Ve ne sarete accorti, Deus Ex Mankind Divided ha uno shop in game.
L’ennesimo tripla A da 60 e più euro viene reso la piattaforma di guadagno per i soliti cheat glorificati che stavolta prendono la forma di Praxis, ovvero i punti ottenuti al level up per sbloccare nuove abilità.
Ma a disturbarci non è tanto l’effettiva utilità di tali acquisti in app, che peraltro non intaccano il bilanciamento o comunque il sistema di progressione del gioco, quanto la sfacciataggine di Square Enix, ancora una volta agli onori della cronaca a causa di scelte di marketing decisamente poco felici e user friendly.
Se ben ricorderete, Deus Ex Mankind Divided aveva introdotto una nuova forma (come se ce ne fosse bisogno) di preordine, basato sullo sblocco graduale di tier a seconda del numero di acquisti globali.
In sostanza gli utenti avrebbero guadagnato elementi aggiuntivi con l’aumentare delle vendite dentro una sorta di crowdfunding del preorder, modello di business a nostro parere scellerato per ovvi motivi ed infatti cancellato da Square a seguito di un’aspra protesta da parte dell’utenza.
Tuttavia i piani alti del colosso nipponico non si sono fermati lì ed hanno deciso di inserire l’immancabile Season Pass con contenuti dal bassissimo rapporto qualità/prezzo, oltre ai bonus preorder e allo shop di cui parlavamo in apertura.
Per la modica cifra di 40€ vi porterete a casa due missioni extra, delle skin per un paio di armi, una manciata di Praxis, crediti e altri consumabili. Che convenienza, direte voi.
Invece no, perché gli oggetti saranno utilizzabili soltanto una volta, a prescindere dal file di salvataggio, il quale viene peraltro legato indissolubilmente all’installazione corrente; c’era anche chi si lamentava di non aver ricevuto tutti i bonus, sottolineando tra l’altro l’assoluta mancanza di trasparenza e supporto da parte di Square, e ha giustamente provveduto a chiedere il rimborso.
Si potrebbe obiettare che Deus Ex in versione base non venga minimamente influenzato da tutto ciò e rimanga godibile, però il nocciolo della questione è un altro.
Si tratta di un pericolosissimo precedente, il tentativo di trasformare un prodotto venduto a prezzo pieno in un modello base di automobile i cui optional vanno sbloccati pagando sempre di più.
Cosa dire di Final Fantasy XV, non ancora uscito eppure già dotato di Season Pass e DLC non inclusi al suo interno? Sembra una pessima barzelletta ma non lo è. Abbiamo quasi raschiato il fondo del barile.
Pur essendo consapevoli del brusco aumento dei costi delle produzioni videoludiche a cinque stelle, non capiamo come mai si scelga di optare per tali mezzucci vigliacchi e offensivi verso il consumatore anziché vendere il gioco completo ad un prezzo leggermente maggiore.
Quantomeno si eviterebbero comportamenti al limite della disonestà, ad esempio nascondere lo shop nelle versioni review o evitare di specificare la natura volatile degli oggetti bonus.
Nel caso di Deus Ex, dunque, siamo di fronte a un ottimo titolo funestato da una pessima etica: la storia si interrompe bruscamente lasciando parecchie questioni in sospeso giusto per costringere gli utenti a comprare le due missioni extra, lo shop autorizza il cheating a pagamento, la modalità Breach si commenta da sola, gli oggetti bonus hanno un solo utilizzo e così via.
Basta dare un’occhiata alle recensioni su Steam per rendersi conto del disappunto generato nel pubblico, ormai particolarmente accanito contro modelli economici ideati al solo scopo di spremerci come limoni.
E, se non stiamo in guardia, tutto questo potrebbe presto diventare la normalità.