Tengo d’occhio Little Nightmares ormai da un po’, lo stile grafico e i personaggi grotteschi mi avevano subito affascinato. In molti avevano iniziato ad associare il gioco in questione a prodotti come Limbo e Inside. In verità le differenze sono marcate, sotto tanti punti di vista.
Ho recuperato una versione completa del gioco, testata a fondo e sono arrivato ai titoli di coda. L’esperienza è stata piacevolissima, anche un po’ sorprendente. Capita spesso infatti di vedere le proprie aspettative deluse al momento della release ufficiale, e giochi come Yooka-Laylee e Shiness hanno recentemente dimostrato che anche il panorama indipendente può essere soggetto ai pericoli dell’hype. Fortunatamente con Little Nightmares le cose sono andate in modo molto diverso.
Little Nightmares
Se volessimo inquadrare Little Nightmares all’interno di un genere direi che si tratta di un puzzle game. Per essere più precisi è un riuscito ibrido tra puzzle, stealth e platform. L’impostazione è in 2,5D su grafica tridimensionale, quasi sempre a scorrimento orizzontale.
C’è una storia, ma la sua interpretazione è lasciata totalmente nelle mani del giocatore. Ci ritroveremo all’interno di una prigione nella stiva di una nave. Si tratta di un’imbarcazione molto particolare, pensata per offrire delle crociere culinarie ai propri passeggeri.
Vestiremo i panni di una bambina che cercherà di fuggire dalla nave in questione, evitando di diventare un piatto prelibato.
Primo elemento che balzerà all’occhio è la differenza di proporzione tra protagonista e ambientazioni. Tutto appare enorme, e le creature con cui avremo a che fare sono a loro volta dei giganti umanoidi. In realtà, se volessimo addentrarci nei significati, capiremmo che i mostri sono specchio proprio di noi, giocatori, adulti, ma anche la società, i consumatori nel più ampio senso del termine. La protagonista può rappresentare un gran numero di cose, dall’innocenza che viene fagocitata (siamo dei bambini) dal mondo, a ciò che è indifeso e fragile. La prima opzione è la più probabile, alla luce dello splendido (ma da capire) finale del gioco.
Little Nightmares non è strutturato esattamente su livelli, ma esistono delle interruzioni che ci porteranno a zone successive. L’intero gioco è ambientato all’interno della nave, nel suo perenne dondolio. Unreal Engine 4 funziona alla grande: il gioco è visivamente splendido, specie per ombre e luci.
La protagonista potrà rischiare l’ambiente circostante in qualsiasi momento con un accendino. Molte delle aree che esploreremo sono piuttosto buie, è uno strumento che ci farà molto comodo.
Per avanzare tra le ambientazioni dovremo risolvere un gran numero di puzzle. Sono piuttosto semplici, bloccarsi è improbabile. Ci sono tuttavia delle sezioni che potranno risultare più o meno impegnative. Ciò avviene quando l’elemento puzzle si miscela con il platform e dovremo darci alla fuga con uno o più nemici alle spalle, contemporaneamente amministrando le nostre capacità di salto.
Little Nightmares scade a volte nel frustrante a causa dei controlli. L’ambientazione in cui ci muoveremo è praticamente in 2,5D, quindi non sarà possibile muovere liberamente la telecamera. Per questo motivo sarà difficile avere una buona percezione della tridimensionalità. Questo si traduce in una grande mancanza di precisione quando dovremo attraversare passaggi stretti quali assi di legno, tubi metallici e affini. In questi casi consiglio di camminare lentamente, lo stick analogico è vostro amico. Se invece avete a disposizione solo la tastiera… beh, buona fortuna.
A parte le fasi in cui dovremo darcela a gambe, in Little Nightmares sarà spesso necessario evitare di farci vedere e sentire. Alcuni avversari reagiranno alla luce, altri ai nostri passi e via dicendo. I cuochi che certamente avrete visto tra immagini e trailer arriveranno anche a controllare sotto i mobili pur di trovarci. Sarà necessario dunque muoversi in maniera intelligente, magari creare dei diversivi. L’approccio stealth sarà necessario in molti frangenti.
Che si tratti di puzzle, platform o stealth, il gioco accompagna tutto con una componente sonora ottima. Sono in particolare gli effetti a fare la voce grossa, creando un’atmosfera di tensione sempre accesa, specie nelle ultime fasi dell’avventura.
Per la maggior parte del tempo esploreremo gli anfratti della nave nel silenzio. Le sequenze più frenetiche e quelle di maggiore tensione vengono invece sottolineate dalla colonna sonora. Questa contribuisce a creare un’atmosfera grottesca, collaborando splendidamente con il design dei nemici. In Little Nightmares si respira un clima piuttosto angosciante, che però non scade mai nell’horror. Non è un gioco che fa paura, si limita a creare tensione.
In sintesi
Little Nightmares è un’ottimo gioco, uno dei rari casi in cui le aspettative vengono pienamente soddisfatte. Ha tanto da offrire agli amanti dei puzzle game, ma anche a chi apprezzi il genere stealth.
Gli sviluppatori avevano tanti contenuti da comunicare, e l’hanno fatto in maniera sottile. Non ci sono storie spiegate in maniera esplicita, ogni cosa viene lasciata alla capacità interpretativa del giocatore. Questo è probabilmente l’unico punto in comune con Inside.
C’è qualche problema legato alla precisione dei controlli in alcune sequenze platform. Non è una mancanza trascurabile, può portare a una grande frustrazione, specie se non siete dotati di un gamepad su PC. Utilizzare la tastiera in questo gioco è davvero scomodo, tanto da sconsigliarne l’acquisto qualora non aveste altri sistemi di input.
Per quanto io sia arrivato ai titoli di coda in circa 3 ore, la qualità dell’esperienza è stata comunque eccellente. Se il genere vi intriga è un gioco da comprare anche a prezzo pieno, senza dubbi.