Stitichezza? Pancia gonfia? Disturbi gastrointestinali? Niente paura! Ci pensa il CEO di Epic Games, il fantastico Tim Sweeney, a stimolarvi per bene con le sue perle di saggezza. In una delle sue solite tirate autolesioniste su Twitter, la marionetta preferita di Tencent ci spiega perché le esclusive facciano bene all’industria dei videogame e ai giocatori. Approfondiamo insieme questo discorso dalle premesse brillanti.
Si parlava di GOG Galaxy 2.0, ovvero la revisione dello store di CD Projekt RED, che si prefigge l’obiettivo di unificare tutte le librerie di titoli PC in un unico client. Si tratta di un progetto molto interessante che stiamo seguendo da vicino e che potrebbe mettere fine alle sofferenze di milioni di giocatori costretti a installare un nuovo client al giorno. Un approccio prima di tutto pro-consumatore, che anziché costruire muri li abbatte e offre a chiunque la possibilità di gestire al meglio la propria libreria, in un ecosistema libero e flessibile.
Epic Games, invece, fa l’esatto opposto. Qualcuno lo ha fatto notare a Sweeney, lanciandogli delle frecciatine e chiedendogli come mai si ostini a proseguire sulla strada delle esclusive. La sua risposta è stata la seguente.
Il bellissimo Tim Sweeney, CEO di Epic Games, in tutta la sua gloria
“La domanda va alla base della strategia di Epic Games per competere con gli store dominanti. Crediamo che le esclusive siano l’unico modo per cambiare lo status quo del 70/30% e assicurare un cambiamento radicale all’intera industria. Giusto per fare un esempio, i più grandi store indipendenti non sono riusciti a raggiungere neanche il 5% dell’utile generato da Steam. Praticamente tutti hanno più feature rispetto ad Epic e la loro capacità di scontare i giochi è limitata da diverse pressioni esterne.
La strategia delle esclusive, per quanto impopolare tra i giocatori, funziona. Lo dimostrano i numeri degli store dei principali publisher e dalle proiezioni di vendita superiori su Epic Games Store rispetto a quelle precedenti su Steam e console.
Il 70/30 è una situazione disastrosa sia per gli sviluppatori che per i publisher. Se la strategia di Epic dovesse funzionare e renderlo il secondo store su PC, con la sua percentuale di 88/12%, o anche soltanto spingere altre piattaforme a migliorare le proprie politiche, il risultato sarebbe una maggiore ondata di investimenti nello sviluppo dei videogiochi e un abbassamento generale dei costi.
Credo che questo approccio sia di beneficio ai giocatori ma dobbiamo attendere che altri store si adeguino e gli sviluppatori reinvestano i propri utili a scopo creativo anziché in tassazioni.”
Bene, smontiamo pezzo per pezzo questa montagna di stronzate. Innanzitutto se la tua unica strategia consiste nel soffiare esclusive c’è sicuramente qualcosa di sbagliato proprio alla base. È un po’ come tirar fuori una pistola durante uno scontro di lotta greco-romana, oppure comprare una laurea all’università delle Fiji perché incapaci di ottenerne una con le proprie forze. I cambiamenti radicali non si ottengono facendo gating di contenuti ma andando in senso opposto alla maniera di GOG.
Gabe Newell rotola nei propri dollari mentre Epic Games rompe le cose
Dare agli utenti e agli sviluppatori più opzioni, con i loro pro e contro, senza relegarli al monopolio dei quattrini di chi è incapace di offrire servizi validi. Questo è un modo di cambiare l’industria in positivo. Il fatto che poi nessuno abbia disturbato lo strapotere di Steam significa semplicemente che ad oggi non esiste uno store migliore sotto ogni punto di vista. Anche GOG, per quanto avanti nelle politiche di DRM e di cashback non può competere con la piattaforma di Valve e il suo miliardo e mezzo di feature. Figuriamoci Epic Store, che non ha neanche un carrello.
Per quanto riguarda il funzionamento della tattica esclusive io sarei un attimino più cauto di Sweeney. Avrei prima bisogno di numeri reali e non di parole al vento. Inutile dire che il tuo gioco ha venduto più del doppio rispetto ai capitoli precedenti, usciti qualcosa come 5 e 10 anni fa. Inutile lodare Epic Store dicendo che hai venduto più lì che su PS4 e Xbox One, perché sai benissimo che avresti venduto il quadruplo su Steam. Se vuoi un dato realistico rilascia il tuo gioco su Steam, GOG ed Epic allo stesso momento e vedi che succede.
Dire poi che il 70/30 sia disastroso per sviluppatori e publisher è a dir poco ridicolo. Vadano a raccontarlo a Nintendo, Sony e Microsoft, oltre che alla stessa Valve, responsabile del risorgimento del gaming su PC. Il 70/30 è talmente disastroso che ha permesso all’industria di partire da un valore di 70 miliardi nel 2012 per arrivare ai 152 di quest’anno. E si parla di un’ulteriore crescita fino a 300 miliardi da qui al 2025. Alla faccia del disastro, caro Tim.
Deep Silver e Ys Net truffano finanziatori Kickstarter rendendo Shenmue 3 esclusiva Epic Games Store
Pur cambiando le percentuali di profitto a 88/12, né sviluppatori né publisher avrebbero un miglioramento sostanziale della propria vita. Non è che se a Ubisoft o Deep Silver arrivano più soldi saranno gli sviluppatori a beneficiarne. Quelli rimarranno degli schiavi sottopagati costretti agli straordinari, come tra l’altro accade anche in Epic Games. Ai giocatori saranno comunque negati sconti e abbassamenti dei prezzi base, mentre micro transazioni e DLC rimarranno perché fa comodo così. E i ricchi continueranno ad arricchirsi, con i meravigliosi assegni da 15 milioni di dollari cadauno per comprarsi le isole private nel Pacifico.
Quanto agli indie rimango della stessa posizione di sempre. Fintanto che Epic Games Store sarà il colabrodo che è attualmente, i giocatori continueranno a snobbarlo e chi ci vende avrà sempre profitti di gran lunga inferiori rispetto a Steam o Nintendo eShop. D’altronde se devo comprare un prodotto mi assicuro di recuperarlo sulla miglior piattaforma disponibile, è normalissimo. Abbiamo peraltro appurato che persino gli studi indipendenti più insospettabili non ci pensano neanche due volte a fottere il cliente se ciò può garantirgli verdoni extra. Visto cos’è successo con Phoenix Point, Outer Wilds e Shenmue 3? Titoli finanziati dai giocatori con la promessa di una versione fisica o digitale Steam diventata poi in corso d’opera e senza preavviso un codice Epic Games Store. Trattasi a tutti gli effetti di pubblicità ingannevole, una truffa in piena regola.
E allora ricapitoliamo. In sostanza Epic prende in ostaggio i giochi rendendoli esclusive anche in corso d’opera, contribuisce a truffare i giocatori, offre un servizio penoso, ricatta l’industria fingendo di stare dalla parte degli sviluppatori mentre sottopaga e maltratta i propri. Tutto questo ergendosi a paladina della giustizia senza neanche ricoprirsi di pece per la vergognosa ipocrisia dimostrata. E pensate che c’è anche chi li difende.
Dauntless, uno dei titoli più giocati del momento, esclusiva Epic Games Store
Le esclusive, non lasciatevi ingannare dalle frottole dei PR, sono il male dell’industria. La situazione ideale sarebbe avere una serie di piattaforme aperte a disposizione e poter scegliere liberamente dove acquistare. Voglio spingere al massimo sull’aspetto tecnico? Vado di PC. Mi interessa un’esperienza veloce e senza troppi impegni? PS4 o Xbox One. Ho bisogno di mobilità? Switch. A ognuno la sua, senza essere costretti a spendere 300 o 400€ per un singolo gioco.
Mi vanno bene le esclusive first party, nonostante restringano di molto il pubblico in grado di godersi una determinata esperienza. Quello che non mi va affatto bene è invece quando un’azienda spende milioni per bloccare un prodotto di terze parti impedendomi di usufruirne. Se devi ricorrere ai soldi per costringermi ad acquistare la tua macchina o usare il tuo servizio significa che ne ammetti l’inferiorità rispetto alla concorrenza. Finché questa pratica vergognosa non cesserà di esistere, il cambiamento auspicato falsamente da Sweeney non potrà mai avvenire.