Google Stadia è disponibile già da un paio di settimane e non ha convinto pienamente la critica specializzata. Il nuovo servizio di Google, per chi non lo sapesse, permette di giocare in streaming (e ora ci arriviamo) ad una libreria di giochi attualmente non molto corposa. La caratteristica peculiare di questo servizio è non aver bisogno di alcun apparecchio o console per accedere ai giochi, se non un semplice Chromecast. In teoria, poter accedere subito ai giochi e non avere ingombri per casa sembrerebbe un grande vantaggio, ma non è tutto oro quello che luccica.
Google stadia porta infatti con sé numerosi problemi che, allo stato attuale, rendono l’esperienza mediocre. Andiamoli a vedere nel dettaglio.
Google Stadia: un oceano di incertezze
La prima problematica salta all’occhio durante la configurazione iniziale di Stadia. Questa infatti potrà essere eseguita solo attraverso smartphone, utilizzando una specifica app. Non il massimo della comodità e dell’accessibilità insomma.
Ma passiamo ai giochi in sé, ciò che ci interessa in più in una piattaforma di questo tipo. Avrete sicuramente sentito parlare di videogame in streaming e delle problematiche legate alla qualità dell’immagine. Beh, Google Stadia non fa nessun miracolo. Ci sono mancanze evidenti sia in termini grafici che nella costanza del bitrate. Assumendo che abbiate una connessione assolutamente perfetta e performante, e che non ci sia un gran traffico, l’esperienza di gioco non è esattamente pessima. È però altrettanto vero che se siete abituati a piattaforme fisiche, la differenza la si nota. Ci riferiamo, per esempio, agli evidenti cali nel bitrate, che possono essere causati da un gran numero di fattori. Magari è la vostra connessione che rallenta, magari è la fascia oraria e l’attività intensa in rete, magari è il carico di lavoro sul server, magari la loro banda disponibile. L’unico limite è l’immaginazione!
Altra problematica notata è stata la presenza di un evidente input lag. C’era da aspettarselo visto che stiamo parlando di gioco in streaming e di un’infrastruttura ancora acerba. Nel nostro caso abbiamo notato maggiormente il difetto utilizzando Stadia con mouse e tastiera. Passando invece al controller le cose sono state meno drammatiche, ci siamo abituati dopo poche ore. Ovviamente però tutto dipende dal videogame di cui stiamo parlando. Ben vengano adventure, punta e clicca, storie interattive, strategici e gestionali. Ma non aspettatevi di poter giocare degnamente a uno Street Fighter o a un Call of Duty. Stadia non va bene nel gaming online, soprattutto se competitivo. In questi casi infatti ogni millesimo può essere fondamentale, dunque non vorrete affidarvi a performance tanto instabili.
Infine parliamo dello streaming vero e proprio. Ovvero, dove è possibile usufruire dei servizi di Stadia? Le vostre opzioni sono una TV tramite Chromecast, PC attraverso Chrome, e smartphone. Lo streaming su smartphone però è attualmente disponibile solo sui dispositivi Google Pixel. Una grande limitazione, creata forse per spingere all’acquisto degli smartphone Google. In futuro dovrebbe comunque divenire possibile usufruire di Stadia su qualsiasi telefono Android.
In un quadretto complessivo che non sembra esattamente idilliaco ci sono anche dei lati positivi, ovviamente.
Partiamo dal controller incluso nella Founders Edition. Si tratta di un gamepad molto minimal nel design, che ricorda un po’ il Pro Controller di Nintendo Switch, ma con i tasti disposti come su Dualshock 4. Risulta ergonomico e realizzato con materiali discreti. Tutto nella norma se non fosse per il fatto che il controller costa singolarmente 70 euro! Più di un della concorrenza sulle altre console. Inoltre, per il momento non c’è la possibilità di farlo funzionare attraverso Bluetooth.
C’è poi il discorso “innovazione”, se così vogliamo chiamarla. In un mondo dell’intrattenimento che continua a cambiare, i servizi in stile Netflix stanno diventando sempre più lo standard. Senza dubbio vedremo un progressivo incremento del gioco in streaming, ma al momento le cose non sembrano esattamente mature. Stadia è in una posizione interessante, grazie in primis agli investimenti di Google, ma non sembra avere ben capito le esigenze dei giocatori. Forse continuando a spendere in ricerca e sviluppo, e lavorando per migliorare il servizio, si riuscirà a fornire un prodotto che abbia un reale valore. Ma in questo momento siamo ancora molto lontani dal traguardo.
Insomma, Google Stadia è al momento un servizio acerbo. Lo streaming sarà il futuro del Gaming? La vediamo molto difficile. Le mancanze sul bitrate possono sicuramente venire arginate migliorando infrastruttura e software, ma sull’input lag non si possono fare miracoli. Esiste, ed esisterà sempre, una differenza marcata tra un gioco calcolato sul cloud e uno calcolato in locale. Esistono distanze fisiche che non possono venire ignorate. Le informazioni devono viaggiare.
Con le attuali tecnologie, nulla può battere le performance di un dispositivo locale. E’ però altrettanto vero che certe tipologie di giochi non hanno bisogno di rispettare valori di input lag di chissà che tipo, per offrire un’esperienza di qualità. Nasceranno sicuramente altre decine e decine di servizi di gaming in streaming nei prossimi anni, pronti a competere con Google, Microsoft ed Electronic Arts. Ma per adesso c’è ancora tantissima strada da fare.