Data di Uscita 15 Gennaio 2016 | Lingua Italiano |
Piattaforme PC, PS3, 360 | Versione recensita PC |
Dragon’s Dogma ha dovuto combattere al lancio con un mostro chiamato Skyrim, che lo ha portato a restare più in ombra di quanto non avrebbe meritato. Le vendite non sono state proprio entusiasmanti, e siamo lieti che Capcom abbia voluto credere ancora nel progetto creando una versione per PC Windows, tanto a lungo richiesta dai fan. Il problema fondamentale è che a questo punto sono ormai passati tre anni, un gap temporale notevole, soprattutto se consideriamo le differenze tecniche tra un gioco della passata generazione di console e uno moderno per PC. Cerchiamo di capire se Dragon’s Dogma: Dark Arisen ha oggi un senso su Windows o se semplicemente è troppo tardi.
Dragon’s Dogma: Dark Arisen
Capcom è già responsabile del franchise di Monster Hunter, una IP fortissima a livello internazionale, e Dragon’s Dogma risulta per molti aspetti una sorta di ampliamento delle meccaniche di base già conosciute in tale IP, offrendo inoltre una sfilza di aggiunte e migliorie volte a catturare l’attenzione degli appassionati di giochi di ruolo (semi) open-world, una fetta di pubblico molto esigente, che in genere si rivolge ai lavori di Bethesda o di CD Projekt Red.
La possibilità di creare da zero un nuovo personaggio è per molti cosa gradita, ma spesso e volentieri si traduce anche nell’impossibilità di dare una personalità ben strutturata al protagonista della vicenda, difetto che riscontriamo purtroppo anche in questo Dragon’s Dogma: Dark Arisen.
Fin dalle prime battute sarà chiaro che né la trama né la sceneggiatura riusciranno più di tanto ad allontanarsi da numerosi cliché del genere, sviluppandosi in maniera davvero lenta, incapace di catturare la nostra attenzione o di farci continuare a giocare giusto per sapere cosa succede dopo. La situazione migliora solo in parte col passare delle ore, ma in linea di massima se cercate un gioco di ruolo con una trama solida The Witcher 3: Wild Hunt è ad oggi il miglior candidato a cui possiate puntare.
Anche le quest secondarie soffrono purtroppo di una certa ripetitività, e in generale sono davvero poco ispirate, consistendo nella maggior parte dei casi nell’andare dal punto A al punto B, nel recuperare un oggetto particolare o nello scortare qualcuno o qualcosa proteggendolo da eventuali attacchi. Nulla di nuovo sotto il sole insomma, tutti elementi che chiunque non sia vissuto in eremitaggio nell’ultimo ventennio non abbia già sperimentato in un gioco di ruolo o in un MMO qualsiasi. Le ricompense per tali missioni secondarie non sono inoltre così stravolgenti da spingerci a completarle tutte, e dopo una manciata di tentativi preferiremo dedicarci ad altre attività.
L’elemento più riuscito di Dragon’s Dogma: Dark Arisen è senza dubbio il sistema di combattimento, invecchiato davvero bene e ancora eccellente, reattivo e preciso. I giocatori PC vorranno però armarsi di un buon controller (noi abbiamo usato in prevalenza quello di Xbox 360) per risultare davvero efficaci, perché l’accoppiata mouse più tastiera lascia il tempo che trova, e richiede un periodo di apprendimento che tutto sommato è più comodo risparmiarsi. Il gioco supporta inoltre alla perfezione anche lo Steam Controller, dunque ce n’è davvero per tutti i gusti.
Ma parliamo di questo sistema di combattimento, in tempo reale, più simile a quello di un quasi-hack and slash che di un gioco di ruolo tradizionale. Potremo scegliere tra classi di base e successive specializzazioni e, durante i combattimenti, saremo assistiti da un massimo di tre compagni controllati dalla CPU. Uno di questi potrà essere preimpostato e “costruito” da noi, gli altri due saranno invece scaricati dalla rete, dove potremo scegliere tra i numerosi NPC creati da altri giocatori.
Interessante notare come i punti esperienza del personaggio e quelli della classe siano separati, per la gioia di tutti gli appassionati di grinding e di un endgame profondo.
Durante le nostre esplorazioni per le vaste terre create dagli sviluppatori incontreremo un gran numero di avversari, per lo più i classici fodder che butteremo già senza troppe difficoltà. Le emozioni forti arriveranno però quando ci scontreremo con boss e miniboss, creature appartenenti alla mitologia classica molto più grandi di un essere umano, che dovremo abbattere salendogli letteralmente addosso fino a colpirli nello specifico punto debole, un po’ alla maniera dell’indimenticabile Shadow of the Colossus. Potremo imbatterci ad esempio in diversi tipi di draghi e viverne, ciclopi, arpie, chimere e quant’altro, e tante volte gli incontri saranno del tutto fortuiti.
Dragon’s Dogma offre infatti un mondo semplicemente divertente da esplorare, ben caratterizzato, pieno di possibilità e di incontri inaspettati. Potrà quindi capitare di starcene per i fatti nostri cercando una scorciatoia tra un punto e un altro e imbatterci intanto in una chimera!
Salire su uno di questi bestioni non sarà mai un gioco da ragazzi, e anche passando molte ore con il gioco gli scontri di questo tipo sono sempre intriganti. Le creature si dibatteranno, cercheranno di difendersi, di ferirci, faranno di tutto per impedirci di portare a segno il colpo mortale, accompagnandosi con animazioni ancora più che buone, che contribuiscono a farci immedesimare nella parte.
Il combattimento finale poi è quanto di meglio gli sviluppatori potessero realizzare, uno scontro in più fasi, disegnato alla perfezione, un lavoro che immaginiamo debba essere stato piuttosto impegnativo, e una qualità che ci sarebbe piaciuto vedere più spesso all’interno del gioco.
Purtroppo uno dei motivi principali che ci porteranno a incontrare tutte queste creature spaventose è anche uno dei più grandi difetti del gioco: non esiste un sistema per il viaggio rapido. A dispetto delle considerevoli dimensioni della mappa, gli sviluppatori hanno preferito non darci la possibilità di “warparci” da una parte all’altra, forse per dare un senso di maggiore realismo, difficile dirlo.
La versione PC del gioco viene offerta a un prezzo ridotto (30 euro) e garantisce l’accesso al contenuto aggiuntivo di Nerabisso, un dungeon vastissimo popolato da creature non presenti nel resto del mondo. L’elevata difficoltà lo rende un ambiente ideale per chi sia alla ricerca di un endgame coi fiocchi, capace di tenere impegnati per decine di ore.
Per il resto l’ottimizzazione grafica su PC è decisamente buona, le texture sono dotate di una più elevata risoluzione e il framerate si mantiene stabile anche con configurazioni di fascia media, mantenendo 60fps abbastanza costanti. Proprio la fluidità è uno degli elementi più importanti di questo porting, in quanto le edizioni console di Dragon’s Dogma erano afflitti da cali di framerate considerevoli, che minavano l’esperienza di gioco e deturpavano la bellezza dei combattimenti. Si aggiunge poi la possibilità di intervenire sul FoV, che consente di immergersi meglio nelle fasi di esplorazione e di sfruttare a dovere le configurazioni monitor in 21/9.
Conclusioni Venduto a un prezzo budget di 30 euro, Dragon’s Dogma: Dark Arisen è un gioco di ruolo ibrido action ancora molto solido, privo purtroppo di una trama che possa lasciare il segno, ma forte di un sistema di combattimento divertente e adesso accompagnato da una fluidità all’altezza. Gli innumerevoli contenuti, le possibilità di approfondimento delle classi e un ricchissimo endgame fanno in parte perdonare un design delle missioni che lascia il tempo che trova, e un comparto visivo che – per quanto ottimizzato – resta quello di un gioco del 2012. Se amate Monster Hunter e l’idea di ibridarlo con uno Skyrim vi esalta l’acquisto è comunque caldamente consigliato. |
Valutazione 8.4 |
+ Sistema di combattimento eccelso + Tanti contenuti + Porting all’altezza + Endgame molto ricco + Prezzo ridotto |
– Trama priva di mordente – Quest secondarie banali e ripetitive – Manca un sistema di viaggio rapido – Qualche bug |