Qasir al Wasat

[Recensione] Qasir al Wasat – La magia siriana

Data di Uscita 19 Gennaio 2016 Lingua Inglese
Piattaforme PC Versione recensita PC

Non capita tutti i giorni, specialmente da qualche anno a questa parte, di scovare un videogioco ambientato in medio oriente e più in particolare negli scenari classici della tradizione siriana quali deserti misteriosi, oasi lussureggianti e palazzi incantati.
Per fortuna i ragazzi di Aduge Studio hanno deciso di regalarci un piccolo scorcio di folklore esotico del dodicesimo secolo creando l’intrigante Qasir al-Wasat, stealth-adventure arrivato su Steam nella sua edizione internazionale per la gioia di chi lo attendeva da molto tempo.

Qasir al Wasat

Le premesse sono abbastanza semplici eppure contengono già alcune sfumature di ambiguità, la quale permea quasi totalmente l’esperienza narrativa del titolo.
Un Subtle, creatura enigmatica dalle sembianze ibride proveniente da un’altra dimensione, viene convocato nel mondo degli uomini da un potente stregone allo scopo di portare a termine l’assassinio di tre avversari politici rinchiusi nella sua corte.

Questa evocazione mette subito la pulce nell’orecchio alla creatura, diffidente e infida per natura, spingendola a dubitare del mago che però intanto lo tiene vincolato dal contratto a cui dovrà attenersi per far ritorno nella propria dimensione.
Ci troveremo quindi a vagare per l’ampio castello siriano in cerca degli obiettivi da uccidere e di altre entità arcane, senza dimenticare le guardie a pattuglia di ogni stanza che costituiscono il fulcro stealth del gioco.
Il gioco può essere concluso in qualche ora ma presenta un finale alternativo, raggiungibile visitando tutte le stanze del palazzo e risolvendo i puzzle opzionali nascosti a regola d’arte prolungando di almeno il doppio la longevità di base.
Se giocate Qasir al-Wasat aspettandovi un certo spessore narrativo non verrete di certo delusi, dal momento che la metanarrativa vanta un notevole grado di profondità ed entrambe le conclusioni della storia risultano sensate e gradevoli.

Le meccaniche sono piuttosto basilari e di facile comprensione, seppur gratificanti al punto giusto.
Il mostro può contare sul dono dell’invisibilità per passare inosservato durante le esplorazioni, possiede la facoltà di uccidere gli avversari avvelenandoli e riesce a celare i rumori provocati dagli spostamenti grazie a una modalità di passo furtivo.

Qasir al Wasat
Quando si finiscono le scorte di veleno (ricaricabili tramite consumazione di speciali pasti), tuttavia, il bianco demone sarà costretto ad assassinare utilizzando gli artigli e sporcandosi di sangue, che lo renderà parzialmente visibile alle guardie; il problema si risolve trovando rettangoli di sabbia disseminati per la mappa nei quali pulirsi e tornare invisibili.

I nemici non sono dotati di un’intelligenza artificiale degna di nota, fattore da cui scaturisce un livello di difficoltà bassino coadiuvato dal respawn, in caso di morte, nell’ultima stanza visitata.
E’ talora possibile, però, imbattersi in situazioni al limite del frustrante a causa dei pattern imprevedibili e di fulminea esecuzione delle guardie che ci si parano davanti o ci urtano senza preavviso provocando il game over.
Precisiamo infatti che basta un colpo per capitolare e non è sempre facile evitare i fendenti di sciabola, poiché il sistema di movimento rende la corsa poco precisa e reattiva, come se si corresse su pavimenti scivolosi.

Non molto da contestare in termini di level design, anche se avremmo gradito una maggiore enfasi sugli elementi di pericolo all’interno del castello, un tantino piccolo per i nostri gusti.
Eccetto tali pecche veniali, comunque, l’esperienza rimane solida e scorre fluidamente fino alla conclusione coinvolgendo il giocatore passo dopo passo senza mai annoiarlo.

Per quanto riguarda la componente puzzle possiamo affermare che gli enigmi proposti ci sono sembrati ispirati e ben contestualizzati senza eccessi di cervelloticità, memori peraltro di un grande substrato culturale omaggiato dall’intero comparto artistico.

Qasir al Wasat
L’art design è infatti raffinatissima nel suo minimalismo grazie alle sue figure in miniatura -ispirate all’arte medievale persiana-, le sale principesche piene di dettagli, i giardini lussureggianti al chiaro di luna, le segrete illuminate da torce e tutte quelle meravigliose atmosfere che si potrebbero trovare nelle Mille e una notte.
Un Oriente da vivere, osservare, respirare, ma anche ascoltare giacché la soundtrack procedurale prodotta dai passi e dai dialoghi dei personaggi conferisce al gioco un’aura cangiante e profondamente immersiva.
Nulla da dire sul comparto tecnico, poi, privo di opzioni di personalizzazione grafica e poco elaborato ma ad ogni modo gradevole alla vista.
Annotiamo infine la triste mancanza dell’italiano fra la decina di lingue a disposizione.

Conclusioni
Qasir al-Wasat è una piccola dimostrazione d’amore verso il mondo medio orientale antico, permeato da un intenso alone di magia e mistero diventato poi materia poetica nei secoli a venire.
E’ uno stealth puro, basilare, senza fronzoli, in grado di offrire sia momenti di riflessione sia di tensione e il comparto artistico affascinante unito alla singolare soundtrack in tempo reale non fa altro che valorizzare maggiormente l’intera produzione.
Non si tratta di un titolo privo di difetti, purtroppo, ma il valore c’è tutto e lo consigliamo con convinzione a chiunque voglia godersi un seducente viaggio nel medioevo siriano.
Valutazione

7.8
+ Ricco di folklore
+ Art design ispiratissimo
+ Meccaniche semplici ma solide
+ Narrativa egregia
– Sistema di movimento un tantino impreciso
– Mondo di gioco relativamente piccolo
– Niente italiano

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