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Nintendo prende posizione: no categorico alle censure

Incredibile ma vero, a volte capita anche di leggere dichiarazioni sensate e addirittura apprezzabili da parte di un publisher. Non parlo ovviamente di EA, Activision, Sony, Microsoft, Epic Games e tutti i nostri amici della banda di cazzari professionisti. Parlo invece di Nintendo, a cui i recenti cambi di leadership hanno fatto sorprendentemente un gran bene. Se fino a un paio di anni fa mi aveste detto che il colosso di Kyoto si sarebbe trovato nella posizione in cui è oggi, vi avrei riso in faccia senza pensarci mezza volta. E invece eccoci qui, a lodare le parole del suo presidente che dichiara guerra alle censure nel mondo del gaming.

Il discorso è stato tratto dall’incontro annuale con gli azionisti, dove Shuntaro Furukawa ha risposto a una domanda postagli in merito alla recente ondata di censure sui titoli di terze parti capitanata da Sony. Ecco di seguito lo scambio completo.

Azionista: “Riguardo alla regolamentazione sui contenuti. Sulle altre piattaforme esistono casi di restrizioni applicate all’infuori del CERO o dei corrispettivi enti preposti. Qual è la posizione di Nintendo?”

Furukawa: “Nintendo, allo stesso modo delle terze parti e dei propri software, si affida alla valutazione oggettiva delle organizzazioni per il rating (CERO, ESRB, PEGI) prima della release. Se i proprietari delle piattaforme dovessero agire arbitrariamente, la diversità e l’equità nei videogiochi ne risulterebbero pesantemente danneggiate. La nostra azienda offre servizi di parental control che possono essere usati per applicare tutte le limitazioni del caso.”

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Omega Labyrinth Life, in versione non censurata solo su Nintendo Switch

Non fa una piega. Anzitutto perché il discorso di Nintendo torna a riconoscere il ruolo delle organizzazioni per il rating dei videogiochi che, nonostante vengano ignorate praticamente da chiunque, sono gli unici enti che possano stabilire le fasce d’età consigliate per determinati prodotti. Se acquisti Metro Exodus per tuo figlio minorenne e poi ti lamenti delle scene con le spogliarelliste nonostante l’etichetta “18”, mi dispiace ma sei semplicemente un ebete. Non è che ora abbassano le percentuali alcoliche delle bevande vendute al supermercato per il rischio che le bevano i bambini. O aboliscono i costumi da bagno femminili a due pezzi per evitare di bloccargli la crescita in spiaggia. Tutto sta al buonsenso del consumatore, com’è giusto che sia.

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Segue la questione sugli interventi arbitrari, che nel caso di Sony vanno a danneggiare direttamente giochi e sviluppatori. Sono già numerosi i casi di titoli azzoppati su Steam e PSN a causa della censura preventiva, o addirittura le cancellazioni delle uscite in occidente di altri. È chiaro che se vai a oscurare un pene in Watch Dogs non si lamenterà nessuno, ma se riempi di fasci di luce l’80% delle scenette animate in una visual novel erotica la condanni all’oblio. Cosa che, come ben saprete, Sony ha già fatto diverse volte. For the Players, naturalmente.

Per diversità ed equità, poi, Furukawa non intende gay pride ma varietà del prodotto e libero mercato. Gli sviluppatori hanno tutto il diritto di creare un’opera d’intrattenimento senza essere soggetti ad alcuna limitazione creativa (salvo inserirvi contenuti illegali), e il consumatore ha tutto il diritto di usufruirne al meglio delle proprie possibilità. La censura non è mai un elemento positivo. Limitare la libertà di espressione per qualsiasi motivo non ha mai portato a nulla di buono. Chiedetelo ai cittadini cinesi o nordcoreani, se volete.

Satoru Iwata nintendo

Nintendo non vuole accettare l’ondata di censure che arriva dal panorama americano contemporaneo

C’è un motivo se esistono strumenti di parental control e se aziende come Nintendo le mettono a disposizione dei genitori. Servono proprio ad evitare che le categorie più sensibili entrino a contatto con dei contenuti riservati agli adulti. Sony e Microsoft ce l’hanno un sistema del genere ma non lo pubblicizzano e preferiscono eliminare il problema alla radice mettendolo in culo a giocatori e sviluppatori. Ottima strategia, non c’è che dire.

Una cosa che adoro è la faccia di bronzo nell’additare Nintendo come compagnia per bambini dopo aver rilasciato dichiarazioni come la seguente.

“Riguardo alle limitazioni sui contenuti raffigurabili, si tratta di adeguarsi agli standard globali odierni. E sulla libertà di espressione… dobbiamo pensare a cosa potrebbe essere dannoso per i bambini e proteggerli da quegli elementi, cercando comunque un modo per bilanciare il tutto.”

Ricordate? Appartiene al presidente di Sony Japan Atsushi Morita, nell’atto di arrampicarsi a mani nude sui vetri a specchio della Torre di Shanghai. Alla faccia dei giocatori hardcore e della console di nicchia! Loro devono pensare ai bambini, quelli che popolano le console Nintendo secondo fantomatici dati che abbiamo già ampiamente smentito. Ma va bene così, che rimangano nelle fantasie e nei deliri provocati dalle troppe iniezioni di soia. Di fatto hanno già praticamente consegnato una fetta di mercato indie e di titoli giapponesi nelle mani di Furukawa, che adesso pregusta l’ovvio incremento degli introiti.

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Diversamente da Nintendo, Sony ha raccolto le ire di tantissimi sviluppatori a causa della censura su PS4

Nintendo ha dimostrato con poche e semplici parole di essere non solo un concorrente di Sony ma la piattaforma di gaming da battere da qui alla prossima generazione. Hanno saputo cogliere la palla al balzo mettendosi in prima linea ad accogliere tutti i giocatori e gli sviluppatori scontenti delle assurde politiche di PlayStation. Se c’è ancora speranza per l’industria a livello etico e morale il merito è solo degli atteggiamenti pro-consumatore di chi, come Nintendo, non si piega alla dittatura del politicamente corretto. E io, da sostenitore accanito della libertà di espressione, non posso che esserne contento. Ora per carità sistemate quell’aborto di Switch Online o mi rimangio tutto ciò che ho detto finora. Grazie.

 

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