Cantami, o Diva, dell’audace Nikandreos l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Olimpici, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme di dèi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l’alto consiglio non s’adempia), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re dell’Olimpo e il divo Nikandreos.
Quale miglior introduzione all’analisi di Apotheon, metroidvania sviluppato da Alientrap e pubblicato su Steam nello scorso 3 febbraio, se non il tema dell’epica greca che costituisce il nucleo stesso del gioco?
Apotheon – Recensione
Data di uscita: 03/02/2015
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €19.99
Sponsor: in offerta su Amazon
Si parte dall’invasione al villaggio del nostro alter ego, Nikandreos, da parte di un gruppo di barbari provenienti dal mare ed intenzionati a mettere a ferro e fuoco l’intera area se non arginati in tempo.
Questa breve introduzione serve ad illustrare le meccaniche basilari di gameplay come salto, parata e attacco, nonché ad iniziare il sanguinoso cammino del soldato greco verso l’Olimpo.
Alla fine del prologo di Apotheon, infatti, veniamo avvicinati nientemeno che da Era, moglie di Zeus, la quale ci informa della decisione del marito di voler tagliare i ponti con l’umanità, rea di aver deluso ed offeso le grandi divinità celesti per ormai troppo tempo, e ci chiede di porre fine al grande piano di sterminio del Cronide togliendo di mezzo lui e buona parte dei suoi seguaci nel Pantheon.
A colpirci, più che l’intreccio narrativo, è la direzione artistica del titolo e l’immensa quantità di cultura mitologica presente in esso.
Gli sviluppatori hanno letteralmente riempito Apotheon di citazioni coltissime, da passi di Omero a Esiodo, e nel farlo si sono divertiti a ricostruire, talvolta in chiave ironica e moderna, le trame e le sottotrame dell’antica religione greca, conferendo al proprio lavoro una valenza didattica di non poco conto senza annoiare l’utente medio o risultare banali/irrispettosi agli occhi degli esperti.
Apotheon – Trailer di lancio
Lo stile grafico di Apotheon è vistosamente ispirato all’arte vascolare greca del VII secolo a.C. ed in particolare alla ceramica a figure nere tipicamente corinzia, scelta di notevole raffinatezza che conferisce ad ambienti e personaggi, rifiniti e colorati con una perizia pittorica, un aspetto a tratti sbalorditivo dinanzi a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Gli scenari, caratterizzati alla perfezione, presentano una apprezzabile varietà ed insieme alla soundtrack di altissimo livello garantiscono una profonda immersione, per certi versi mistica, nel viaggio fisico e spirituale dell’eroe ellenico: alcuni esempi sono il pacifico boschetto di Artemide, il mare tempestoso di Poseidone e l’affascinante quanto tetro regno di Ade.
Vagare per i campi elisi non è mai stato così piacevole.
La struttura geometrica del vasto mondo di gioco, infatti, insieme alla possibilità di effettuare viaggi rapidi già da subito, permette una discreta fluidità dell’esplorazione ed incoraggia pertanto l’utente ad andare alla ricerca dell’incredibile quantità di loot e segreti sparsi per l’Olimpo, celati spesso da puzzle ambientali o porte bloccate.
Visitando i domini delle varie divinità olimpiche ci accorgiamo che, oltre alla lodevole accuratezza con cui le peculiarità di ciascun dio vengono raffigurate e trasposte in dialoghi, Apotheon riesce nell’impresa (non intentata persino dai Castlevania) di proporre nuove meccaniche ad ogni boss o miniboss che si presenti.
Piuttosto che puntare sul semplice combattimento corpo a corpo, sicuramente solido ma non privo di difetti, si cerca di indirizzare l’utente verso una risoluzione intelligente e pianificata degli scontri, magari con l’ausilio di oggetti, equipaggiamenti speciali e soprattutto lo sfruttamento delle debolezze dei nemici.
La varietà delle situazioni è indubbiamente ampia: andrete a caccia di cervi, vi troverete dentro un immenso ed ipnotico labirinto disseminato di trappole, affronterete la furia delle onde marine, chiacchererete con Caronte, parteciperete a gare di bevute con Dioniso e tanto altro ancora.
Gli scenari presenti in Apotheon offrono la varietà che ci si aspetta dal pantheon greco
Parlando, del sistema di combattimento, apprezziamo l’ottimo schema di controlli per gli attacchi con armi a distanza, ma c’è purtroppo una certa imprecisione delle hitbox in combattimento ravvicinato, elemento che potrebbe rivelarsi un tantino fastidioso specie se circondati da schiere di nemici.
Per il resto i controlli (attacco normale, dall’alto, dal basso, parata, salto, rotolata, switch torcia/scudo e ranged veloce) non ci hanno procurato alcun grattacapo e anzi l’implementazione di un sistema di fatica, insieme ad una fisica delle armi che ne differenzia la velocità d’azione, incrementa il realismo degli scontri restituendo un feedback piuttosto appagante.
E’ inoltre presente una valuta con cui acquistare armi, oggetti ed armature ma anche potenziamenti per le abilità di manovra a seconda del ferro scelto, sebbene i prezzi dei mercanti siano decisamente alti e si consigli di ricorrere al fai da te andando a caccia di bauli sin dalle prime fasi di gioco; attraverso il crafting, infine, si ovvia alle eventuali mancanze di ordigni tascabili e pozioni per il ripristino della salute.
Se il comparto grafico da vaso corinzio interattivo ci soddisfa senza riserve non possiamo dire lo stesso dell’interfaccia dei menu. E’ basilare ma minuscola, non proprio funzionale, complice una gestione discutibile di cambio equip tramite pressione dei direzionali.
Abbiamo inoltre notato alcuni vistosi cali di framerate durante le fasi più concitate e qualche altro piccolo bug relativo all’intelligenza artificiale ma, in sostanza, non si tratta di niente di particolarmente penalizzante.
Registriamo, infine, in aggiunta alla classica modalità storia, un multiplayer locale grazie al quale due giocatori potranno sfidarsi all’interno di arene tratte dalla location olimpica e che, a nostro avviso, avrebbe dovuto completarsi con il supporto del gioco online, data la lunghezza non eccezionale della campagna (circa 7 ore) e una rigiocabilità da prendere in considerazione solo massimizzando il livello di difficoltà.
Consigliato
Apotheon si dimostra senza alcun dubbio uno dei migliori metroidvania di sempre, superiore alla stragrande maggioranza della concorrenza in quanto a direzione artistica e profondità dell’esperienza di gioco complessiva.
Non siamo abituati ad opere di un tale calibro culturale, pregne di estremo rispetto per la tradizione, sia storica che videoludica, e capaci di svecchiare un genere ormai quasi totalmente relegato all’emulazione/omaggio dei classici.
Caratteristica in ogni sua sfumatura, la sorprendente perla di Alientrap è riuscita a meravigliarci, appassionarci e strapparci più di un sorriso, motivo per il quale ne consigliamo l’acquisto ad ogni tipo di utenza, senza se e senza ma.
Questi furo gli estremi onori renduti al domatore di cavalli Nikandreos.
+ Esperienza profonda e soddisfacente + Impegnativo al punto giusto + Colmo di citazioni poetiche e religiose + Stile grafico unico nel suo genere + Soundtrack eccellente + Molte scelte di design originali |
– Alcuni bug e cali di framerate – Combat system non perfetto – Dei contenuti in più non avrebbero guastato |