Seguendo la moda del momento, ecco tornare in auge una vecchia gloria degli anni 90. Jagged Alliance Rage si presenta come uno strategico isometrico a turni, con il classico movimento delle pedine sull’apposita griglia, in maniera molto simile a quanto accade in titoli come XCOM. Al comando di uno sparuto gruppo di mercenari, ci troveremo a combattere il malvagio Elliot, che in questa occasione ambisce a diventare un spietato signore della droga. E quale posto migliore per creare un esercito e dare il via al commercio degli stupefacenti se non partendo da una sperduta isola tropicale?
Jagged Alliance: Rage – Recensione
Data di uscita: 06/12/2018
Versione recensita: PC (Steam)
Disponibile su: PC, PS4, XB1
Lingua: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese, Cinese, Giapponese, Coreano, Polacco, Russo
Prezzo di lancio: €19.99 (PC), €29.99 (PS4, XB1)
All’inizio del gioco sceglieremo una coppia di soldati tra i 6 disponibili. Per i fan storici è un’occasione per rivedere dei volti familiari, ma un po’ invecchiati. Jagged Alliance Rage è ambientato infatti 20 anni dopo il secondo capitolo e troveremo i vari mercenari un po’ arrugginiti a causa del lungo congedo. Vecchiaia e inoperatività hanno influenzato negativamente i soldati e giustificano i diversi punti deboli che li caratterizzano. Punti deboli che noi dovremo imparare a gestire.
La scelta dei due soldati iniziali condiziona quindi il modo in cui affronteremo le battaglie e le scelte tattiche e di gestione delle risorse che metteremo in pratica. Ad esempio se sceglieremo Shadow e Grunty dovremo prestare attenzione alla salute cagionevole del primo e al rischio di infarti del secondo. Nel primo caso dovremo porre attenzione particolare alle ferite e al tipo di medicinali da usare, nel secondo caso dovremo evitare in ogni modo prolungate situazioni di stress.
Combinare efficacemente pregi e difetti dei soldati è fondamentale per poter godere appieno del titolo. Purtroppo, a parte una breve descrizione iniziale, Jagged Alliance Rage non dispensa molte informazioni sulle alchimie tra i personaggi, né sulle ripercussioni di queste sul campo di battaglia. Dovremo per forza fare affidamento sul vecchio “trial and error” per trovare il giusto equilibrio che meglio si adatta a noi. Il che non aiuta certo a fare buona impressione sui neofiti del genere o su chi si avvicini per la prima volta a questo titolo. L’impianto di gioco non è di immediata comprensione, la curva della difficoltà è abbastanza ripida.
Jagged Alliance Rage – Trailer di lancio
Gli sviluppatori hanno voluto condire la ricetta dello strategico a turni con degli elementi survival che influenzano molto l’esperienza. Per esempio, le alte temperature dell’isola possono causare disidratazione ai mercenari. Se non berranno periodicamente acqua, cominceranno ad accumulare malus fino a diventare completamente inefficaci in battaglia. Bere acqua non pulita o usare bende non sterili causerà loro malattie e infezioni. O ancora, non riposare abbasserà le statistiche di mira e salute. A questo aggiungiamo le ferite riportate in battaglia e risulterà chiaro come oggetti curativi e gestione delle condizioni di salute saranno indispensabili per non compromettere la nostra avanzata nell’isola.
Le situazioni a rischio saranno frequenti, dunque gestire al meglio le risorse sarà fondamentale. Purtroppo muoversi nell’inventario è lento e tedioso. Gli slot a disposizione per armi, munizioni, attrezzi e curativi sono estremamente limitati. Anche scegliere che equipaggiamento portare in battaglia è vitale in Jagged Alliance Rage: sbagliare può significare compromette la riuscita della missione. Anche decidere quali oggetti recuperare dai nemici caduti o dalla mappa a fine missione è cruciale per la sopravvivenza. Le condizioni di battaglia sono infatti mutevoli, a volte imprevedibili, quindi bastano pochi errori per sprecare munizioni e riportare danni aggiuntivi. Selezionare, spostare e decidere quali oggetti tenere può essere visto come un plus, ma la ridotta reattività dei menù e la risposta ai comandi incerta compromettono l’esperienza.
Per questo la selezione iniziale dei soldati è tanto cruciale. Avere una combinazione improntata al confronto diretto invece che all’infiltrazione cambierà tutte le scelte strategiche legate alle risorse.
I combattimenti di Jagged Alliance Rage lasciano soddisfatti
Le fasi di combattimento al contrario si svolgono con naturalezza e appaiono ben fatte. Il sistema di copertura funziona. Il RNG, ovvero la componente casuale, non è troppo punitivo e il sistema di attacco è chiaro e intuitivo. Tuttavia, non mancano occasioni in cui, anche a fronte di una elevata percentuale di successo, un attacco poi finisca in un nulla di fatto. Questo aspetto è comunque comune a tutti i titoli del genere, non si verifica frequentemente e soprattutto condiziona sia il giocatore che l’IA. L’unica pecca è l’impossibilità di velocizzare il turno della IA, per cui a volte si creano delle attese un po’ più lunghe del necessario.
Ovviamente eseguire ciascuna azione costa un certo quantitativo di punti. Come da prassi ogni personaggio avrà un tot di punti a disposizione all’inizio di ogni turno, e gestire al meglio spostamenti e azioni sarà vitale per prevalere nelle battaglie. La gamma di azioni disponibili in Jagged Alliance Rage è sufficientemente ampia: ricaricare, fischiare per attirare l’attenzione, strisciare, sollevare e trasportare corpi saranno solo alcune delle nostre opzioni.
Novità di questo capitolo è il meccanismo “Rage“. Ogni mercenario potrà avvalersi di alcune mosse speciali dopo aver inferto o subito una certa quantità di danni. Quando questo avviene si potrà accedere ad una o più azioni supplementari del mercenario, utili per ribaltare le sorti della battaglia. Peccato che il gioco, complice anche le forti restrizioni sull’inventario e la svolta survival, ci porta a prediligere un approccio stealth alle battaglie. Questo rende il meccanismo “Rage” un’aggiunta, seppur gradita, alla formula di gioco più che esserne una componente fondamentale.
Jagged Alliance Rage ha una grafica che non convince
Graficamente il gioco non si presenta benissimo. L’aura di prodotto semi-budget è fin troppo evidente. La scelta di dare un’estetica un po’ cartoon, quasi da comic book, non riesce del tutto a sopperire alle arretratezze del motore grafico.
Le texture non sono nulla di speciale e le animazioni risultano a volte un po’ troppo abbozzate. Personalmente, la palette cromatica scelta mi è risultata abbastanza indigesta. Troppe volte mi è capitato di perdere nemici e oggetti nello scenario a causa della limitata gamma di colori che tende ad appiattire un po’ il tutto e limitare il contrasto. Anche la mole poligonale è abbastanza esigua, dando origine a campi di battaglia tutto sommato godibili e diversificati, ma al tempo stesso ridotti in dimensione e complessità.
L’audio di Jagged Alliance Rage mostra invece luci e ombre. Rimarcabile è il completo doppiaggio di tutti i mercenari nelle linee di dialogo. Peccato che tutto il resto raggiunga a malapena la sufficienza. Gli NPC e i soldati nemici emettono suoni e grugniti alla lunga fastidiosi e ripetitivi, i vari effetti ambientali sono trascurabili così come il suono delle bocche di fuoco. Infine le musiche sono quasi del tutto assenti e le poche melodie sono solamente passabili.
Al momento Jagged Alliance Rage ha troppi bug decisamente fastidiosi
Un ultimo difetto è dato dalla presenza di bug che compromettono, allo stato attuale, alcune dinamiche del gioco e il comportamento della IA. Curativi che non curano affatto o con un potere dimezzato, oppure armi che si inceppano istantaneamente sono bug che possono rovinare una partita. Ancora peggiori sono quelli che colpiscono l’IA, che scatenano comportamenti davvero insensati. A volte, allertati dalla vostra presenza, gli avversari inizieranno a correre da una parte all’altra della mappa, senza una meta. In altri casi, si troveranno in posizioni illogiche. Vedere un cecchino che ci si avvicina inesorabile senza sparare o un soldato armato di uzi che si rintana negli angoli più remoti della mappa non aiuta a dare credibilità agli scontri, vanificando a volte la certosina serie di mosse portate avanti con fatica. Se è vero che questi bug possono far sorridere, è molto più grande la frustrazione che possono generare.
Un altro evidente limite dell’IA in Jagged Alliance Rage risiede nella capacità dei nemici di individuare i soldati caduti. Seppur nascosti dietro pareti o nell’erba alta (che cela correttamente la presenza dei nostri mercenari alla vista dei nemici) i soldati nemici sapranno accorgersi sempre, anche a distanza e con diversi elementi solidi interposti tra loro, se uno dei loro è stato messo KO: basta che i corpi ricadano nel campo visivo del soldato, qualunque sia la conformazione del terreno.
Il multiplayer quantomeno riesce un po’ a divertire
Lato multiplayer, Jagged Alliance Rage ci permette di affrontare una campagna in modalità cooperativa online. Sorprendentemente in questa modalità si dimostra godibile, probabilmente più che nella sua controparte in single-player. Dato che le interazioni tra i due mercenari in singolo sono pressoché nulle, operare con un altro giocatore umano riesce a rendere le missioni più interessanti e divertenti da affrontare. Elaborare strategie con un altro giocatore è appagante, ci arricchisce di nuovi approcci tattici, migliorando la qualità generale dell’esperienza. Basterebbe questo a valorizzare di molto il titolo, ma anche qui l’esecuzione è imperfetta.
Prima tra tutte la questione disconnessioni. Indipendentemente da chi ospita la partita, le disconnessioni accidentali sono frequenti e molto fastidiose. L’altro difetto riguarda la gestione degli accessi al menù. Il primo giocatore che aprirà l’inventario o ispezionerà il corpo di un soldato manderà l’altro in pausa. L’esperienza è poco fluida.
Da evitare
Il ritorno di Jagged Alliance non è dei più riusciti. A differenza di tanti altri remake/remastered Jagged Alliance Rage non riesce a risaltare. Complice il basso budget e una non perfetta riuscita delle componenti, l’esperienza finale non soddisfa il fan di vecchia data né chi si avvicina per la prima volta al brand. Chi si aspettava un titolo degno dei primi due episodi si troverà con una struttura semplificata, ridotta, con impatto grafico discutibile e un sonoro trascurabile. Allo stesso modo, chi voleva una valida alternativa ad XCOM, dovrà fare i conti con una struttura mediocre e afflitta da troppi bug.
Far scegliere all’inizio che squadra creare è, a conti fatti, una lama a doppio taglio. Permette una buona rigiocabilità, però rende più ripida la curva dell’apprendimento e disorienta il giocatore, impreparato allo stile di gioco richiesto. Le cose migliorano in multiplayer cooperativo, ma non basta per la sufficienza.
Pregi | Difetti |
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