Dark Souls III segna un momento importante. In molti non se ne saranno resi conto ma sono già passati circa 8 anni da quando Demon’s Souls, l’ormai celebre action RPG sviluppato da FromSoftware e pubblicato in esclusiva su PlayStation 3, vide la luce segnando una svolta epocale per il mondo del gaming così come lo conosciamo.
Otto lunghi anni durante i quali, oltre all’incalcolabile numero di giochi dichiaratamente ispirati a quella che ci sentiamo tutt’ora di definire l’opera maestra della casa giapponese, il team capeggiato dal geniale game designer Hidetaka Miyazaki ha continuato ad evolversi senza sosta partorendo un titolo eccellente dopo l’altro, dai Souls a Bloodborne, per chiudere in bellezza con l’oggetto di questa recensione: Dark Souls III.
Un’aura di tristezza pungente ci pervade mentre scriviamo, consci che si tratta dell’ultima volta in cui parleremo di una delle saghe che più abbiamo amato nella nostra storia di videogiocatori; una saga capace di regalarci carrellate di emozioni contrastanti ma fortissime, ore di divertimento da soli o in compagnia costellate di gioia, rabbia, commozione e stupore insieme a formare un’esperienza indimenticabile.
Caliamoci dunque nel racconto del viaggio finale, cercando di evitare qualsiasi genere di spoiler e sperando di non tralasciare alcun dettaglio rilevante.
Dark Souls III – Recensione
Data di uscita: 12/04/2016
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, XB1
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €69.99
Dark Souls III inizia subito senza troppi convenevoli, come di rito. Durante la canonica mezz’ora adibita alla creazione del personaggio (inutile negarlo, siete anche voi dei fashionisti) potremo scegliere tra 10 classi con diverse statistiche ed equipaggiamenti, che modificheranno drasticamente il tenore delle prime fasi di gioco. Creato il personaggio, il gioco ci fionda in un livello tutorial che di tutorial ha ben poco, almeno per l’utente medio.
Chi ha giocato i vecchi capitoli sa già a grandi linee cosa si troverà davanti non appena la corposa cutscene finale andrà a nero, mentre ai novizi non rimarrà che prepararsi al peggio.
L’incipit, apparentemente semplice e disseminato di messaggi d’aiuto da parte degli sviluppatori, è in realtà un percorso in cui non mancheranno imboscate, vie nascoste e persino miniboss piuttosto pericolosi che culmineranno poi nel primo, temibile, boss.
Una volta sconfitto a suon di imprecazioni e camminato ancora per un paio di minuti si arriverà all’hub di gioco, un luogo misterioso ed altamente evocativo che ci permetterà di riposarci ed avere accesso a svariate opzioni.
Tra le più evidenti annoveriamo un mercante, un fabbro, un falò che può essere potenziato al fine di aumentare l’efficacia dell’immancabile fiaschetta Estus ed infine la comodissima possibilità di effettuare il viaggio rapido verso altre location visitate.
Verrà inoltre spiegato cosa sta succedendo al mondo in cui ci troviamo, Lothric, ed in breve comprenderemo lo scopo della vostra avventura; la storia di Dark Souls III sarà ovviamente narrata attraverso dialoghi con gli NPC e descrizioni degli oggetti, sempre in modo alquanto criptico, tuttavia abbiamo notato una maggiore efficacia nell’esposizione che di sicuro risulterà comprensibile persino ai meno attenti, soprattutto se si è seguita la storyline dei capitoli precedenti.
Dark Souls 3 – Trailer di lancio
Di intermezzi ne troveremo davvero pochi, quasi esclusivamente relativi ai boss, ma di lore e riferimenti ai vecchi Dark Souls saremo proprio sommersi; niente è stato lasciato al caso, i pezzi tornano uno dopo l’altro e vi garantiamo che il finale (o meglio, i tre finali) saprà soddisfare qualsiasi appassionato.
Una degna conclusione della serie insomma, che lascia trasparire con chiarezza l’amore profuso nella creazione di una trilogia in grado di sfruttare appieno e splendidamente tutto il potenziale della metanarrativa videoludica.
In termini di gameplay la situazione non è cambiata molto rispetto al passato. I controlli di questo Dark Souls III sono rimasti pressoché invariati, eccezion fatta per le abilità, attacchi speciali eseguibili impugnando le armi a due mani.
Questa variante, che va ad aggiungersi al moveset standard delle varie lame a nostra disposizione (pugnali, spade corte, lunghe, mazze, asce, fruste e via dicendo), si attiva tenendo premuto il tasto L2/LT ed eseguendo attacchi normali o pesanti con R1/RB e R2/RT.
Gli effetti che possiamo ottenere variano a seconda del tipo di arma usata ma sono quasi sempre letali. Abbiamo ad esempio il devastante attacco ad area dello spadone Storm Ruler, oppure il buff elementale della spada di Lothric. Le abilità consumano punti focus, ovvero la barra blu di mana -utilizzata anche da incantesimi, miracoli e piromanzie- che sta tra punti vita e stamina.
Il focus si recupera bevendo da un secondo tipo di fiaschetta, di colore azzurrino, la cui quantità può essere regolata allocandone gli utilizzi presso il fabbro, a svantaggio della Estus gialla adibita alla cura.
Il livello di difficoltà di Dark Souls 3 è ancora decisamente elevato
Il combat system funziona esattamente come nei titoli precedenti, anche se ora i combattimenti risultano molto più frenetici. La schivata/rotolata con i frame di invulnerabilità gioca un ruolo soverchiante persino rispetto agli scudi.
Ripararsi dietro uno scudo stabile e tentare occasionalmente il parry costituisce ancora una tattica validissima. Tuttavia sfruttare l’agilità per evitare i fendenti nemici, e colpire sul fianco/in backstab ci è sembrata la maniera migliore di portare a casa la vittoria.
Il sistema è finalmente reattivo al 100% e più fluido che mai. E’ un significativo passo avanti, dovuto all’esperienza maturata con Bloodborne, la cui essenza si fa avvertire con regolarità. La base distintiva dei Souls e la varietà non vengono comunque intaccati in alcun modo.
Armamentario ed equipaggiamenti esondano a dir poco, di conseguenza avrete uno sterminato range di manovra per quanto riguarda build e strategie. Noi abbiamo fuso intelligenza e destrezza per giostrarci fra corpo a corpo con lo stocco e ranged con vari incantesimi. La scelta è comunque talmente ampia che per provare ogni combinazione avremmo dovuto perdere mesi.
L’upgrade delle armi avviene come nei predecessori, ovvero tramite lavorazione di titaniti che si trovano in giro e vengono droppate con frequenza dai mob. Non è possibile acquistarle dai mercanti, così come non è consentito migliorare le armature.
Gemme e tizzoni, più rari della titanite, servono invece ad infondere particolari poteri e bonus ai pezzi dell’arsenale. Così facendo si arricchisce ulteriormente la lista di effetti addizionali. Infine, per ottenere armi uniche bisognerà consegnare le anime dei boss ad uno specifico NPC, come in Dark Souls I e II.
Nemici e ambientazioni di Dark Souls 3 convincono pienamente
Parlavamo di varietà, dunque ne approfittiamo per elogiare l’eccellente lavoro svolto con nemici e ambientazioni, fiori all’occhiello delle opere From Software.
Tutte le creature ostili che incontreremo sono ben caratterizzate esteticamente, affascinanti ma allo stesso tempo orride. Il design è coerente con il setting in cui si trovano, e sono dotate di pattern tanto peculiari quanto imprevedibili.
I nemici in Dark Souls III sono tosti, molto più che in passato, e aggirarli evitando di venir colpiti è un’impresa di non poco conto. Nelle fasi avanzate, in cui un singolo mostro può polverizzarci in men che non si dica, lanciarsi negli slalom può essere fatale.
Ciò nonostante potremo “rompere” l’IA sfruttandone le falle e portare gli inseguitori al suicidio o allo stallo con estrema semplicità. Segnaliamo che è ancora presente la seccatura dei colpi passanti attraverso le pareti, irritante come al solito.
D’altro canto i boss, temibili, eleganti, imponenti e duri a morire non sono in alcun modo soggetti a problemi di intelligenza artificiale.
Certi scontri sono talmente epici da lasciare a bocca aperta, sia per la meraviglia che per le urla blasfeme provocate.
Oltre a vantare moveset piuttosto articolati ed infliggere danni sempre enormi, tutti i boss (19 in totale, 6 opzionali) entrano, al raggiungimento del 50% dei punti vita, in una seconda fase. A questo punto i loro attacchi verranno spesso accompagnati da effetti elementali, fattore che rende le battaglie incredibilmente intense.
Delle bossfight non abbiamo gradito soltanto le bizze della telecamera in caso di nemici molto alti. Hanno comportato numerose morti per via dei repentini cambi automatici di visuale.
Da notare poi che la difficoltà di Dark Souls III, parecchio al di sopra della media, diminuisce di molto se si coopera con amici o sconosciuti online.
Dark Souls 3 si è affinato in tanti dipartimenti
Le evocazioni funzionano sempre attraverso il canonico segnale bianco lasciato nei pressi della zona. Il giocatore che evoca deve aver utilizzato lo strumento Tizzone (equivalente all’Umanità negli scorsi capitoli) per poter vedere i fantasmi di altri utenti o NPC.
L’esperienza online sembra migliorata, anche grazie alla presenza di server dedicati e al nuovo sistema di matchmaking, con o senza password, che tiene conto del livello e del grado di potenziamento delle armi di ciascun utente.
Importanti anche i patti, riveduti e corretti in modo da non apportare eccessivi vantaggi a nessuna fazione in particolare. Vedono il ritorno di alcuni temi ricorrenti e new entry dalle meccaniche interessanti, come quella dei “Mound-Makers”, fantasmi bianchi in grado di uccidere l’host della partita fingendosi alleati.
Del PvP non possiamo dire granché in quanto in fase di review, avvenuta durante un periodo precedente al day one, i server erano praticamente vuoti ed è risultato impossibile trovare sessioni aperte a cui unirsi.
Da quel che abbiamo visto, comunque, non crediamo ci siano sbilanciamenti evidenti o problemi di netcode.
Addentriamoci adesso nell’aspetto tecnico-artistico di Dark Souls III.
Trattandosi di un gioco supervisionato da Hidetaka Miyazaki, il level design non può che essere da manuale e ricorda da vicino sia le atmosfere sia la conformazione dei livelli di Demon’s e del primo Dark Souls.
Le zone si sviluppano prepotentemente in ogni dimensione, soprattutto in verticale, consentendo al giocatore di osservare con attenzione ciò che lo circonda grazie a punti di vantaggio e valutare al meglio l’approccio da adottare nelle aree antistanti.
Dark Souls 3 vanta un level design magistrale
Nella prima parte dell’avventura i falò sono forse troppo vicini tra loro. Il design spensierato rimanda al secondo capitolo della serie, tuttavia la mano del direttore si fa sentire a partire dall’arrivo in una certa zona e rimane in pianta stabile fino alla fine. Le già riuscitissime location si impreziosiscono così con aree segrete, muri illusori, trappole, imboscate, mimic a volontà e ingegnose scorciatoie.
Se a questo ben di Zeus si aggiunge il posizionamento perfetto dei nemici, si può facilmente capire perché Miyazaki-sensei sia considerato uno dei migliori designer in circolazione.
A tale magnificenza non coincide tuttavia un comparto tecnico degno della generazione corrente. Il motore di Bloodborne ha sì migliorato di gran lunga la resa grafica regalando effetti particellari, illuminazione e occlusione ambientale, ma c’è ancora molto da lavorare per quanto riguarda texture, modelli e ombre.
Le performance, almeno su GTX 970, sono abbastanza buone, se escludiamo dei microscatti durante il salvataggio automatico e dei lievi rallentamenti in aree zeppe di dettagli. Siamo riusciti a impostare tutto al massimo mantenendo un framerate stabile a 60FPS e 1080p per gran parte dell’avventura.
Ottima, infine, la soundtrack, che sa essere delicata e incalzante nei momenti giusti e si sposa sapientemente con ogni combattimento senza infastidire.
La longevità si attesta intorno alle 30 ore se si escludono le 4 aree opzionali e il New Game Plus, oltre che il multiplayer online. Non dubitiamo che la community si impegnerà nello sviluppo di mod che miglioreranno ulteriormente l’aspetto tecnico e la longevità del titolo.
Siamo comunque di fronte ad un signor videogioco in tutto e per tutto, la degna conclusione di una saga passata agli annali, guadagnandosi un’impressionante cerchia di appassionati e centinaia di riconoscimenti. In poche parole, un vero capolavoro.
Consigliato
Dark Souls III è senza dubbio il più raffinato tra i Souls, una sorta di canto del cigno degno di essere ascoltato con passione dal primo all’ultimo secondo e che i veri fan, quelli con una ventina di NG+ sulle spalle, ameranno alla follia.
Al capitolo finale della saga di FromSoftware non manca proprio nulla: atmosfere avvolgenti, narrativa intrigante, gameplay impeccabile, level design magistrale e scontri leggendari.
Il titolo si porta dietro anche alcuni difetti diventati ormai quasi un marchio di fabbrica dello studio nipponico e avrebbe potuto beneficiare di un comparto tecnico più al passo con i tempi, per così dire, ma in generale si tratta di pecche veniali grosso modo trascurabili.
Che siate o meno appassionati del franchise, l’acquisto è semplicemente obbligatorio.
Valutazione 9.5 |
+ Sistema di gioco vicino alla perfezione + Vario, difficile, profondo, longevo + Artisticamente stupendo + Level design al top + Nemici e boss ben caratterizzati |
– Qualche problema con l’IA – Comparto tecnico altalenante |
*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*