Qualche tempo fa avevamo espresso i nostri dubbi sul fatto che Epic Games Store potesse essere una valida alternativa a Steam. Citando tutte le gravi mancanze del negozio, e di conseguenza del launcher, era risultato ovvio come a livello di feature ci fosse una differenza abissale tra le due piattaforme. Steam, bisogna ammetterlo, è imperfetto persino dopo quasi 17 anni dalla sua uscita. Questo non significa però che sia accettabile proporsi come concorrenza nel 2019 con un servizio talmente lacunoso da fare invidia persino a Origin e Uplay.
Tra le altre cose il publisher di Fortnite è stato anche colpito più volte da enormi scandali sulla sicurezza. I profili dei suoi utenti vengono bucati giornalmente, dati sensibili quali indirizzi ed estremi di pagamento sono esposti agli hacker di mezzo mondo, e intanto Epic cosa fa? Cerca di soffiare le esclusive a Steam offrendo banconote a destra e a sinistra. Senz’altro un ottimo modo per farsi amica la community di giocatori PC.
Ma attenzione. Negli ultimi giorni è venuto fuori qualcosa di ancora meno rassicurante. Sembra che Epic Launcher spii gli utenti, li tracci e ne acquisisca dati senza chiedere alcun permesso. Da un’attenta analisi di alcuni developer si nota che il programma effettua delle manovre piuttosto losche in background andando a interferire addirittura con Steam e diversi file locali.
Innanzitutto controlla e registra tutti i processi in esecuzione sul vostro computer, cercando inoltre di accedere alle DLL di alcune applicazioni. Secondo, legge i certificati di root, ovvero firme e chiavi di accesso a determinati servizi protetti. Preoccupante a dir poco. È stato peraltro dimostrato che lo store legga anche i cookie dei browser web installati. Cosa se ne faccia rimane un mistero.
Metro Exodus è una delle esclusive illustri di Epic Games Store
Non solo, ma a quanto pare l’applicazione scarica e carica un numero incredibile di pacchetti sconosciuti per ogni gioco che avviate, raccogliendo dati sul vostro hardware e software attraverso i suoi millemila processi di tracking in JavaScript. In ultimo prende di mira Steam e lo fa in modo piuttosto accanito. Per farla breve, gli sniffa persino il più sacro degli orifizi.
Vengono acquisite diverse informazioni dalle API di Steam, ad esempio i giochi posseduti, il tempo di gioco, la lista amici e i loro ID, i giochi a cui siete interessati, tutti i follow e i commenti lasciati sui forum. Questo ben di Zeus viene criptato, salvato in locale e potenzialmente caricato sul cloud affinché Epic ci metta su le sue graziose manine.
Nonostante le smentite paraculo del CEO Tim Sweeney, che assicura di non aver rubato nulla a meno che gli utenti stessi non abbiano importato la lista amici da Steam, la situazione è imbarazzante. Tra i programmatori, e ve lo assicuro io che lavoro in una software house, Epic Launcher ha la reputazione di uno spyware, se non peggio. L’azienda è in odore di violazione della GDPR, e starebbe dunque correndo ai ripari cercando di salvare il salvabile dopo essere stata sorpresa con le mani nel sacco.
Insomma, pare che Tencent (proprietaria del 40% di Epic) e il governo cinese dovranno accontentarsi dei dati rubati ai propri concittadini. Almeno per ora. Noi consigliamo vivamente di non installare il launcher né di salvare le informazioni personali sullo store. In redazione è successo a più d’uno di vedere il proprio account bucato e modificato da tizi random in Asia orientale, con buona pace di Epic che non si è neanche presa la briga di mandare un’email di avvertimento. Alla faccia della sicurezza.
Epic Games ha visto i numeri di Fortnite crollare dopo il lancio di Apex Legends
Intanto, comunque, Steam non se la passa un granché bene. Valve ha annunciato di voler combattere il fenomeno del “review bombing” con un’opzione apposita. In sostanza le recensioni negative lasciate a causa di un comportamento scorretto degli sviluppatori o del publisher non confluiranno nella valutazione del punteggio medio. Brutto segnale questo, affine alla progressiva stretta sulle recensioni utente anche su altre piattaforme online.
Topico il caso di Rotten Tomatoes, che di recente ha eliminato la funzione “voglio/non voglio guardarlo” sui film non ancora usciti, rimuovendo 60.000 recensioni per proteggere Capitan Marvel dai pareri negativi. Di chi? Dei cosiddetti “troll”, ovvero di chi la pensa diversamente. Nello specifico di chi non ha tollerato l’attrice Brie Larson e il suo femminismo becero con commenti fuori luogo e discriminatori nei confronti degli uomini bianchi. Per non parlare della mediocrità di quel film, recepito tiepidamente persino dalla stampa settoriale schiava e corrotta che ormai, come abbiamo visto anche nel mondo videoludico, si occupa di attivismo politico e non di intrattenimento. Insomma, una situazione simile a quella di Battlefield V: un classico Get Woke, Go Broke.
Noi, in ogni caso, ci opponiamo alla decisione di Valve. Rimuovere la possibilità di commentare negativamente su un prodotto e punirne gli autori è anti-consumatore. Se sbagli è giusto che paghi e la libertà di parola non dovrebbe limitarsi a ciò che si vuole sentire silenziando ogni possibile critica. Allora scusate, a che diamine servono le recensioni?
Battlefield 5: quando i disabili partecipavano alla Seconda Guerra Mondiale
Per non parlare poi del fatto che da qualche tempo Steam sta attivamente rimuovendo giochi con contenuti sessuali e persino suggestivi. Molte visual novel sono state purgate a caso, altre con motivazioni assurde tipo “sfruttamento di minori” e cazzate del genere. Bannano dei disegni ragazzi, dei fottuti disegni. Siamo arrivati al declino della ragione e della logica umana. Non sono più capaci di distinguere la realtà dalla finzione. Se poi davanti a tali contenuti ci si masturbano gli uomini bianchi allora apriti cielo.
Tristemente avere un’opinione diversa dal pensiero unico politicamente corretto nel 2019 è diventato pericoloso e passibile di censura. Pensarla come noi significa essere bollati come arroganti, viziati, razzisti, sessisti e così via. Poi, però, si viene a scoprire che chi sostiene le censure sui contenuti sessuali e sugli hentai ne possiede a valanghe sul proprio hard disk, oppure adesca minori sul web (storia vera). Chi si fa portatore di virtù sociale e diversità cancella di colpo centinaia di tweet razzisti e discriminatori postati qualche anno prima (storia vera n°2). Chi accusa un povero disgraziato di violenze rovinandogli la vita viene dichiarato colpevole di calunnie e molestie reali (storia vera n°3). E chi si fa portatore di onestà e integrità diventa improvvisamente sostenitore di pratiche losche e violazioni dei diritti dei consumatori (storia vera n°4).
Potrei andare avanti all’infinito ma mi sono rotto le palle. Non di questi argomenti in particolare ma del mondo di oggi nella sua interezza. È la fiera dell’ipocrisia e della stupidità. Meno male che posso ancora permettermi di scrivere articoli del genere e ho la fortuna che qualcuno li legga senza darmi del shesshista o denunciarmi per crimini mai commessi in modo da silenziarmi. Ora scusate ma ho l’FBI alla porta e mi tocca aprire prima che rovinino la serratura.