Hellblade: Senua’s Sacrifice è uno dei videogame più coinvolgenti a cui abbia mai giocato. Sono un appassionato di cinema, dunque per forza di cose mi affascinano prodotti come The Last of Us, Uncharted, Heavy Rain e Quantum Break. Tuttavia, nessuno dei titoli citati ha saputo rapirmi come ha fatto Senua’s Sacrifice. Già, nemmeno The Last of Us, che considero il videogame migliore della passata generazione su console.
Ninja Theory ha sviluppato un capolavoro, ma allo stesso tempo si tratta di un videogame pensato per un pubblico specifico. Inizialmente credevo fosse un action adventure in stile Nioh o Dark Souls, giochi che adoro. Ma mi sbagliavo, parecchio anche.
Hellblade: Senua’s Sacrifice
Voglio chiarire le cose ed evitare ogni possibile confusione. Hellblade non è un action né un hack and slash. Nel gioco combatterete con pochissimi nemici, in particolare nella prima metà dell’avventura. Poi le cose si faranno più movimentate, ma gli scontri restano poco frequenti. Soprattutto non sono in alcun modo l’elemento principale della produzione.
Detto questo, Hellblade: Senua’s Sacrifice è un adventure con una fortissima componente narrativa. Si arriva ad estremi in cui non sarebbe sbagliato definirlo un’avventura interattiva. Questo perché la storia e la caratterizzazione di Senua eclissano tutto il resto. Ma procediamo con ordine.
Hellblade: Senua’s Sacrifice – Video recensione
Siamo nel mondo celtico, in un momento storico non ben definito. Senua è appunto la protagonista della vicenda, una guerriera abilissima e maledetta. Possiede la Vista, la capacità di vedere e sentire cose che gli altri non percepiscono. Questo le permette di prevedere gli attacchi dei nemici, toccare più piani del reale ma, allo stesso tempo, la sua mente è estremamente disturbata. La sua psicosi è rappresentata in modo splendidamente angosciante tramite allucinazioni di vario genere. Senua sente costantemente i propri pensieri, come se più persone parlassero dentro di lei. E’ chiaramente schizofrenia.
Ascolteremo i dubbi, le speranze, le paure, i pensieri, le riflessioni della sua personalità frammentata. Cercano di emergere tutti insieme creando un caos disarmante, una confusione che è parte integrante della narrativa.
Ninja Theory ha lavorato a lungo con numerosi specialisti e psichiatri, raccogliendo le testimonianze di soggetti schizofrenici. Hanno utilizzato le informazioni mediche per ricreare l’angoscia, il senso di smarrimento e di esasperazione che queste persone affrontano nella propria quotidianità. Vi consiglio caldamente di utilizzare un paio di cuffie durante le vostre sessioni di gioco, l’audio è il più coinvolgente che abbia mai sentito in un videogame.
Lo smarrimento di Senua
L’inizio dell’avventura vede Senua raggiungere la terra dei morti, dove intende liberare l’anima del suo compagno, Dillion. Poco per volta scopriremo la drammatica storia della ragazza, dalla maledizione allo strettissimo rapporto con l’Oscurità. Difficile tracciare delle linee ben determinate, perché anche il racconto risulterà sconnesso. E’ il riflesso della mente di Senua, esattamente come lo è la sua percezione del mondo.
Hellblade vuole prima di tutto raccontare una storia. La narrazione accompagna il giocatore quasi costantemente e con modalità diverse. A parte il tormento delle voci ci sarà un narratore che racconterà alcuni dei miti più affascinanti della cultura norrena. Si scomoda ovviamente Odino, ma anche Loki, Sigurd e Siegfried, il drago Fafnir, il gigante di fuoco Sutr, il Ragnarok con Fenrir e tantissimo altro ancora.
E’ probabile che pochi tra voi abbiano letto l’Adda, la saga dei Volsungar o il Canto dei Nibelunghi, ma se apprezzate la mitologia le storie narrate in Hellblade vi incanteranno.
La splendida direzione artistica
Ma cosa bisogna fare esattamente in questo Senua’s Sacrifice? Come vi dicevo questo non è un gioco action, voglio ripeterlo ancora una volta. Avanzeremo tra aree di dimensioni modeste, non c’è spazio per esplorazione o altro.
Dovremo risolvere numerosi puzzle basati sulla capacità di Senua di vedere ciò che gli altri non vedono. Spesso dovremo ritrovare delle particolari rune nell’ambiente circostante, giocando con la telecamera, la posizione, le luci e le ombre. Potremo dover lavorare con i suoni per trovare la strada giusta all’interno di un labirinto, o affrontare fasi stealth circondati dall’oscurità. C’è una varietà senza dubbio soddisfacente, per quanto nessuna delle attività risulti granché approfondita.
Bisognerà anche combattere, certo, ma per buona parte del gioco capiterà molto di rado.
Il sistema di combattimento è piuttosto semplice, lontano dalle eccellenze dei migliori esponenti del genere. Avremo un attacco rapido leggero e uno lento e possente. Potremo sferrare un attacco in corpo a corpo, schivare e parare. Come in Zelda: Breath of the Wild, parare al momento giusto permetterà di contrattaccare infliggendo molti danni extra. Potremo concatenare attacchi all’interno di combo e stordire temporaneamente il nemico, ma non ci sono tecniche complesse.
Infine potremo usare un’abilità che ci consente di rallentare il tempo ed entrare in un piano parallelo, su cui si muoveranno alcuni avversari.
Il design di alcuni avversari è splendido
I combattimenti sono poco impegnativi, è chiaro che non siano affatto un elemento cardine nella produzione. Ci scontreremo con una manciata di boss, e anche in questo caso la difficoltà non impressiona.
Considerato che Hellblade: Senua’s Sacrifice vuole essere prima di tutto un racconto, l’accessibilità non è un difetto. Bisogna inoltre sapere che ogni volta che moriremo la maledizione di Senua diventerà più potente, espandendosi fisicamente suo suo corpo. Se moriremo troppe volte i nostri progressi nel gioco saranno azzerati e dovremo ricominciare da capo. E’ una possibilità piuttosto remota proprio in virtù del livello di sfida, ma è bene tenerne conto.
Nonostante nessuna fase del gameplay di Hellblade impressioni in termini di profondità, gli sviluppatori sono stati bravi nel rendere l’esperienza molto varia. Vengono introdotte numerose idee, ed è bizzarro per un prodotto di questo tipo. Ninja Theory è un team noto per i propri giochi action, ma qui ha voluto invece sbizzarrirsi con tanti generi differenti. Muoversi tra puzzle, stealth, fasi horror, segmenti action accompagnati per tutto il tempo da una narrativa sublime non annoia mai. Il merito è in primis della storia, ma anche il resto contribuisce, non c’è dubbio.
La longevità non è stellare, vi serviranno tra le 6 e le 10 ore per finire il gioco. Il prezzo di 30 euro è perfettamente coerente con questi numeri.
La mitologia norrena ci immerge in un mondo impietoso
Hellblade: Senua’s Sacrifice è graficamente spettacolare. Conosciamo bene le capacità di Unreal Engine 4, e in termini di illuminazione, effetti particellari, fiamme e rifrazioni qui c’è davvero di che restare contenti.
La direzione artistica è magistrale, abbraccia la crudezza, la morte e la violenza tendendo a un grigio decadente. C’è una sensazione di inesorabilità, la grafica enfatizza le tematiche della trama. Non ci sono colori sgargianti, alberi in fiore e soli splendenti: lo stile è molto simile a quello di Vikings, l’ottima serie TV con Travis Fimmel.
Uno degli elementi più importanti della produzione è il comparto sonoro, uno dei migliori di sempre in un videogame. Un paio di tracce della colonna sonora sono davvero belle, ma per la maggior parte del tempo non ci sono musiche. Questo serve a mettere in rilievo i momenti in cui cominceremo a sentire i tamburi che si mischiano con i canti, sottolineando fasi del gioco particolarmente forti in termini di coinvolgimento emotivo.
Ciò che però impressiona di più sono le voci. Hellblade: Senua’s Sacrifice conta sulla migliore recitazione che io abbia mai visto in un videogame.
E, da questo punto di vista, la differenza qualitativa rispetto a qualsiasi altro videogame è schiacciante.
Senua è un guerriero formidabile
Non voglio togliere nessun merito a giochi come The Last of Us, Uncharted o Beyond: Two Souls. Qui le cose sono però molto diverse. Melina Juergens demolisce qualsiasi altro attore si sia cimentato prima di lei all’interno di un videogame, incluse celebrità come Ellen Page, Willhem Dafoe, Kit Harington, Kevin Spacey e Aidan Gillen. Da profondo amante del cinema non ho potuto che rimanere estasiato dalle sue performance, stupefacenti considerato che non è una professionista. Già, perché la nostra Melina altri non è che la video editor di Ninja Theory.
La sua interpretazione comunica un tragico senso di disperazione, una densità tipica di quegli attori formatisi con impostazione teatrale (pensiamo ad Al Pacino nel Riccardo III). La gestualità, la mimica facciale, l’espressività degli occhi, la generale immedesimazione e ovviamente la voce, ogni cosa contribuisce a creare Senua, un personaggio assolutamente affascinante, forte e determinato. E nonostante questo proviamo il desiderio di proteggerla, risucchiati nella profondità delle sue sofferenze, nella tragedia della sua storia.
Anche il narratore incanta il giocatore con un’intensità notevole. In base ai passi raccontati la sua voce trasmette emozioni vibranti, che trascinano in un mondo fatto di Dei e di violenza.
Come se questo non bastasse abbiamo le già menzionate voci, che attanagliano Senua dall’inizio alla fine. Per registrarle sono state utilizzate numerose tecniche, con attori in movimento che giocavano con le distanze dal microfono e una registrazione che riproponesse la tridimensionalità del suono. Naturalmente la riproduzione è perfetta, dunque munitevi di un buon paio di cuffie.
Tante volte ci si ricorda di Vikings
Provo tristezza e rammarico per quelle testate che hanno definito Hellblade: Senua’s Sacrifice un action game. Tanti, troppi redattori si sono basati sulla storia di Ninja Theory senza capire questo capolavoro. Mi domando come sia possibile.
Questo è senza dubbio uno dei videogame più affascinanti e coinvolgenti che io abbia mai giocato. La mitologia norrena e la sua epicità fanno da sfondo a una storia terribilmente intima e personale, eppure concettualmente così vicina a ciascuno di noi. Ci si parla della perdita, dell’attaccamento, della nostra incapacità di accettare il costante mutare delle cose. Perché la vita finisce così come i sentimenti, i rapporti, le relazioni e ogni altra cosa a questo mondo.
Hellblade: Senua’s Sacrifice è una storia tragica e sanguinosa. In secondo luogo è un gioco dove si risolvono puzzle, si combatte e si affronta qualche sezione stealth. Ma non commettete l’errore di avvicinarvi ad esso come ad un videogame classico, non lo è e non vuole esserlo.
Tanto di cappello a Ninja Theory, ora è il momento di fare una capatina su GOG e rendere onore nel nostro piccolo a questi signori.
Il sistema di combattimento non è male però è verissimo che non è un action. Nelle recensioni ho letto di tutto e giocandolo in effetti si vede che si deve soprattutto risolvere enigmi ed esplorare, questa cosa mi ha confuso.
La storia è magnifica, 100% daccordo con il voto!
Nei Contro hai dimenticato: Gestione mouse pessima con accelerazione negativa (se muovi il mouse velocemente il movimento della telecamera rallenta, se ti muovi piano è velocissima), incomprensibile scelta dei NT sin dai tempi dell’ottimo Enslave…
In realtà non l’ho proprio provato con mouse e tastiera, comunque segnalo il problema agli sviluppatori!