rise of the tomb raider

[Recensione] Rise of the Tomb Raider – Lara torna in grande forma

Data di Uscita 28 Gennaio 2016 Lingua Italiano
Piattaforme PC, One, 360 Versione recensita PC

Rise of the Tomb Raider è sbarcato su PC a circa due mesi di distanza dal suo lancio su macchine Microsoft, che godevano di un’esclusività temporale. Il gioco arriverà nel corso dell’anno anche su PlayStation 4, ma per adesso è il caso di mettere sotto torchio il lavoro svolto da Crystal Dynamics e scoprire quanto il nuovo motore grafico possa offrire a chi dispone di una configurazione di fascia alta.
A che ci siamo magari sarebbe anche il caso di controllare se i (pochi) difetti del precedente Tomb Raider siano stati risolti o meno, e se questo prodotto meriti davvero i vostri soldini. Un passo per volta.

Rise of the Tomb Raider

In Tomb Raider abbiamo assistito a un reboot dove Lara era inizialmente un personaggio incerto e spaurito. Col passare delle ore abbiamo potuto notare un’evoluzione caratteriale (a tratti un po’ troppo rapida o forzata) che l’ha portata a prendere in mano la situazione, ed è proprio con questa nuova Lara Croft che ha inizio Rise of the Tomb Raider.
La trama non è esattamente la più originale degli ultimi anni e, se siete cresciuti con le gesta del glorioso Indiana Jones, noterete qualche parallelismo con L’Ultima Crociata, il terzo episodio della serie firmata da Steven Spielberg. Ad ogni modo, soprassediamo su un incipit un po’ scontato e abbracciamo una Lara adesso determinata a completare il lavoro del padre con grande determinazione.

Il gioco è alla base un adventure, questa volta molto più incentrato sull’esplorazione rispetto al precedente capitolo, in un apprezzabile sforzo di allontanare il paragone dall’incombente presenza di Uncharted e del suo Nathan Drake. Non parliamo assolutamente di open world, ma esistono delle aree principali piuttosto vaste che faranno da veri e propri hub, e dove dovremo ritornare man mano che sbloccheremo nuove abilità. In queste zone potremo accettare delle missioni secondarie da alcuni NPC, allontanando l’attenzione dalla trama principale, che di per sé ci terrà impegnati per una dozzina di ore.
Grande importanza avranno nuovamente la raccolta di oggetti e il loro utilizzo nel crafting, in maniera simile a quanto visto nel precedente episodio. Potremo dunque recuperare ad esempio del legname o pelli di animali per potenziare gli strumenti a nostra disposizione o per creare delle bende da utilizzare per curare le nostre ferite.

Esplorazione e comprensione dell’eccellente level design vogliono essere i veri protagonisti di questo Rise of the Tomb Raider: lo straordinario lavoro svolto dai grafici e dai designer ci porterà ad esplorare con naturale curiosità ogni anfratto, spinti anche dalla ricerca delle splendide tombe, presenti in maggiore quantità (e qualità) rispetto al prequel.
Proprio nelle tombe avremo modo di mettere alla prova la nostra materia grigia con enigmi ben congegnati e gratificanti nella risoluzione, che portano alla memoria i primissimi episodi di questo franchise. Si tratta senza dubbio delle sezioni più riuscite dell’intero gioco, e dispiace anzi che queste non siano presenti in maggiore quantità. Interessante è anche la difficoltà con cui troveremo alcune delle tombe, cosa che trasforma la ricerca stessa in una sorta di puzzle esplorativo.

rise of the tomb raider

Le fasi di combattimento ci permetteranno ancora una volta di far ricorso a più strumenti di morte e ad approcci differenti. Sarà possibile procedere ad armi spianate cercando di massacrare chiunque si pari sul nostro cammino, oppure cercare di sfruttare il sistema di coperture e l’agilità di Lara per avvicinarci furtivamente uccidere senza dare nell’occhio.
L’intelligenza artificiale degli avversari non è esattamente brillante e, a seconda della posizione degli avversari, sarà possibile uccidere stando relativamente allo scoperto senza che questi riescano a trovarci, andando magari a cercarci nei luoghi sbagliati. Tutto sommato è un comportamento che può suonare “credibile”, ma solo fino a un certo punto.
Ad ogni modo, l’approccio stealth è molto più gratificante rispetto al lanciarsi contro il nemico mitra alla mano; l’arco si dimostra ancora una volta l’arma più efficace del nostro arsenale, sia per la possibilità di abbattere avversari umani con un unico colpo, sia per la sua silenziosità. Il fucile automatico del resto non soddisfa più di tanto, mentre la pistola può dare qualche soddisfazione in più grazie al silenziatore. Del tutto sbilanciato invece il fucile a pompa, che ci permetterà di massacrare i nemici con troppa facilità, portando a zero il livello di sfida. Durante il suo utilizzo consigliamo pertanto di avvicinarci agli avversari urlando Leeroooooy Jenkins.

Il generale livello di difficoltà dei combattimenti non è molto elevato, ma sono presenti degli spike durante gli scontri con alcuni boss/mini-boss, che comunque richiederanno solo un po’ di attenzione in più, senza scadere nel frustrante.
Ciò che invece non è molto bilanciato è il rapporto tra fasi action ed enigmi, specialmente nella seconda parte dell’avventura, dove saremo chiamati a imbracciare le armi fin troppo spesso.
Tomb Raider è un franchise fondamentalmente esplorativo, nato per creare un senso di mistero e gratificare con i suoi enigmi, cosa che avviene solo in parte nella storia principale, e che trova sua massima espressione nelle tombe nascoste.

Rise of the Tomb Raider

Tutto sommato va bene anche così: chi vorrà godersi un’esperienza più leggera e più incentrata sull’azione potrà saltare del tutto la ricerca e l’esplorazione delle tombe (sono facoltative), immergendosi nella storia o nei sistemi di combattimento e di progressione, lasciandosi accompagnare comunque da una regia notevole. Il gioco è infatti condito da numerosi momenti scriptati, che creeranno situazioni esaltanti, dove i nostri riflessi e il colpo d’occhio saranno messi alla prova.
Chi invece fosse interessato a un’esperienza più “pura” per questo franchise dovrà necessariamente andare alla ricerca delle ottime tombe create per noi dagli sviluppatori (detto così è terribile, lo sappiamo e ci piace).

Dal punto di vista tecnico la versione PC Windows di Rise of the Tomb Raider è buona, ma non è esaltante. Graficamente siamo su un altro pianeta rispetto a quanto visto su Xbox One, grazie a una sfilza di effetti esclusivi di questa edizione che si appoggiano in larga parte su tecnologie proprietarie Nvidia. Gli effetti particellari, gli shader e i filtri raggiungono livelli non paragonabili alla versione console, ma esistono problemi di ottimizzazione evidenti che coinvolgono il motore grafico. Parliamo in particolare di una fastidiosa oscillazione del framerate, che dai 60fps di una GTX 970 scendeva anche a 35 in situazioni che non giustificavano un simile calo. Capita ad esempio che durante scene all’aperto il gioco vada fluidissimo, mentre andando poi al chiuso, dove il poligon count è nettamente inferiore e l’effettistica ridotta, il framerate si abbassi in maniera vertiginosa.
Abbiamo testato il gioco anche su scheda AMD, e il risultato è anche peggiore: utilizzando una R9 270 e settaggi su Alto si oscilla tra i 40 e i 30 fps, ma a volte si scende anche sotto i 20. Non è dunque un problema imputabile alla RAM (4GB nella GTX 970, 2GB nella R9 270), ma piuttosto in qualche mancanza di ottimizzazione che affligge l’engine in sé.
Ad ogni modo, chiunque sia in possesso di un PC almeno di fascia media godrà di un’esperienza senza dubbio migliore di quanto possibile su One.

Conclusioni
Rise of the Tomb Raider è un degno successore del precedente reboot, che migliora il comparto psicologico ed emotivo di Lara, allontana la struttura di gioco dal classico Uncharted e propone sia lo stile action del gaming moderno che la qualità dei puzzle caratteristica dei tempi d’oro di questo franchise. Peccato che la trama non sia proprio entusiasmante, ma tutto sommato la buona ritmica degli eventi e l’altissima qualità delle tombe riescono a sopperire a queste mancanze. Buona infine questa conversione per PC, che però non gode di un motore grafico ottimizzato a sufficienza. Ad ogni modo, se avete apprezzato il precedente reboot, senza dubbio adorerete il nuovo Rise of the Tomb Raider.
Valutazione

8.8
+ Meccaniche rifinite e migliorate
+ Le nuove tombe sono splendide
+ Level design sempre eccelso
+ Gran senso di esplorazione
+ Buona direzione semi-cinematografica
+ Graficamente ottimo
– Troppe sparatorie nella seconda metà
– Trama solo sufficiente
– Motore grafico non ottimizzato a dovere

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