Prima di tutto una premessa. Il brevetto di cui si parlerà è stato depositato nel 2017, lo stiamo scoprendo solo adesso perché negli Stati Uniti serve un po’ di tempo prima di ricevere la sacrosanta approvazione. Ora prepariamoci a un racconto che oscilla tra la fantascienza e horror.
Il brevetto si chiama “Modifica dinamica della difficoltà per massimizzare il coinvolgimento del giocatore nei videogame”. Belle cose.
Vediamo la descrizione così come registrata:
“L’aggiustamento dinamico della difficoltà (ADD) è una tecnica per modificare un gioco in base alle circostanze, al fine di renderlo più facile o più difficile.
Un paradigma comune per ottenere l’ADD è attraverso la predizione euristica e l’intervento, modificando la difficoltà del gioco quando si osservano nel giocatore delle condizioni indesiderabili (ad esempio noia o frustrazione). Senza obiettivi quantitativi sarebbe impossibile ottimizzare l’entità dell’intervento e ottenere i risultati migliori.
In questo documento proponiamo una struttura ADD con un obiettivo di ottimizzazione globale volto a massimizzare il coinvolgimento del giocatore attraverso l’intero gioco. Utilizzando come esempio videogame basati sui livelli, possiamo rappresentare la progressione del giocatore come un grafico probabilistico. La difficoltà dinamica si riduce all’ottimizzazione delle probabilità di transizione, al fine di massimizzare la permanenza del giocatore all’interno del grafico di progressione. Abbiamo sviluppato un sistema che applica questa tecnica a più giochi di Electronic Arts, e abbiamo rilevato un miglioramento fino a un 9% nel coinvolgimento, con un impatto neutro sulla monetizzazione.”
Ma le cose peggiorano
Dunque, se giocate da tanti anni forse ricorderete di alcuni videogame che utilizzavano sistemi di modifica della difficoltà in base alla vostra abilità. Su PlayStation 2 lo faceva Onimusha, sulla prima PlayStation c’erano Crash Bandicoot e Final Fantasy VIII.
In quei casi abbiamo encomiato tali sistemi, innovativi per l’epoca e molto apprezzati. Permettevano ai giocatori meno abili di apprezzare comunque il videogame, e nel momento in cui spendi 60 o 70 euro è sensato che tu voglia anche divertirti.
Nessuno ha gridato allo scandalo perché erano altri tempi, altre aziende. Ovviamente qui le cose sono molto diverse, e lo sono per via di un altro brevetto di Electronic Arts, chiamato “Struttura per matchmaking ottimizzata per il coinvolgimento”.
Ecco un piccolo estratto:
“Tra l’altro, possiamo anche cambiare la funzione legata all’obiettivo in base ad altre metriche di interesse, come la quantità di tempo passata nel gioco, la ritenzione del giocatore e la spesa ingame del giocatore.”
Con ogni probabilità Battlefront 2 adotta il nuovo sistema di Electronic Arts
Ecco, adesso diventa tutto un pochino più chiaro.
Volendolo dire in due parole, siamo arrivati a un punto in cui non sarà la nostra abilità a determinare quando vinciamo e quando perdiamo. Lo decide Electronic Arts, con una formula matematica.
Il software si occupa di analizzare il comportamento di ciascun singolo giocatore, raccogliendo dati che “includono ma non sono limitati a data di installazione, abilità, frequenza di gioco, performance eccetera“. In questo modo si riuscirà a prevedere il cosiddetto “fattore di rischio churn”, il terrore di tanti publisher.
Churn è un termine utilizzato nel gergo dei videogame da qualche tempo a questa parte. Indica una situazione in cui il giocatore non è coinvolto, quindi smette di giocare per un certo lasso di tempo. Il churn può essere permanente o meno, può riguardare un singolo gioco o qualsiasi gioco.
Può essere inteso come il momento in cui smettete di giocare a un determinato prodotto perché vi siete semplicemente stufati.
Electronic Arts analizza e capisce per quale motivo vi siete stufati, sa in quali circostanze avete smesso di giocare e modifica la difficoltà per impedire che ciò accada di nuovo.
Se perdete troppo spesso provate frustrazione, è inevitabile. In quel caso l’algoritmo vi metterà contro avversari meno forti incrementando le vostre possibilità di successo.
Di contro, vincendo troppo spesso proverete noia. In questo caso la difficoltà sarà incrementata per farvi perdere, in modo da creare una sfida più gratificante.
Vincere o perdere non dipende da voi
Il vostro cervello è portato a credere che il gioco sia più interessante di quanto in realtà non è. Proverete una maggiore gratificazione, sarete soddisfatti del vostro acquisto da 70 euro, e magari sarete anche più disposti a investire denaro addizionale in micro transazioni e loot box.
Activision ha da poco reso “social” i loot box, invitando gli utenti a guardare gli altri giocatori durante l’apertura degli stessi. In questo modo si alimenta l’invidia e la spinta alla micro transazione. E funziona, funziona dannatamente bene. Gli altri lo fanno, perché non dovrei farlo io?
Tutti i big del settore fanno studi del genere. Ubisoft, Activision e 2K non sono più “buone” di Electronic Arts. Noi siamo i consumatori, mentre loro hanno bisogno del nostro denaro per esistere. Per ottenerlo assumono specialisti, studiano, analizzano, propongono idee nuove, investono risorse.
Viene facile pensare che investano più denaro in studi e analisi di mercato che non nello sviluppo vero e proprio.
Non c’è alcuna etica alla base, è soltanto un discorso economico. Ciò di cui parlano nei loro brevetti è a tutti gli effetti manipolazione psicologica volta a farci sborsare qualche euro in più.
Da quando King ha assunto un team di psichiatri all’interno dello staff di Candy Crush è passata parecchia acqua sotto i ponti. Da una parte abbiamo avuto il progresso tecnologico, dall’altra un affinamento delle tecniche di estorsione legalizzata operate da questi signori.
Anche Destiny 2 non ha avuto comportamenti molto consumer-friendly
La cosa divertente è che la gente mi domanda quanto hype io abbia nei confronti di Anthem. Come cavolo potrei esaltarmi per un gioco prodotto da aziende del genere? Qualcuno crede ancora che potrà essere un prodotto “pulito”? Fatto da Electronic Arts? Sul serio?
Qualcuno pensa che potrà non avere loot box e micro transazioni? Di certo dopo tutto il casino che è successo dovranno ridimensionare molti dei loro piani. Scommetto il mio epididimo che Anthem era stato pesantemente incentrato sulle micro transazioni, e che in questo preciso istante centinaia di persone stanno lavorando per ribilanciare l’intero gioco a causa dell’insofferenza dei giocatori.
Potrà essere un gioco di qualità, non ci sono dubbi, ma francamente sono in una condizione mentale per cui mi rifiuto di pagare per videogame prodotti da Electronic Arts. Non escludo di poter fare delle eccezioni in futuro, ma dopo Mass Effect Andromeda, Battlefront e il caso Visceral Games ho davvero grosse difficoltà ad aprire il portafogli per questi tizi.
Moderazione? Un pochino?
Io non credo che sia sbagliato puntare al denaro, se si è responsabili di un’azienda. In fondo è l’unico modo in cui puoi sopravvivere, in un mercato altamente competitivo. Quello che non accetto e non comprendo è l’avidità.
Nessuno sta dicendo di eliminare qualunque tipo di micro transazione da qualunque tipo di gioco, ma non puoi piazzarle anche in un prodotto venduto a prezzo pieno e di cui mi fai già pagare per DLC e Season Pass.
Spremere le persone in questo modo non è cercare di sopravvivere nel mercato, è non avere rispetto verso chi ti garantisce uno stipendio. Ed è francamente da psicopatici. E’ esattamente lo stesso tipo di atteggiamento che ci si aspetta da un politico. Non si accontentano di giocare con il nostro denaro, ma vanno anche a macchiarsi di plagio e di manipolazione mentale. E ne vanno dannatamente fieri, non se ne vergognano.
Nulla di fatto?
“Ok”, direte voi “Che dobbiamo fare? Ci sono soluzioni?”
Incazzatevi.
L’unica maniera per farsi rispettare è mettere al primo posto la propria dignità e incazzarsi. Proprio come nelle elezioni, tante volte un voto non fa la differenza, ma un consumatore incazzato sa essere rumoroso. Sa andare sui forum, sa fare flame, sa diffondere insofferenza e insoddisfazione, sa fare pubblicità negativa, sia anche solo con i propri amici.
C’è chi mi dice di farmi una camomilla, chi vi dirà di fregarvene, chi vi liquiderà dicendovi che prenotare è necessario se vuoi avere una Collector’s Edition. Sono punti di vista diversi dal mio, liberissimi di esprimerli, ma non mi va di essere messo a 90°, e non ho voglia di rispondere con un sorriso se qualcuno mi invita a piegarmi in avanti.
Muovetevi in direzione di ciò che ritenete giusto, perché troppe persone più in alto di voi non hanno idea di cosa siano, giusto e sbagliato.