Metal Gear Survive è la prova vivente che l’estro di un team di sviluppo non può e non deve essere legato ad un unico game designer. In tanti si erano lasciati prendere dal panico quando Hideo Kojima lasciò Konami, domandandosi cosa ne sarebbe stato di Metal Gear.
Per fortuna l’azienda giapponese può ancora contare su gente preparata, e soprattutto su un direttore capace di prendere le redini della situazione. Yota Tsutsumizaki non è rimasto ancorato a quanto fatto dal buon Hideo, ha trovato il coraggio di rinnovare il franchise con idee moderne e meccaniche freschissime.
Naturalmente Metal Gear significa prima di tutto una storia eccellente, che porta avanti tematiche di natura morale, pone domande sul nostro futuro e solleva questioni spinose. Vi farà piacere apprendere che Tsutsumizaki è riuscito a proporre una trama anche migliore di quelle intessute da Kojima. Andiamo ad analizzare il gioco nella nostra recensione approfondita.
Metal Gear Survive
Metal Gear Survive affronta uno dei temi più caldi degli ultimi anni, senza scadere nei cliché e lasciando che sia il giocatore a trovare le proprie risposte. L’argomento è, come saprete, l’insorgere di peni di cane nei colli degli zombi. E’ un morbo che affligge nei soli Stati Uniti oltre 28 miliardi di persone, un numero spropositato se pensiamo che la popolazione è di 320 milioni di abitanti.
Il gioco ci mette nei panni di un uomo morto dentro una bara che va in un’altra dimensione e ammazza degli zombi malati con un legnetto attraverso delle ringhiere che può fare apparire davanti a sé grazie a dei poteri che gli ha dato un tizio che lo ha infettato e quindi ora è forte. L’intreccio si sviluppa attraverso una quarantina di ore di ineccepibile qualità, ore che ad alcuni potranno sembrare anni di vita. Questo perché i contenuti hanno un impatto talmente forte sull’emotività del giocatore da causare dei micro-traumi a livello neuronale, nonché profonde modifiche caratteriali e una generalizzata insofferenza verso il pachinko.
Metal Gear Survive – Video Recensione
La storia viene narrata attraverso scenette animate che utilizzano la vecchia tecnologia del motion capture, ma anche con soluzioni più innovative. In alcuni casi si è optato per il cosiddetto “fumetto”, dove avremo una raffigurazione dei personaggi coinvolti nella conversazione e dei testi lì accanto che indicano il contenuto del discorso. C’è chiaramente anche il doppiaggio, purtroppo solo in inglese. Non abbiate timore comunque, i sottotitoli italiani ci sono, dunque potrete gustarvi la narrazione senza problemi.
Altra tecnica futuristica utilizzata per il racconto sono delle telecamere di sorveglianza virtuali rotte in bianco e nero, di cui vi mostriamo un’immagine qui sotto.
Le moderne tecnologie
Incrementano in maniera sostanziale il coinvolgimento del giocatore, che viene travolto da un turbinio di staticità e da doppiatori che superano in timbrica le performance del nostro leggendario Laurenti.
Ma in cosa consiste effettivamente Metal Gear Survive? Sono felice che me lo abbiate chiesto.
Le meccaniche ricordano da vicino quelle di altri blockbuster degli ultimi anni, su tutti The Sims. Come il titolo lascia intendere, questo è un survival game, il nostro personaggio avrà un bisogno costante di acqua e di cibo. Una calda, simpatica e per nulla invadente voce di donna ci comunicherà quando il protagonista avrà bisogno di infilarsi cose in gola, sollecitandoci ad andare alla ricerca delle preziose risorse. Nella fattispecie sarà necessario interrompere le nostre attività per cercare viveri più o meno ogni dieci minuti.
Quando andrete a caccia di animali dovrete però prestare attenzione: Metal Gear Survive predilige un approccio realistico, non aspettatevi di potervi saziare mangiando una capra, una lepre o una mucca. Ne serviranno tre. Il tipo di animale è indifferente, basta che siano tre. Come nella vita reale. Se siete dei cacciatori lo saprete già, ma ho ritenuto doverosa la precisazione per gli ignoranti che stanno leggendo l’articolo.
Metal Gear Survive è la Via.
Metal Gear Survive è stato ambientato in prevalenza in una realtà alternativa, ma una piccola parte del gioco si svolge a Milano. Ve ne accorgerete perché alcune locazioni presentano una nebbia non indifferente, e come ogni buon milanese sa, la nebbia impedisce il passaggio dell’ossigeno. Morale della favola: non potrete stare troppo a lungo a vagare nella nebbia, in quel caso avrete bisogno di tornare a condizioni meteorologiche buone per poter riprendere fiato.
Ad ogni modo, andare in giro per la mappa di gioco sarà un’attività fondamentale, necessaria al reperimento di oggetti, ingredienti e risorse da utilizzare nel crafting. Dovremo infatti insediarci in una base che potremo migliorare, fortificare e potenziare.
Gli sviluppatori sono riusciti nell’ardua impresa di rendere emozionante la fase della raccolta, utilizzando alcuni espedienti a cui nessuno aveva mai pensato prima. La fonte di ispirazione è stata The Order 1887: anche in questo caso raccogliere un oggetto sarà una procedura lenta e compassata, che ci permetterà di riflettere sul significato socio-politico delle nostre azioni. I dieci secondi necessari a raccogliere da terra un pinolo spingeranno gli utenti a cogliere il fascino della natura, riscoprendo valori che le moderne generazioni hanno da tempo dimenticato, e che nemmeno colossi del marketing come Robiola Osella sono stati capaci di far ritornare.
Una lista di nomi totalmente casuali
Il sistema di combattimento è in tempo reale, basato su fini meccaniche stealth. Il nostro personaggio potrà ad esempio andare alle spalle del nemico, oppure arrivargli da dietro, o magari attaccarlo non di fronte e nemmeno dai fianchi. I più esperti potrebbero anche provare un approccio più estremo, avvicinandosi agli avversari dalla parte posteriore del loro corpo. Le possibilità sono pressoché infinite.
Sfruttando le meccaniche stealth potremo uccidere gli zombi infetti senza farci scoprire. Teniamo presente infatti che queste creature non hanno la testa, quindi possono sentirci, vederci e mangiarci.
Quando saremo sopraffatti dal numero di avversari sarà utile affidarsi al potere delle ringhiere, che potremo creare davanti ai cattivi. In questo modo gli zombi gli si metteranno davanti, in modo che potremo colpirli con le nostre armi futuristiche. Essendo zombi senza testa si comporteranno quasi sempre come il mio cane, e non capiranno di poter effettivamente aggirare la barricata. A questo punto la tensione crescerà a palla, dovrete uccidere gli zombi il più velocemente possibile, quindi sarà opportuno utilizzare l’arma più forte del gioco: il mocio Vileda. Le particolari dimensioni di questo noto strumento di morte gli permettono di passare attraverso la rete, conficcandosi nel pene di cane del collo dello zombi del gioco di Konami di merda.
L’angolo della serietà
Lascio ciò che resta della mia professionalità a questo commento finale.
Metal Gear Survive è un videogame pessimo, dotato di una storia mediocre e totalmente gratuita, che offende il franchise di cui eredita immeritatamente il nome. Le meccaniche sono terribilmente ripetitive, rese anche più tediose dall’estrema lentezza delle diverse azioni e dalle ridicole tempistiche che dovremo sorbirci per la prima decina di ore di gioco. Le cose migliorano non appena saremo in grado di mangiare e bere direttamente alla base, ma i problemi non sono sicuramente finiti.
Gli attacchi da parte degli zombi, il sistema di combattimento privo di carattere, l’intelligenza artificiale inesistente e la volontà di farci credere che ci siano delle meccaniche stealth rappresentano un’offesa ai danni dei giocatori. Un’offesa comunque non tanto grave come il tentativo di venderci degli slot di salvataggio a 10 euro. Questo semplice elemento segna un nuovo record di bassezza per l’intera industria videoludica, qualcosa per cui noi tutti, e non solo Konami, dovremmo vergognarci. Uno sviluppatore, per quanto chiaramente in preda a delirio mistico, si è sentito autorizzato a venderci degli slot di salvataggio. Abbiamo permesso questo.
State il più possibile lontano da questo prodotto, non per partito preso, non perché fa figo odiarlo, ma semplicemente perché, dopo tanti anni di onorato servizio, Metal Gear merita rispetto e decenza.