Drova: Forsaken Kin – Uno dei Migliori Giochi dell’Anno

Il mercato indipendente ha sfornato un’altra piccola (si fa per dire) gemma indirizzata agli amanti degli action RPG più maturi, magari anche punitivi, gente cresciuta sullo stile cupo dei primi Baldur’s Gate, ma anche con i più recenti The Witcher. Pur non trovandosi in una situazione ottimale al lancio, questo Drova – Forsaken Kin ha ricevuto dagli sviluppatori un paio di patch correttive che hanno eliminato le criticità, e l’esperienza risulta adesso piacevolissima.
Il gioco è stato rilasciato il 15 Ottobre 2024 ed ha già convinto tantissimi giocatori su Steam. E’ inoltre disponibile anche su Nintendo Switch. Il publisher ci ha offerto un codice review, che abbiamo testato giocando in maniera particolare su Steam Deck. Purtroppo i testi a schermo non sono in italiano, ma è possibile selezionare la lingua inglese, tedesca o francese.

Drova – Opinione

Drova rientra nel genere degli action RPG con visuale dall’alto, ma è in realtà molto più di questo. Offre infatti un mondo aperto decisamente ampio, invita il giocatore all’esplorazione ricompensandolo con un gran numero di contenuti di alta qualità, ed offre una qualità della scrittura a dir poco elevata, un elemento che tante volte viene messo in secondo piano in tanti action RPG.

Il gioco porta ben presto il nostro protagonista nel mondo di Drova, questa sorta di realtà medievale fantasy dai toni duri e decadenti, un ambiente ostile dove si contrappongono due grosse fazioni. Da un certo punto di vista è un po’ una versione ridotta di quello che avveniva nel mai dimenticato Gothic, cosa che farà senza dubbio piacere ai nostalgici.

La struttura stessa del gioco vi consente di vivere la storia in modo piuttosto libero. All’inizio del gioco il nostro obiettivo sarà principalmente di farci accettare dalle due comunità, svolgendo missioni che proveranno il nostro valore, mentre prenderemo confidenza con le diverse meccaniche del gioco. Il racconto prevede storie principali e secondarie, tutte scritte con notevole perizia che, per un’impietosa contemporaneità nelle uscite, hanno reso ancora più evidente quanto i dialoghi di Dragon Age the Veilguard fossero sotto la mediocrità. Chi ha scritto i testi di Drova potrebbe dare lezioni agli autori di Veilguard.
La maggior parte dei racconti che troveremo in Drova sono crudeli, brutali, con casi di tradimento, macchinazioni, personaggi che cercano di prendere il potere, altri che vogliono truffare, ragazze un po’ troppo brille che ci convincono di essere interessate quando in realtà puntano solo ai nostri averi. Il world building e la coerenza interna del gioco sono di altissimo livello, i dialoghi con i diversi NPC risultano sempre piacevolissimi da leggere e contribuiscono a incrementare il senso di immersione del giocatore.

Nonostante la struttura a quest sia piuttosto classica, la maniera in cui Drova si sviluppa nelle prime ore è piuttosto peculiare. Passeremo parecchio tempo all’interno delle due principali città (le fazioni di cui parlavamo prima), all’interno delle quali avremo un gran numero di compiti da svolgere. Se questo potrebbe sembrare poco stimolante, in realtà la qualità della struttura e la progressione degli eventi sono cadenzati in modo splendido, la ritmica delle attività si miscela con saggezza a un world building che affascina e fa sentire parte del mondo di gioco, una sorta di eroe in erba che cerca poco per volta di costruirsi un nome.
Un problema da tenere in considerazione è che le missioni non offrono alcun indicatore a schermo sulla nostra destinazione. Questo sarà apprezzato dai puristi di vecchia data, ma purtroppo non si sposa bene con lo stile grafico del gioco: trattandosi di una produzione in pixel art, si fa molta fatica a riconoscere i personaggi solo dall’aspetto, e il fatto che non abbiano nemmeno il proprio nome indicato sopra il modello rende a volte frustrante la ricerca del giusto NPC. In più occasioni mi sono ritrovato a parlare pressoché con tutti nella speranza di beccare il personaggio che mi permettesse di proseguire all’interno di una determinata storyline.

Alcune delle nostre scelte nel corso dei dialoghi avranno un reale impatto sulla storia, ma questo non avviene sempre o in tutte le quest, è un’impostazione naturalmente molto diversa rispetto a quella di un CPRG come Baldur’s Gate. Permane comunque la sensazione che il nostro ruolo sia importante nel dipanarsi degli eventi, e che siamo effettivamente responsabili di ciò che accadrà al nostro personaggio.
Questo criterio si applica ai dialoghi, ma anche agli incontri che potremo fare nel corso delle nostre esplorazioni dell’open world. Potrà capitare infatti di essere attaccati da briganti, e starà a noi decidere in che modo affrontare la questione, se dandocela a gambe o sguainando le armi per combattere. Non mancano poi soluzioni molto più creative, come la possibilità di coinvolgere nello scontro ulteriori NPC, magari trascinando delle bestie feroci verso i nostri avversari, o coinvolgendo le guardie di una città in modo che intervengano in una rissa.
Drova è un mondo credibile, con personaggi che hanno abitudini, reazioni e pattern comportamentali che potremo decidere se sfruttare a nostro vantaggio o meno.

Il sistema di combattimento in sé non è particolarmente complesso. Ci muoveremo in tempo reale, con la possibilità di sferrare un attacco normale utilizzando R1 o uno caricato con L1. Gli attacchi leggeri possono essere concatenati con il giusto tempismo, accumulando punti focus ogni volta che porteremo a segno un colpo. La barra del focus può essere utilizzata per sferrare gli attacchi speciali, che potranno infliggere dot di vario genere, incrementare il danno, stordire il nemico, allontanarlo con un knockback e tanto altro ancora. Non manca la possibilità di effettuare una schivata, in accordo con la stamina a nostra disposizione.
La difficoltà media degli scontri non è proprio bassa, vi capiterà di morire più e più volte. Tuttavia, anche in questo campo è notevole il lavoro svolto dallo sviluppatore nel dare un bel senso di progressione. All’inizio del gioco saremo letteralmente vestiti da pezzenti, con stracci che non offriranno alcuna difesa e poco più di una mazza con cui attaccare. Ma ottenere pezzi di armatura o armi progressivamente più potenti ci consentirà di tornare nei luoghi in cui siamo stati barbaramente massacrati per prenderci la nostra rivincita. Ed è una bella soddisfazione.

Le tipologie di armi spaziano dalla classica accoppiata spada con scudo, ad asce a due mani, lance per controllare l’avversario dalla distanza, rapidissimi coltelli, archi e fionde. Le armi a distanza vengono controllate con lo stick analogico destro, un po’ come avviene nei twin stick shooter. Personalmente non sono riuscito ad utilizzarle in modo molto efficace durante i combattimenti, dovendo mettere una certa distanza tra me e il mio avversario. Risultano però molto comode per il primo attacco, o in circostanze più particolari.

In generale si tratta di un sistema di combattimento funzionale, ma non proprio straordinario, forse un po’ limitato nelle situazioni e nelle possibilità offerte. Ho trovato un po’ deludente la gestione delle magie, che per buona parte dell’avventura possono essere utilizzate solo in maniera ridotta. Naturalmente anche questo fa parte del sistema di progressione del gioco, ma all’atto pratico l’ho trovato un po’ frustrante.

Dal punto di vista artistico Drova è uno spettacolo sia per gli occhi che per le orecchie. La pixel art di altissimo livello si fregia di ambientazioni cupe e decadenti, ricchissime di dettagli, con personaggi realizzati in maniera splendida e modelli dei mostri che mi hanno sempre lasciato più che soddisfatto. Eccellenti le animazioni, sia dentro che fuori dai combattimenti, in grado di farci leggere in anticipo gli attacchi di alcuni avversari aiutandoci a sopravvivere agli scontri più impegnativi.
E un plauso va senza ombra di dubbio anche al compositore della colonna sonora, sempre azzeccatissima. Drova ha un accompagnamento eccellente, con musiche che cambiano in maniera dinamica a seconda di ciò che avviene sullo schermo. Gli stili vanno dal celtico al medievale, con qualche pezzo addirittura cantato (in lingua tedesca, se l’orecchio non mi inganna) e una generale atmosfera epica che contribuisce a sua volta a immergere il giocatore in questa straordinaria esperienza.

Consigliato

Drova è un gioco che raccomando a prezzo pieno a tutti gli amanti di action RPG e WRPG alla ricerca di una storia cupa e adulta, ben scritta e sceneggiata con cognizione di causa. Nonostante il sistema di combattimento non sia proprio straordinario, il gioco ha tantissimo da offrire in termini di narrativa, nella direzione artistica, e in generale nella perfetta mistura tra elementi ruolistici e da survival, creando un’esperienza che eccelle grazie prima di tutto al suo straordinario world building. Uno dei migliori giochi dell’anno, e un acquisto imprescindibile per tutti gli appassionati del genere.

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