse e tastiera, abbiamo potuto riscontrare alcune criticità ed imprecisioni spesso fatali del sistema di arrampicate. Muovendoci tra appigli, bordi e impalcature, difatti, i controlli ci sono sembrati tutt’altro che infallibili poiché per più di una volta la mancata presa di superficie ci è costata una morte per pitfall e una sequela di imprecazioni. Ci auguriamo che tale problema venga fixato con patch ad hoc dagli sviluppatori.
Conclusioni Insomma, Styx Master of Shadows non è di certo un gran gioco. Presenta senza dubbio ottime potenzialità, idee originali, discreta varietà nel gameplay e un protagonista di tutto rispetto ma cade sotto i colpi di un’IA che definire mediocre è un eufemismo, di scarsa diversificazione delle aree di gioco e poco approfondimento di tutto ciò che gira intorno al main character nonché di un combat system inappropriato e frustrante. Consigliamo Styx Master of Shadows a chi avesse voglia di intraprendere un’avventura longeva (almeno 15 ore) e relativamente poco costosa (30€ circa) senza troppe pretese e a tutti gli hardcore fan dello stealth -con riserve – ma al resto dell’utenza converrebbe davvero lasciare Styx nell’oscurità a cui appartiene. |
+ Longevo e impegnativo + Presenta un gameplay piuttosto articolato |
– IA pessima – Backtracking eccessivo e rischio di annoiarsi dopo 6-7 ore – Sistema di combattimento da rivedere – Qualche problema con i controlli |