Tra Call of Duty WWII e Wolfenstein II direi che quest’anno i nazisti non hanno particolare fortuna. Il nuovo CoD sarebbe uno spettacolo in realtà virtuale, ci sono una sfilza di sequenze che creano un livello di immedesimazione notevole. All’inizio del gioco c’è il tristemente celebre sbarco in Normandia. Sono state sensazioni simili a quelle che provai quando vidi per la prima volta Salvate il Soldato Ryan. I colpi che volano da tutte la parti, i cadaveri dei compagni che si ammassano, gente che fino a un attimo prima aveva una vita e che adesso è esanime al suolo. CoD WWII ha dei momenti davvero intensi, c’è una bella differenza rispetto a Infinite Warfare.
Ma quando il principale avversario si chiama Battlefield 1 riuscire ad avere la meglio non è affatto facile.
Call of Duty WWII
La campagna di Call of Duty WWII mi ha divertito e al tempo stesso sorpreso con momenti di notevole tensione. Giocheremo nei panni di più personaggi, ma il protagonista della vicenda è il prode soldato Daniels. Ha una faccia più o meno quadrata, è un uomo brutto e terribilmente americano, ma sa sparare.
La storia scorre piacevolmente, più che altro grazie ai soldi di Activision. La qualità della produzione è infatti elevatissima, è chiaro che gli investimenti siano stati considerevoli. Avremo un cast di attori che recitano decentemente, sequenze d’azione, una trama che va bene ma che in assoluto comunque non è nulla di che. I personaggi sono infatti pesantemente stereotipati, rispondono ai modelli caratteriali che ci aspetteremmo di trovare in un qualsiasi film di guerra.
Call of Duty WWII – Trailer Campagna
Ciascuna missione parte con una scenetta non interattiva dove si sfoggia uno splendido performance capture. Nel corso della campagna ce ne andremo in giro per la Francia, il Belgio e ovviamente la Germania. Non saranno viaggi di piacere, si tratterà di strisciare sotto il fuoco nemico, vedere compagni che muoiono, e sparare in faccia a gente nata nella nazione sbagliata.
I livelli sono lineari, è una campagna semplice, missione > obiettivo > vittoria. Niente di trascendentale, ma quello che c’è è molto buono.
I nostri incarichi non saranno necessariamente legati alla fanteria. Potremo ad esempio trovarci a bordo di carri armati, intenti a pilotare un aereo, o magari a intrufolarci in una base nemica sfruttando lo stealth.
L’intelligenza artificiale non mi è piaciuta. I nostri compagni si riparano dietro le coperture, ma credo che le posizioni assunte siano scriptate. Non reagiscono infatti nel momento in cui vengono colpiti, tanto che non esiteranno ad alzarsi e farsi crivellare di colpi con istinti suicidi che lasciano un attimo perplessi.
Stesso discorso per quanto riguarda gli avversari, che semplicemente di tanto in tanto si spostano. Sono molto veloci nel far fuoco, spesso tengono sotto tiro porte e finestre in attesa del nostro arrivo. Quasi dei camper in pratica!
Quando la nostra squadra si incontra col nemico finendo nel corpo a corpo abbiamo dei risultati insoddisfacenti, movimenti grossolani, reazioni affatto realistiche e una sensazione di fisicità nulla. Non capiterà spesso comunque.
Call of Duty WWII dà spazio ai lanciafiamme
Ottimo il gunplay, che si basa sulle armi degli anni ’40, molto più “meccaniche” e fisiche rispetto a quelle moderne. Alcune vanno ricaricate dopo ogni colpo, e i caricatori hanno dimensioni spesso ridotte. I mirini sono quasi sempre basati sul design stesso dell’arma, il fucile da cecchino è l’unico a garantire un qualche tipo di zoom.
C’è un bel senso di pesantezza dei proiettili, sia nel vederli correre di fianco a noi che quando impattano sui personaggi, incluso il nostro. E’ un mix tra ottima qualità delle campionature, audio direzionale, bassi profondi e ovviamente il feedback visivo. E’ uno dei migliori esempi di gunplay dei tempi moderni, non ha nulla da invidiare a Battlefield, nemmeno quando saremo a bordo di mezzi da guerra.
Volendo fare un discorso generale la campagna è comunque gradevole, diversificata, più coerente rispetto alle storie singole di Battlefield 1. Non fa gridare al miracolo in nessun campo, ma l’alto livello della produzione rende tutto più che buono. Il single player vi terrà impegnati per una decina di ore, qualcosa in più se vorrete dedicarvi a ottenere anche i collezionabili.
E’ possibile incrementare un po’ la longevità anche selezionando una difficoltà più elevata. A Normale ho trovato comunque il livello di sfida adeguato al pubblico di massa, è un gioco bilanciato piuttosto bene.
Call of Duty WWII ci mette contro i carri armati tedeschi
Call of Duty WWII conta ovviamente su un multiplayer completissimo, come da tradizione per la serie.
Saremo liberi di muoverci in terza persona con il nostro personaggio in un campo base che fa da hub. Qui potremo parlare con NPC, aprire i famigerati loot box, esercitare la nostra mira con le diverse armi eccetera. E’ uno spazio social, contiene contemporaneamente fino a un massimo di 48 giocatori.
Il nostro personaggio potrà far parte dell’Asse o degli Alleati. C’è un sistema di progressione molto profondo e ben strutturato, che parte dalla selezione di una divisione di appartenenza. Sarà a tutti gli effetti come scegliere una classe. Ogni divisione ha un tratto distintivo, e si sposa bene con un particolare tipo di gameplay.
Ci saranno quelle più versatili e pensate per i giocatori meno esperti, quelle specializzate con le armi pesanti, con lo stealth o con il combattimento dalla lunga distanza.
Il time to kill continua ad essere quello tipico, dunque piuttosto ridotto. Se qualcuno vi beccherà di spalle è probabile che vi spedirà – virtualmente – al creatore. Sparare per primi equivale spesso ad avere la meglio nello scontro. Salvo Parkinson. Il Parkinson esiste. E’ dentro ognuno di noi. Nei momenti peggiori.
E’ stata introdotta la modalità Guerra, molto carina, dove dovremo raggiungere certi obiettivi tratti da eventi storici, come ad esempio lo sbarco in Normandia. In pratica è un multiplayer competitivo contestualizzato, davvero ben fatto.
Call of Duty WWII dice no al colesterolo, sì a Nazi Zombi
In Call of Duty WWII tornano gli zombi, perché viviamo in un mondo in cui la gente vuole l’apocalisse zombi. Dato che le sperimentazioni di Kim Jong Un sono ancora ferme al nucleare dobbiamo accontentarci dei videogame.
E’ una modalità orda multiplayer cooperativa per quattro persone. Ha un po’ di storia, un sistema di progressione dedicato ma manca di reale tensione. Detto questo, è una delle parti del gioco che mi sono piaciute di più.
La storia è valida, c’è un sacco di azione e ci si diverte parecchio, in particolare giocando con gente che si conosce. Ci sono vari obiettivi, dovremo resistere alle ondate di non morti, attivare leve, difendere zone e rispettare robe a tempo che alimentano le nostre ansie.
Ci sono quattro classi tra cui scegliere, e a partire da livello 5 potremo anche personalizzare il personaggio. C’è di che divertirsi, la longevità è notevole, non si tratta di un semplice riempitivo.
Call of Duty WWII ci mostra i mirini di un tempo
Call of Duty WWII non teme la competizione di Battlefield 1, vuole competere nello stesso campo. Un vero scontro fra titani, con Call of Duty che vince nella Campagna e nella modalità Nazi Zombi, ma esce in definitiva sconfitto nel multiplayer. Attenzione, più per meriti di Battlefield che non per demeriti di CoD.
La campagna è varia, divertente, gode di investimenti ragguardevoli, è ricca di azione e offre una storia che si lascia seguire. Il multiplayer è ancora solido, le mappe hanno dimensioni ridotte che incrementano i ritmi, ma si sente parecchio la mancanza di scontri su vasta scala come invece avviene in Battlefield. C’è comunque un ottimo sistema di progressione, di certo vi terrà impegnati a lungo.
La modalità con i Nazi Zombi è infine uno degli elementi più riusciti dell’intera offerta. E’ divertente, frenetica e profonda. Se avete degli amici vi coinvolgerà a lungo, non c’è dubbio.