Data di Uscita 13 Ottobre 2015 | Lingua Inglese |
Piattaforme PC, Mac, PS3, PS4, 360, One, iOS, Android | Versione recensita PC |
Da quando i Telltale sono esplosi in quanto fenomeno di massa nel settore delle avventure grafiche -o meglio nell’interpretazione di tale genere- moltissimi brand popolari come ad esempio The Walking Dead e Game of Thrones hanno beneficiato di spin-off interessanti in trasposizione videoludica, così si è riscontrata la nascita di un vero e proprio culto attorno ai lavori dello studio statunitense composto in gran parte da ex dipendenti dell’ormai defunta LucasArts.
Dopo il discreto successo dei più recenti titoli episodici dedicati a Borderlands e Game of Thrones, però, il team ha deciso (sicuramente spinto da Microsoft) di realizzare una modalità storia di Minecraft con personaggi e ambientazioni originali che risponde appunto al nome di Minecraft: Story Mode.
Analizziamo dunque nel dettaglio il primo capitolo.
The Order of the Stone
Dopo una breve introduzione che racconta la leggenda di quattro celebri eroi che tempo addietro salvarono il mondo sconfiggendo l’Ender Dragon, inizia una spiccia presentazione dei protagonisti, ovvero Jesse, il suo maiale Reuben e gli amici Axel e Olivia.
Jesse condivide alcuni tratti con Guybrush di Monkey Island e Rufus di Deponia, se non altro per l’atteggiamento scanzonato, la testa sulle nuvole e la tipica voce dal tono comico; la piccola spalla rosa non parla ma emette spesso dei grugniti tradotti dal padrone con frasi in prevalenza sarcastiche; Olivia rappresenta la classica ragazza assennata dotata del quoziente intellettivo più alto nel gruppo, non di certo a livelli stratosferici ma comunque decenti; Axel, infine, dovrebbe corrispondere all’amico un tantino tardo dagli atteggiamenti talora bonaccioni e accomodanti, talaltra inspiegabilmente stupidi ed irritanti.
La compagnia è decisa a partecipare ad una gara di costruzione indetta in occasione dell’EnderCon, importante fiera del blocco che quest’anno promette di offrire l’incontro diretto con uno degli eroi della leggenda, il guerriero Gabriel.
Durante il progredire delle vicende facciamo la conoscenza di altri due personaggi che probabilmente rivestiranno un ruolo chiave nella serie: Lukas e Petra.
Mentre il primo, capo della gang rivale del nostro Order of the pig, si ritrova quasi casualmente in mezzo ai fatti narrati e, almeno al momento, non presenta particolari caratteristiche in grado di renderlo rilevante, la seconda dimostra già da subito un carattere ben definito, deciso e intraprendente, che la rende senza dubbio il personaggio migliore tra quelli visti finora.
Ma torniamo alla storia, la quale fila piuttosto tranquillamente e priva di momenti notevoli fino a quando non incontriamo Ivor, personaggio dall’aspetto losco che mette in moto l’ingranaggio a causa del quale la fiera scoppia nel caos ed una grande mostruosità si abbatte sull’intero mondo.
I nostri saranno così trascinati nel turbinio di eventi che li porterà alla ricerca degli eroi leggendari dell’Order of the Stone, nella speranza di rimediare al fatidico errore e porre fine alla terribile entità malvagia che imperversa seminando morte e distruzione.
Sulla carta la struttura narrativa sembra andare per il verso giusto, proponendo immediatamente degli obiettivi chiari nel modo più semplice possibile e riuscirebbe anche ad appassionare l’utente, se non fosse per la banalità della maggior parte dei dialoghi riscontrati soprattutto nei frequenti momenti di stallo, poco interessanti se non del tutto morti.
A differenza del resto delle opere Telltale qui ci troviamo infatti di fronte ad un rating PG 10+ dovuto probabilmente alla natura kid friendly del titolo Mojang, aspetto in apparenza irrilevante che però dona ad ogni battuta ed avvenimento un piglio piuttosto infantile e ha, secondo noi, costretto gli sviluppatori all’adattamento dei singoli componenti della storia per un pubblico di minori, con tutte le conseguenze del caso.
Con ciò non vogliamo affermare che sarebbe stato meglio adattarlo ad un rating 18+ ma la sensazione di assistere a qualcosa di estremamente semplificato solo per venire incontro ai bambini ci arreca diverse preoccupazioni.
Tali sospetti vengono corroborati dalla natura semplicistica delle meccaniche, qui addirittura più spoglie del solito.
L’esplorazione e l’interazione con l’ambiente sono quasi del tutto assenti poiché basta muoversi in direzione dell’obiettivo per sormontare gli ostacoli in modo praticamente automatico, inoltre gli oggetti raccolti o donatici presenti nell’inventario possono essere usati solo quando il gioco ce ne offre l’occasione, eliminando persino quelle poche tracce d’ingegno a cui i Telltale non sembrano affezionati.
Pressoché invariati i quick time event e le opzioni di dialogo, entrambi piuttosto esosi di prontezza nei riflessi ma, purtroppo, ancora una volta scarsamente incisivi ai fini del proseguimento degli eventi.
Come di consueto, qui non esistono scelte giuste o sbagliate ma soltanto facce della stessa medaglia e sia fallire i QTE che prediligere una risposta ad un’altra non apporta il minimo cambiamento alla struttura narrativa.
Due nuovi elementi, però, aggiungono a Minecraft: Story Mode un pizzico di originalità: il crafting e un combat system atipico.
Gli oggetti da creare appaiono sotto forma di ricette quando ci si approccia ad un tavolo da lavoro, proponendo al giocatore molteplici opzioni che si rivelano utili alla risoluzione di puzzle e dunque al prosieguo dell’avventura.
Il combattimento, invece, avviene in tempo reale attraverso lo spostamento direzionale e la pressione del tasto sinistro, con i nemici che avanzano attentando all’ampia barra della salute suddivisa in cuori che appare sull’angolo in alto a sinistra dello schermo.
Si tratta di meccaniche prese di peso da Minecraft in grado di donare maggiore varietà al gameplay rispecchiandone quegli aspetti caratteristici che di sicuro faranno le gioie dei fan più fedeli, aumentando oltretutto l’accessibilità delle stesse.
Un ulteriore tributo al sandbox di casa Microsoft si materializza nella veste grafica completamente “cubettosa”, gradevole e ben animata nonché dettagliata al punto giusto da fornire un design convincente a personaggi e ambientazioni.
Decente anche il sonoro, realizzato dagli autori della soundtrack atmosferica originale di Minecraft e abbastanza adatta al tono leggero ed umoristico del titolo.
Nulla di importante da segnalare a livello tecnico se non qualche sporadico glitch che coinvolge le animazioni.
Conclusioni Con Minecraft: Story Mode, Telltale punta a conquistare una cospicua fetta dell’ormai immensa fanbase del brand recentemente acquistato da Microsoft. Per far ciò ha cosparso la sua avventura di elementi familiari ad essa come il crafting e il sistema di combattimento in tempo reale che spezzano la monotonia della solita struttura a cui lo studio americano ci ha abituati. Il problema è che la trama, pur promettente, viene in qualche modo smorzata dall’incredibile, a tratti imbarazzante, qualità dei dialoghi i quali, uniti all’estrema facilità con cui si superano gli ostacoli e all’inesistente peso delle scelte nello svolgimento delle vicende, potrebbero deprimere i player adulti. Ci auguriamo che i prossimi episodi contengano, per lo meno, un maggior numero di sfide degne di nota grazie a cui la struttura di gioco possa esprimersi e far esprimere il giocatore al meglio senza trattarlo come un semplice spettatore. |
Valutazione scala 1/10 6.1 |
+ Fedele al mondo di Minecraft + Nuove meccaniche interessanti + Storia con del potenziale |
– Troppo facile e guidato – Gameplay ai minimi termini – Sceneggiatura carente – Le scelte contano davvero poco |
*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*