Sostenendo le dichiarazioni fatte da Shannon Loftis un paio di giorni fa, Phil Spencer ha parlato con l’autorevole testata finanziaria Bloomberg del futuro di Xbox, e confermando che l’interesse primario di Microsoft sono adesso le esclusive.
Dopo aver lanciato Xbox One X, la console più potente del mercato, Spencer desidera che l’azienda si concentri sul proporre software di qualità che non sia possibile trovare sulle macchine della concorrenza. Le esclusive Xbox al momento in lavorazione sono Sea of Thieves, Crackdown 3 e Ori and the Will of the Wisps. Secondo Shannon Loftis ce ne sono altre in lavorazione non ancora annunciate.
Spencer fa sapere che Microsoft intende creare nuovi (plurale) studi di sviluppo interni, o acquisirne di già esistenti. L’intenzione è sviluppare nuove IP o utilizzare quelle già esistenti per creare videogame esclusivi. Del resto le possibilità economiche ci sono, e se Sony è riuscita a imporsi sul mercato trasformandolo nel proprio business di punta, non c’è motivo per cui Microsoft non possa fare altrettanto.
Gears of War, una delle grandi esclusive Microsoft
Ricordiamo infatti che Microsoft oggi guadagna in prevalenza dai servizi, ma il business dei videogame può essere estremamente remunerativo. Più che altro sarebbe il caso di capire cosa l’azienda intenda fare con lo store di Windows, ancora del tutto insoddisfacente. È chiaro che l’azienda non voglia cedere quel 30% di introiti a Steam, ma è anche vero che raggiungerebbe una fetta di utenti enormemente più ampia. Limitarsi a vendere i propri giochi su Windows Store penalizza parecchio in termini di introiti, è innegabile. Probabilmente l’esclusività temporale di giochi come Killer Instinct o Quantum Break serviva proprio a spingere i giocatori verso il famigerato Store. Sembra che con le serie di Forza, Halo e Gears of War si insisterà su questa strada, che non credo abbia granché senso. Il problema di Windows Store è l’affidabilità, non il software.
Microsoft ha al momento poche IP esclusive “attive”. Mi riferisco ad Halo, Gears of War, Forza, Ori e Crackdown. Fable sembra essere in una specie di limbo, Conker e Banjo Kazooie non esistono da anni, esattamente come Perfect Dark. Ricordiamo infatti che tutte le proprietà intellettuali di Rare sono ora nelle mani del colosso di Redmond. Sarebbe sufficiente rispolverarle per guadagnare l’interesse dei giocatori della vecchia guardia o dei nostalgici. A patto ovviamente di raggiungere un livello qualitativo simile a quello dei prodotti originali.
Spencer fa sapere anche che entro i prossimi tre anni si offrirà agli utenti la possibilità di usare in streaming alcune funzioni senza aver bisogno di una console. Si parla per l’appunto di funzioni, non necessariamente di videogame. L’idea è di prescindere dall’hardware, utilizzando quindi il browser o una app dedicata. Per fare cosa, esattamente, non lo sappiamo.
A quanto pare Microsoft aveva già effettuato dei test in questo campo nel 2012. Non erano andati bene, la tecnologia non era matura.
Sea of Thieves è una nuova IP da cui Microsoft si aspetta parecchio
Naturalmente quando si parla di streaming non si può prescindere dalla qualità delle connessioni nei Paesi dove vuoi offrire il servizio. La quantità di banda necessaria sarà determinata dal tipo di attività che vorremo svolgere. Di certo non possiamo aspettarci di giocare in 4K in maniera affidabile con le linee italiane, salvo miracoli nella diffusione della fibra ottica. Certo, l’Italia non è molto rilevante da questo punto di vista, dato che rientriamo tra i peggiori Paesi europei in quanto a connessioni.
Ad ogni modo, si parlava di attività legate al mondo console, non per forza di videogame. Questo dovrebbe rassicurare chi stesse pensando che Microsoft non rilascerà alcuna nuova console dopo Xbox One X.