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Microtransazioni: 2K supplica i giocatori di far tornare loot box

Se c’è qualcosa per cui dovremmo tutti essere grati ai publisher è il quantitativo di risate che ci regalano. Tra dichiarazioni paraculo zeppe di bugie e parole vuote, campagne di marketing fallimentari e pratiche vergognose, i grandi editori di videogiochi riescono sempre a rendersi ridicoli. Stranamente oggi non parleremo di Electronic Arts ma di 2K e di loot box. Dovete sapere che qualche mese fa in Belgio sono state istituite delle leggi anti-gioco d’azzardo indirizzate anche ai videogiochi e alle microtransazioni.

Ad essere colpiti i soliti furbetti del quartierino come Electronic Arts, Activision Blizzard, Valve e altri paperoni dell’industria. Più o meno tutti hanno pubblicato degli aggiornamenti sui loro forum ufficiali lamentandosi di quanto il Belgio sia brutto e cattivo. Una nazione crudele, che penalizza gli utenti costringendoli a fare a meno di parti integranti dell’esperienza di gioco. In poche parole si comportano come i social justice warrior. La legge (civile o morale) si applica solo agli altri. Loro ne sono esenti per ragioni a noi sconosciute.

Molto divertenti i comunicati di Activision e Valve sulla questione. Dopo aver avuto mesi di preavviso per regolamentare i propri titoli, hanno dichiarato di essere sorpresi della decisione del governo Belga, a loro avviso errata perché le loot box non sono gioco d’azzardo. E io sono un pupazzo di carne. Tra i post ufficiali dei publisher rosicanti, comunque, uno spicca per il potere comico della sua disperazione. Quello di 2K. Leggiamolo insieme.

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NBA 2K19: sudore non incluso ma sbloccabile con microtransazioni, sta nei loot box

“La commissione gaming belga ha stabilito che i videogiochi con dentro loot box violano le leggi sul gioco d’azzardo in Belgio. Sebbene in disaccordo, stiamo lavorando per adattarci all’attuale interpretazione di queste leggi. Di conseguenza, abbiamo apportato alcune modifiche alla modalità MyTeam (di NBA 2k19). Tali cambiamenti sono stati resi necessari dall’interpretazione del Gaming Act Belga. Nello specifico, i giocatori potranno acquistare coupon soltanto con valuta in game e punti MyTeam. Ci faremo carico di continuare il dibattito nelle dovute sedi per esprimere il vostro punto di vista. Se potete, vi consigliamo di contattare i rappresentanti delle vostre amministrazioni locali. Ci scusiamo per i disagi e continueremo a tenervi aggiornati su eventuali sviluppi della faccenda.”

Oh, allora. Le cose bellissime, a nostro parere, sono due. La prima è l’uso del termine “interpretazione”, a sottolineare che il governo belga è completamente pazzo e le loot box non sono assolutissimamente considerabili gioco d’azzardo. La seconda è quella fantastica frase in chiusura dove si invitano gli utenti a lamentarsi con le autorità locali. 2K pensa sul serio che i giocatori siano tanto stupidi da contattare le amministrazioni con una situazione tipo:

– 911, qual è il suo problema?
– Non posso più pagare per comprare loot box in un gioco di basket!
– OMMIODDIO MANTENGA LA CALMA, STIAMO ARRIVANDO!

Oppure:
– Salve, sono il politico che la rappresenta in Parlamento. Cosa vuole chiedermi? Problemi di disoccupazione? Tasse troppo alte? Immigrazione che non va bene? Paura del terrorismo?
– Anche, ma principalmente ‘sta skin della divisa del giocatore del gioco della mia console non incontra i miei canoni di gusto estetico.

Per favore.

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Una delle skin più rare e ricercate di Star Wars Battlefront 2

Davvero ridicolo il modo in cui i publisher si atteggiano nei confronti dei governi che non gli permettono di fare il bello e il cattivo tempo senza regolamentazioni. Si aspettano di passarla sempre liscia, d’altronde hanno dalla loro la lobby dell’ESA e l’ESRB. Purtroppo per loro la politica nazionale detiene ancora il potere di stabilire cos’è giusto e cos’è sbagliato. Che gli piaccia o meno, la legge è uguale per tutti. Nascondere delle slot machine all’interno di un videogioco, per quanto furbo possa essere, non significa che smette di essere gioco d’azzardo. Anzi, diventa una pratica schifosamente subdola e vergognosa.

Bene così in ogni caso. Meno loot box, meno microtransazioni e meglio per noi. L’unica possibile preoccupazione riguarda le mancate modifiche all’economia dei giochi in questione. Prendiamo NBA 2K19, interamente basato sulle microtransazioni come un qualsiasi titolo multiplayer mobile. Rimuovendole, l’unico modo per acquisire ricompense e progredire rimane il grinding. Grinding che, a causa delle loot box, viene reso molto difficile. Ci auguriamo che questa tipologia di giochi subisca lo stesso trattamento di Battlefront 2 e L’Ombra della Guerra e ribilanci di conseguenza i propri sistemi di progressione.

Vogliono quanti più soldi possibile e li vogliono subito.

A proposito, da una recente intervista viene fuori che il produttore di NBA 2K19 Rob Jones consideri le microtransazioni una sfortunata realtà dei videogiochi odierni. Secondo lui ormai è inevitabile rilasciare giochi con acquisti in app, l’unico dilemma riguarderebbe il modo in cui vengono implementati. Valore aggiunto contro semplice money grabbing. La scusa rimane sempre uguale. Permettere a chi non ha tempo di facilitarsi il grinding. Noi ci chiediamo: ma se non hai tempo perché giochi? E soprattutto chi obbliga gli sviluppatori a creare questi enormi muri di grinding? Ve lo diciamo subito, è l’ingordigia. I videogame multiplayer odierni sono sviluppati sulla base di quanti soldi possano spremere agli utenti. E le microtransazioni non sono una sfortunata realtà ma una precisa scelta effettuata dai publisher che non si accontentano di venderci DLC, Season Pass e 3000 edizioni speciali stile Ubisoft. Vogliono quanti più soldi possibile e li vogliono subito.

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Quale che sia la vera natura dei publisher, comunque, in questo caso l’epilogo non è così negativo. Compagnie disoneste come 2K, lasciate per anni a fottere indisturbate i consumatori e spillargli fino all’ultimo centesimo, ora chiedono il loro aiuto per tornare a derubarli.
“Cari giocatori, il governo belga, nella sua infinita crudeltà, vi ha raddrizzati. Potete gentilmente rimettervi a pecora? Grazie.”
Qualcuno sul web commentava tracciando un paragone azzeccatissimo. Immaginate se i casinò incitassero i propri clienti a chiedere ai governi di permettere l’ingresso anche ai minorenni. Non è molto lontano da cosa sta succedendo con 2K e le loot box. Per fortuna in Belgio non sono così stupidi e, salvo improbabili colpi di scena, le lacrime amare dei publisher continueranno ad essere bevute in allegria. Ora speriamo che altri Paesi, il nostro in primis, si mobilitino allo stesso modo contro tali pratiche predatorie.

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