Pokéfan a raccolta! The Pokémon Company ha bisogno di soldi e ci fa sapere che ben presto potremo farci derubare di nuovo e con un bel sorriso sulle labbra. Infatti durante il mese di febbraio arriverà Pokémon Home, il servizio di cloud storage che offre circa 2 MB di spazio a soli 16€ all’anno! Altro che Google Drive, Dropbox e iCloud con i loro piani gratuiti da 2 a 15 gigabyte. Qui, signori, parliamo di spazio premium, placcato in oro, rodio e platino.
Per comprendere i contenuti della fantastica offerta bisogna chiaramente avvalersi di un’infografica, come quando EA rivela i modi per giocare ad Anthem o Ubisoft presenta le sue mille edizioni digital mega deluxe per l’ultimo Assassin’s Creed. Facciamo un piccolo riassuntino. Gli utenti premium avranno: possibilità di trasferire i Pokémon da Bank, limite di 6000 Pokémon depositati in Home (circa 2,1mb di spazio calcolando che un file .pkm pesa meno di 300kb), 10 dentro il Box Prodigioso, 3 alla volta all’interno della GTS, partecipazione e hosting di scambi di gruppo e accesso al sistema di valutazione.
Gli utenti base, ovvero i senzatetto, potranno invece godersi: niente trasferimenti da Bank, limite di 30 Pokémon depositati in Home, 3 nel Box Prodigioso, 1 nella GTS, partecipazione come ospiti agli scambi di gruppo e nessun accesso al sistema di valutazione. Il succo dello schemino è che se siete poveri fareste meglio a trasferirvi in pianta stabile su Fortnite, dove continuerete comunque ad essere poveri e disgraziati, ma per lo meno senza la necessità di dover vendere fegato e reni per giocare.
Perché se c’è un primato che The Pokémon Company e Gamefreak sono riuscite a conquistare è quello di possedere il franchise più monetizzato nella storia dei videogiochi. Pensate che in tal senso Spada e Scudo hanno superato persino l’ormai compianto Ghost Recon Breakpoint, un titolo talmente onesto che ha fatto venire i sensi di colpa a un’azienda campione di scrupoli come Ubisoft. Meraviglioso.
In sintesi abbiamo: due edizioni dello stesso gioco da 60€ ciascuna, due espansioni annesse composte da contenuti tagliati dal gioco base a 30€ (da moltiplicare per due qualora le voleste entrambe), un’iscrizione a Pokémon Bank da 5€ l’anno se volete trasferire roba dai giochi antecedenti a Let’s Go e altri 16€ l’anno per riavere indietro delle feature online rimosse al fine di essere vendute separatamente tipo la GTS. Se tutto questo vi pare normale siete ufficialmente equiparabili a chi compra ogni anno in FIFA Ultimate Team o si droga di Clash Royale sul cellulare spendendo sullo shop. O almeno, così direbbero i criticoni online.
Ma in effetti non potevamo chiedere di meglio dopo aver premiato quei capolavori di Spada e Scudo e l’enorme impegno profuso da Gamefreak con 16 milioni di copie vendute. Non avevamo ancora speso abbastanza, in quanto i pro-pro-pro-pro-pro-pro-pro-pronipoti di The Pokémon Company e affiliati non possedevano ancora un fondo milionario riservato alle Cayman. Qualcuno pensi ai bambini, per l’amor del cielo.
Dovete capire che non potevano proprio permettersi il lusso di creare un gioco Pokémon grande, longevo, tecnicamente all’avanguardia, completo di Dex nazionale, con un online funzionante e sempre aggiornato, magari con delle novità lato meccanico e con la possibilità per gli utenti di trasferire qualsiasi creatura quantomeno dagli ultimi titoli usciti aggratis. No. Ma per chi li avete presi? Quelli devono sopravvivere e voi arroganti bambocci tossici vi aspettate prodotti di un certo livello qualitativo? Blasfemia, pazzia.
I tempi sono cambiati. Se prima spendevate intorno ai 40€ per un’esperienza Pokémon completa su DS o 3DS, adesso spillerete fino a 216€ (Switch Online incluso) giusto per il primo anno. D’altronde i server costano parecchio, le animazioni delle mosse sono difficili da realizzare e le uova d’oro con 4 tuorli a guscio prodotte giornalmente dai 120 dipendenti di Gamefreak hanno un certo valore.
C’è chi dice che Spada e Scudo siano stati i peggiori titoli della serie da tempo immemore e che Pokémon sia ormai un franchise allo sbando, di qualità scadente e monetizzato peggio di un app freemium sul Play Store. Ma sono soltanto malelingue, troll, gente che non sa cosa voglia dire essere dei veri fan. Soltanto noi che accettiamo senza discutere qualunque decisione ci venga imposta dall’alto, spendendo centoni ad occhi chiusi, ricompensando avarizia e incompetenza, difendendo a spada tratta una compagnia che ci spreme come limoni, bollando ogni critica come tossicità, sì, noi siamo i veri fan e facciamo soltanto del bene al nostro brand preferito. E sappiate anche che… beeee, beeee, beeee *suoni di campanelle tra i pascoli montani ai confini con la Svizzera*.