Battlefield 1 è una vittoria nettissima sia per i giocatori che per Electronic Arts. Dopo il lancio disastroso di Battlefield 4 e i risultati deludenti di Hardline, il nuovo episodio di questo franchise arriva proprio quando deve. Il publisher ne ha accompagnato lo sviluppo creando hype tra gli utenti, ma anche proponendosi con coraggio. Il setting della Prima Guerra Mondiale è infatti piuttosto atipico per questo genere di prodotti, sempre più volti verso il moderno. Call of Duty è un esempio lampante di questa tendenza.
In molti dubitavano delle possibilità ludiche offerte da questa tragedia storica. DICE è stata invece bravissima a creare storie, mappe e situazioni perfette per il gioco.
Come vedremo di qui a poco, l’esperienza maturata con Star Wars Battlefront è stata determinante.
Battlefield 1
Uscita 21 Ottobre 2016 Lingua Italiano Piattaforme PC, PS4, One Versione recensita PS4 Prezzo al lancio 69,99€ |
Messa da parte l’idea di un formato “multiplayer only”, Battlefield 1 è un FPS completo sia in singolo che in multigiocatore. Come Call of Duty, anche Battlefield soffre da tempo di uno sbilanciamento notevole del single player in favore del multiplayer. Questo accade anche in Battlefield 1, un po’ a ragione considerato che la longevità si basa quasi esclusivamente sul PvP.
La Campagna ha il compito di iniziarci alle meccaniche di base del gioco. Considerato il periodo storico, le armi a nostra disposizione saranno diverse da quelle a cui siamo abituati. Questa modalità si suddivide in più missioni non correlate tra loro. Accompagneremo alcuni soldati al fronte, tra storie inventate ma perfettamente credibili, personaggi umani e imperfetti e cutscene che sanno riprodurre con drammaticità le assurde condizioni in cui venivano costretti questi uomini.
Per quanto si tratti di racconti singoli e piuttosto brevi (un’oretta ciascuno) siamo rimasti pienamente soddisfatti. Le sceneggiature sono state scritte bene, fotografia e regia delle cutscene sono eccellenti. Notevole è inoltre la varietà di situazioni, proprio per la natura da pseudo-tutorial di tali missioni.
Oltre quindi a prendere confidenza con fucili di precisione a colpo singolo, impareremo a usare la baionetta, a stare incollati agli aerei nemici mentre cerchiamo di riparare il nostro in volo, a guidare un carro armato che poi è stata una delle più note invenzioni della Grande Guerra.
La conformazione degli scenari è un elemento molto interessante. Già nella Campagna noteremo come sia possibile affrontare alcune missioni in modalità stealth. Non c’è un reale obbligo, possiamo anche procedere ad armi spianate, ma Battlefield 1 concede anche un approccio più tattico e non lo fa tanto per aggiungere una feature in più. Imparare a muoversi silenziosamente e a prendere il nemico alle spalle è infatti importantissimo nel multiplayer competitivo. Questo è, come ci si aspettava, il cuore pulsante dell’intera esperienza.
Dimentichiamo i disastri di Battlefield 4, perché qui funziona tutto a dovere. Abbiamo provato il gioco a lungo su PlayStation 4, e non abbiamo mai riscontrato lag o cadute di connessione. Considerati i numeri fatti registrare al lancio è un risultato encomiabile.
Il PvP include più modalità, tutte ben progettate. Senza dubbio la più entusiasmante è Conquista, dove fino a 64 giocatori se le daranno di santa ragione all’interno di mappe gigantesche. Come accennavamo in apertura, proprio qui notiamo l’esperienza maturata con Star Wars Battlefront. Le mappe di Conquista hanno dimensioni imponenti, 32 giocatori per squadra potranno coprire le diverse aree della zona o coordinarsi per conquistare i numerosi punti di interesse. Immaginiamo che gli sviluppatori di DICE volessero ricreare una situazione stile guerriglia (urbana e non): ci sono riusciti.
Dalla schermata di selezione potremo scegliere in che zona della mappa riapparire e la classe di appartenenza. L’assaltatore è una sorta di soldato semplice, armato di una pistola e di un fucile d’assalto. I giocatori meno esperti o quelli più inclini allo scontro frontale vorranno utilizzare questa soluzione, bilanciata e accessibile.
Il cecchino mantiene la pistola, ma aggiunge un fucile di precisione. Siamo nella Grande Guerra, niente caricatori con 10 colpi: si ricarica manualmente ogni proiettile. Questo significa che colpire alla testa per un’uccisione pulita è più determinante che in altri giochi. Se colpiremo al corpo non potremo terminare il lavoro con un ulteriore proiettile, saranno necessari circa 3 secondi per ricaricare. Considerato che il livello di zoom sarà inferiore rispetto a quello delle armi moderne, il nostro compito non sarà facilissimo.
Le altri due classi disponibili sono il medico e il supporto. La prima può dispensare kit del pronto soccorso come se piovessero (creando anche situazioni piuttosto autoironiche). I punti vita si rigenerano da soli, ma con una certa lentezza. Muoversi insieme a un medico può fare la differenza tra una conquista portata a termine e la nostra morte prematura.
La classe di supporto ha una potenza di fuoco media, ma può nel contempo rifornire i compagni di munizioni.
Si tratta insomma di quattro classi complementari le une alle altre, tutte necessarie.
Il sistema di progressione di Battlefield 1 fa sì che utilizzare una determinata classe porti a specializzarsi sbloccandone ulteriori potenzialità. I punti esperienza sono limitati a ciascuna classe e, per quanto esista un rank generale, questo non fornisce armamenti addizionali.
Il nostro scopo sarà dunque totalizzare più punti possibile con una classe salendo di livello. In questo modo avremo accesso ad armi speciali, che potremo “acquistare” utilizzando una valuta ottenibile ingame. Tutto ciò significa che Battlefield 1 richiede tempo.
Se vorrete vedere tutto ciò che ogni classe ha da offrire dovrete raggiungere il decimo rank di ciascuna e acquistare i diversi equipaggiamenti. Questi possono cambiare il gameplay in maniera drastica, offrendo una notevole diversificazione.
Esistono armamenti che rendono il personaggio più forte in attacco o in difesa, l’esperienza cambia profondamente salendo di livello. C’è insomma un senso di progressione che gratifica, non è un mero “faccio una partita fine a se stessa”. Battlefield 1 diverte (e anche parecchio) con il suo multiplayer, migliora praticamente ogni aspetto di Star Wars Battlefront.
Il gran numero di mappe disponibili e la varietà negli scenari già al lancio è encomiabile. Alcuni siti di scontro divenuti tristemente famosi negli anni sono stati ricreati con una certa cura storica. Tra questi figura sicuramente Monte Grappa, dove avvennero le tre celebri battaglie contro l’esercito austo-ungarico.
Non è presente un radar che indichi con chiarezza la posizione dei nemici stile Destiny, Battlefield 1 richiede un grande colpo d’occhio, come da tradizione per la serie. Le grandi mappe offrono purtroppo numerose posizioni adatte ai camper, dunque sarà necessario muoversi rapidamente e con attenzione. Ci sono inoltre un gran numero di strutture e punti ciechi che offrono eventuali nascondigli a chi voglia tendere degli agguati. In questo senso abbiamo trovato un difetto bizzarro, che adesso andremo a spiegare.
Battlefield 1 ha senza ombra di dubbio uno dei migliori comparti sonori visti in un videogame. Non si parla di soundtrack, ma piuttosto degli effetti audio. Trovarsi in un campo di battaglia e sentire i colpi che si infrangono sulle rocce o sul fango, che sibilano passandoci accanto alle orecchie, i cingoli del carro armato che aggrediscono mura e cemento, l’antiaerea con i suoi proiettili e i bombardieri che sfiorano il terreno: la quantità e la qualità del dettaglio sonoro è in una parola impressionante.
In tutto questo splendore ci sorprende che si sia fatto così poco per il rumore dei passi nemici.
In pratica sarà possibile udire qualcosa solo se il nemico sta correndo. Ora, è ovvio che se il tizio sta strisciando per terra o camminando lentamente sia difficile sentirne i passi, ma avrebbe avuto più senso inserire nel radar qualche tipo di indicazione sull’eventuale vicinanza di altre persone, siano esse amiche o nemiche. Ciò avrebbe permesso un maggior tatticismo da parte degli assalitori, invece che un semplice camminare in giro e accoltellare il nemico di turno solo perché sta girato dalla parte sbagliata. E’ una mancanza che crea un po’ di frustrazione, si sarebbe potuto fare qualcosa in più.
Qualche difetto coinvolge anche il lato tecnico del gioco. Chiariamo subito che Battlefield 1 vanta un colpo d’occhio invidiabile su tutte le piattaforme. Il problema è che su console si deve fare qualche sacrificio, sia su PS4 che su One. Su PlayStation siamo rimasti incantati dalla qualità degli shader e delle ombreggiature, accompagnate da un’occlusione ambientale eccelsa. Per mantenere tanta qualità, DICE ha fatto ricorso alla risoluzione adattiva, tecnica usata in molte recenti produzioni. In pratica in base alla pesantezza della scena o degli effetti riprodotti il gioco ridurrà la risoluzione per garantire un buon framerate. Il momento del “salto” tra una risoluzione e l’altra è purtroppo molto evidente, fastidioso per l’occhio più sensibile. Si accompagna tra l’altro a due ulteriori difetti, ovvero il pop in e il pop up.
Il primo porta il gioco a caricare le texture in alta risoluzione solo quando saremo fin troppo vicini agli oggetti. Da lontano noteremo dunque una risoluzione bassa, con dettagli poco convincenti. Il pop up coinvolge principalmente il foliage (vegetazione 2D), che ha una distanza di rendering piuttosto ridotta. Questo sarà evidente in particolare in una delle mappe multiplayer, situata in una sorta di foresta. Il draw distance è comunque una problematica che si nota anche in altri frangenti, in particolare per lo swap delle texture di elementi legati al terreno.
Nulla da ridire invece per il filtro anisotropico, in questo caso molto buono. La sensazione di profondità è ottima, così come la prospettiva.
Continuando sulle mancanze dobbiamo ammettere di essere poco entusiasti del framerate. DICE ha voluto puntare ai 60 frame al secondo, scelta sensatissima in un FPS. E’ chiaro però che PS4 non riesca a gestire questa grafica a una simile velocità. Sono stati compiuti dei test approfonditi sul gioco da parte dei colleghi di Digital Foundry, che hanno notato oscillazioni tra i 60 e i 40FPS su PS4.
Nella nostra personale esperienza abbiamo assistito a una situazione peggiore, con picchi negativi palesemente inferiori ai 30FPS, più vicini al limite dei 20. Sottolineo che si tratta di rilevamenti fatti senza l’uso di strumenti particolari e basati solo sulla mia percezione visiva.
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In sintesi Battlefield 1 è il miglior Battlefield rilasciato fino a questo momento. Chi ama giocare in singolo potrà godersi delle storie che, per quanto scorrelate, sono comunque ben scritte, diversificate e gradevoli. Non impegnano troppo a lungo, questo è vero, poiché il cuore della produzione rimane il multiplayer competitivo. Il PvP di Battlefield 1 è ricco, completo, offre tante mappe fin dal lancio e ha un sistema di progressione eccellente. Non tralasciamo inoltre che i server si sono comportati benissimo fin da subito, dettaglio non di poco conto con produzioni di queste dimensioni. Detto questo, lo stile “alla Battlefield” resta quello noto: ci sono elementi dello scenario da distruggere, veicoli da usare, spazio per i camper, qualche sbilanciamento nel respawn, l’assenza di radar efficaci e la scarsa mobilità del personaggio una volta preso a tiro. A dispetto di qualche mancanza tecnica e strutturale, Battlefield 1 è un first person shooter che consigliamo senza remore a tutti gli amanti del genere. |
Valutazione scala 1/10 8.7 |
+ La Grande Guerra è un setting coraggioso ma perfetto per il franchise + Single player finalmente convincente, storie ben scritte + Campagna variegata e divertente + Multiplayer ricco di mappe e modalità + Eccellente sistema di progressione delle classi + Buon design delle mappe + Effetti sonori di altissimo livello + Colpo d’occhio davvero notevole |
– Un bel po’ di mancanze tecniche su console – Ancora troppo spazio per i camper – Radar in multiplayer poco sfruttato, un rilevamento sonoro sarebbe stato ideale – Le macerie a seguito dei crolli spariscono subito |
*Recensione basata su una copia acquistata dalla redazione*