Vi abbiamo già parlato di Little Nightmares nella nostra recensione, come ricorderete ci è piaciuto parecchio. In quella sede non è stato possibile però parlare dei veri contenuti del gioco, quelli suggeriti o espressi in maniera più o meno chiara.
Secondo molti si tratta di un videogame molto criptico. In effetti non c’è alcun tipo di testo o dialogo, ogni cosa viene lasciata all’interpretazione del giocatore. Il punto è che, volendo analizzare cosa effettivamente succede, i contenuti hanno una profondità notevole. Osservando e andando più nel profondo si scopre in particolare un punto di vista amaro ma affascinante.
Se intendete giocare a Little Nightmares vi invitiamo a non proseguire oltre nella lettura di questo articolo. Si farà spoiler, si parlerà in modo approfondito della trama e si analizzeranno i contenuti.
Little Nightmares – Trama
Il gioco è ambientato all’interno di una nave che offre delle crociere culinarie ai propri ospiti. Durante il viaggio i passeggeri sono liberi di mangiare cibi particolari, impossibili da reperire in circostanze normali. Tra le varie opzioni è possibile anche assaggiare bambini, tenuti vivi all’interno di gabbie nella stiva.
La protagonista della vicenda è appunto una bimba di nove anni chiamata Six. L’avventura inizia quando ci libereremo dalla prigione, iniziando il nostro viaggio verso la libertà, o almeno questo è ciò che saremo portati a credere.
Incontreremo quasi subito i Nomes, delle creaturine antropomorfe non troppo diverse da noi. Sono gracili, impauriti, si nascondono. Non sembrano propriamente umani, hanno una testa bizzarra che li fa apparire simili a funghi. Se riusciremo ad avvicinarci abbastanza, il nostro personaggio potrà interagire con loro e abbracciarli.
Little Nightmares – Video Recensione
Dopo non molto entreremo in contatto con gli chef della nave. Hanno una stazza gigantesca rispetto a quella di Six, indossano delle maschere grottesche e sono tutti rigorosamente obesi. In un modo o nell’altro riusciremo a eluderli e a procedere nelle nostre esplorazioni.
Di tanto in tanto Six crollerà a terra affamata. Quando ciò accadrà avverranno dei particolari eventi che ci permetteranno di nutrirci e continuare quindi l’avventura.
Nelle fasi finali di Little Nightmares incontreremo un nuovo personaggio, ovvero una donna, molto esile, alta e magra. Indossa una maschera, e capiremo presto che è proprio lei a mandare avanti la baracca: con ogni probabilità la nave le appartiene. Ci intrufoleremo nelle sue stanze e troveremo alcune interessanti fotografie. In una di queste, la Lady misteriosa si trova insieme ad altri quattro personaggi, un numero interessante su cui approfondiremo a breve. In un’altra foto vedremo invece proprio Six, che a questo punto supporremo essere sua figlia. Che ci abbia abbandonati per qualche motivo?
Altro elemento importante sembra essere l’ossessione della donna per le apparenze. Indossa come dicevamo una maschera, costringe ospiti e staff a indossarne a loro volta e gli specchi nei suoi alloggi sono frantumati.
Ad ogni modo finiremo inevitabilmente per confrontarci con lei, in una stanza quasi completamente buia. Per sconfiggerla utilizzeremo uno specchio che le rifletterà la luce contro. Una volta mandata al tappeto, Six le si avvicinerà e… la divorerà. La piccola si trasformerà quindi in una sorta di mostro, acquisendo i poteri della donna. Senza pensarci due volte si dirigerà verso l’uscita della nave, uccidendo tutti gli ospiti e lanciandosi in una carneficina che stride fortemente con la presunta innocenza del personaggio.
Little Nightmares si conclude in una profonda solitudine.
Chi è Six?
Esistono due principali correnti di pensiero riguardo la storia di Little Nightmares, ma anche una teoria addizionale, meno condivisa.
La prima idea vuole che Six sia una bambina catturata e sbattuta in cella per farne un piatto prelibato. È sensato, in fondo nel gioco vediamo anche altri bambini, dunque è la prima considerazione che ci faremo. Eppure non basta.
L’ipotesi più accreditata è invece la seconda, secondo cui Six sarebbe la figlia della donna mascherata. A sostenere questa tesi ci sono le fotografie della bambina nella stanza della Lady, ma anche l’uomo impiccato all’inizio del gioco. In uno dei primissimi scenari vedremo infatti le gambe di un uomo impiccato in una stanza. Ai suoi piedi una lettera di cui non conosceremo il contenuto, ma immaginiamo che abbia compiuto un gesto simile spinto dalla disperazione. Diversamente dagli chef e dagli invitati, le proporzioni di questo personaggio sono longilinee, esattamente come per Six e per la donna.
E’ probabile quindi che questi fosse il padre di Six. Ma perché il suicidio? Forse perché è stato costretto dalla moglie a chiudere la bimba in gabbia? Forse perché ha scoperto cosa accade nella stiva della nave?
Per rispondere a queste domande dobbiamo utilizzare un’ulteriore teoria, più complicata ma anche soddisfacente.
Secondo alcuni, i proprietari della nave dove si svolge Little Nightmares sono in qualche modo destinati a uccidersi gli uni con gli altri, generazione dopo generazione. Six sarebbe in effetti la figlia della donna in maschera, che a sua volta sarebbe Five. Questa ipotesi ha senso se pensiamo alla fotografia in cui viene ritratta insieme ad altri quattro personaggi. In teoria questi potrebbero essere One, Two, Three e Four. Probabilmente sono sorelle, o figlie le une delle altre. Chi sia il padre non è dato saperlo, ma le donne si sono probabilmente uccise a vicenda.
Seguendo questa teoria, Five ordinerebbe al marito di eliminare Six, la protagonista. In questo modo potrebbe riuscire a salvarsi interrompendo il ciclo di omicidi. Naturalmente le cose vanno infine in maniera diversa, con Six che la uccide divorandola.
Nelle battute conclusive di Little Nightmares, Six diventa molto simile a ciò che era la madre. Diviene potente, acquisisce i poteri della donna così come la sua crudeltà. Sulla nave è rimasta solo lei e qualche Nomes, quindi è, a conti fatti, la nuova padrona.
La fame che ha sviluppato nel corso del gioco e il gusto nel mangiare la spingeranno probabilmente a replicare i passi della donna uccisa.
Little Nightmares – Significato e analisi
In realtà cercare di capire in maniera perfetta la consequenzialità degli eventi di Little Nightmares non è fondamentale. Lo stesso creatore ha detto espressamente che desiderava offrire una grande libertà dal punto di vista interpretativo. Era importante insomma che il gioco si prestasse a più chiavi di lettura.
L’unica cosa che sappiamo per certo (lo ha dichiarato lui stesso) è che l’attraversamento della nave simboleggia la crescita, il nostro passaggio nella vita, vita che in questo caso vediamo dagli occhi di una bambina.
Six rappresenta l’innocenza, evocata sia dall’età della giovane protagonista che dalla sua natura. E’ piccola, indifesa, può solo nascondersi per cercare di sopravvivere, non sa fare del male a nessuno. Di contro, tutto ciò che ha intorno è oscuro e pericoloso. La stessa oscurità dell’ambientazione viene contrastata splendidamente sia dal colore sgargiante della giacca di Six, che dalla sua capacità di rischiarare gli ambienti con una fiammella. Naturalmente va tutto letto in chiave allegorica, è l’innocenza del bambino che cerca di guardare il mondo filtrandolo come può.
Little Nightmares come allegoria del dolore
Il generale messaggio che Little Nightmares vuole comunicarci è piuttosto angosciante, molto amaro. Il nostro procedere nella nave è allegoria delle difficoltà e delle esperienze che faremo nel corso della vita. Ogni cosa risulta pericolosa, pronta a farci del male.
C’è tantissima oscurità, spesso è difficile capire dove stiamo andando, esattamente come nella vita. Gli chef appaiono enormi perché enormi sono gli ostacoli, per un bambino ancor più che per un adulto. Hanno forme grottesche e spaventose, indossano maschere perché tutto ciò che possiamo vedere è apparenza.
Il dare la caccia a una bambina è la minaccia costante di una vita che vuole strappare via l’innocenza, la purezza. Fuggiremo, ci ripareremo da mostri che non vedono, da creature con le braccia lunghe che cercano di afferrarci. Per fagocitarci nel loro mondo.
Per sopravvivere in una realtà del genere, tutto ciò che possiamo fare è diventare a nostra volta dei mostri.
Six va incontro a un processo di evoluzione in cui si trasforma da bimba innocente a una sorta di creatura sanguinaria che finirà per uccidere tutti. La carneficina che si consuma nelle ultime fasi del gioco è in effetti l’unica soluzione possibile. Si tratta di uccidere o essere uccisi, vivere una vita da prede o da predatori.
Il potente messaggio della fame
Stephen Halett, produttore del gioco, ha reso splendidamente questo concetto con l’elemento della fame.
In effetti Little Nightmares doveva originariamente chiamarsi Hunger (Fame, appunto). Sarebbe stato probabilmente un titolo più azzeccato, essendo questa la principale metafora su cui è impiantata la narrativa.
Più volte nel corso dell’avventura, Six sarà preda di una fame incontrollabile. Sono scene scriptate, dove il giocatore non ha praticamente nessun potere decisionale, servono a raccontare qualcosa. Il modo in cui la protagonista si sazierà sarà di volta in volta differente, in un processo sempre più mostruoso e violento.
La prima volta che saremo presi dalla fame un altro bambino condividerà con noi del cibo. Andrà tutto bene, ma da lì in avanti sarà un progressivo, lento degrado. La seconda volta ci trascineremo fino a trovare un pezzo di carne cruda, che addenteremo senza fare complimenti. Poco importa se fino a un attimo prima dei topi giganteschi vi stavano banchettando.
La volta successiva sarà molto più violenta. Senza trovare cibo intorno a noi, ci imbatteremo in uno di questi enormi topi, bloccato in una trappola. Six lo afferrerà e lo addenterà senza pietà. Lo divorerà mentre ancora urla, cercando di fuggire terrorizzato, senza successo.
E’ chiaro che le cose stiano andando in una certa direzione, e in effetti il quarto attacco di fame sarà raccapricciante. Vedendo la nostra sofferenza, un piccolo Nomes cercherà di aiutarci offrendoci una salsiccia. Six si avvicinerà ma, sconvolgendo il giocatore, salterà alla gola del Nomes addentandola. La creatura si dimenerà per pochi istanti, mentre la bambina continuerà vorace il suo pasto. I suoni del sangue che scorre e della carne masticata risuoneranno macabri.
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La quinta e ultima volta avviene nelle battute finali di Little Nightmares. La donna mascherata giace al suolo, ferita a morte, sconfitta. Ha il fiatone, sanguina vistosamente, non riesce a reggersi in piedi. Six si avvicinerà al suo collo per addentarlo e ucciderla, questa volta senza sorprendere proprio nessuno. E’ un’azione violenta che a questo punto il giocatore si aspetta, è chiaro che la bambina sia divenuta qualcosa di terribile e crudele.
Acquisiti i poteri della madre farà strage degli ospiti e dei cuochi, una vendetta feroce. Ignorerà i Nomes che invece la seguiranno di nascosto, incerti sulla natura della bambina. E incerti lo siamo anche noi, dato che la sua trasformazione ci ha investiti senza che potessimo avere alcuna voce in capitolo.
Secondo Little Nightmares in questo mondo mangiamo o veniamo mangiati
Quello che Little Nightmares ci dice è che in questo mondo non c’è spazio per l’innocenza o per la purezza. E’ un mondo fatto di mostri, dove i deboli vengono schiacciati e divorati. E’ un mondo dove per sopravvivere devi diventare a tua volta un mostro.
I bambini non possono essere protetti. Sono prede di una realtà che farà di tutto per divorarli, una quotidianità fatta di giganti grotteschi e incomprensibili, che si muovono spinti da pulsioni a noi estranee. Pulsioni che, nostro malgrado, impareremo a conoscere.
E a quel punto bisognerà reagire o lasciarsi morire, mangiare o venire mangiati.
I Nomes sono quei bimbi abbandonati, quelli più fragili, quelli meno forti, che non possono fare altro che scappare. Sono gli scarti, quelli che non contano nulla, quelli che conservano la gentilezza ma sono costretti a vivere nell’ombra. Sono tutti quelli a cui non diamo importanza, delle rapide comparse nello scenario del mondo. I reietti che osservano, spesso senza capire, quelli che ci guardano mentre diventiamo dei mostri, quelli che ci offrono un pasto cercando di fare del bene e che noi azzanniamo alla gola perché ai nostri occhi non hanno valore.
E Six è ciascuno di noi.
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io non ho la possibilità di giocarci me è sicuramente un gioco molto interessante perché raggiunge la “fantasia” e anche il cuore.. davvero bello.
sapevo di non dover leggere la recensione..mi hai costretto a farlo..sto ancora piangendo..sei un mostro..
Eh? XD