Astro Bot insegna: PlayStation corregge la rotta

Oggi parliamo di una notizia che arriva direttamente da Sony, una notizia che ha fatto piacere a molti, soprattutto agli amanti di Astro Bot. Il presidente Hiroki Totoki, durante una recente chiamata con gli investitori, ha parlato dei Game Awards 2024 e del fatto che Astro Bot abbia vinto il premio di Gioco dell’Anno. Non solo, ha menzionato anche Helldivers 2, sottolineando come entrambi i titoli abbiano ricevuto numerosi riconoscimenti. Questo è un segnale importante – ha dichiarato Totoki – sottolineando come Sony voglia concentrarsi proprio su queste due categorie specifiche: i giochi per famiglie, rappresentati da Astro Bot, e i live service, di cui Helldivers 2 è un esempio di successo.

Totoki ha chiarito che Sony intende espandere e investire in questi due generi. Da una parte, i giochi per famiglie, che lui definisce in modo generico senza entrare troppo nel dettaglio di platform o altri sottogeneri, e dall’altra, i live service, che ormai sono un pilastro per molte aziende del settore. Questo è interessante, perché sappiamo già che Sony ha avuto un rapporto complicato con i live service. Ricordate il disastro di Concord? E il fatto che, su 12 progetti annunciati, ben 9 siano stati cancellati? Beh, Totoki ha confermato che continueranno a investire in questo segmento, ma con un approccio più cauto e mirato. Non si parla più di 12 giochi in sviluppo, il che è già un passo avanti rispetto alla strategia precedente.

Ma la vera novità, secondo me, è l’attenzione ai cosiddetti “giochi per famiglie”. Questo è un cambio di rotta apprezzabilissimo, perché uno dei problemi della Sony moderna è proprio la dipendenza da produzioni ad altissimo budget. Pensate a titoli come God of War, The Last of Us o Horizon: sono tutti capolavori, ma richiedono investimenti enormi. Con giochi come Astro Bot o Sackboy, invece, i costi sono molto più contenuti. Questo permette a Sony di sperimentare di più, di dare spazio a sviluppatori giovani, a idee nuove e creative. E la creatività, per Sony, è fondamentale. Negli ultimi anni, il brand PlayStation si è concentrato principalmente su action-adventure in terza persona, con variazioni minime tra un titolo e l’altro. God of War ha il suo sistema di combattimento, The Last of Us introduce elementi horror, Horizon punta sul crafting e sull’open world, ma alla fine sono tutti giochi che seguono una formula consolidata. Con produzioni a budget più ridotto, invece, c’è la possibilità di innovare, di tornare a quel sperimentalismo che anni fa ci ha regalato titoli come Ape Escape, Gravity Rush e tanti altri.

E qui veniamo a Astro Bot, un gioco che, nonostante non abbia raggiunto numeri stratosferici, ha comunque ottenuto un successo significativo. Nelle prime nove settimane dal lancio, ha venduto 1,5 milioni di copie. Può sembrare un numero basso rispetto a colossi come God of War, ma per un platform a budget ridotto su PS5, è un risultato più che positivo. Anzi, in Europa, Astro Bot ha superato le performance di quasi tutti i platform 3D degli ultimi 10 anni, escludendo ovviamente i titoli di Super Mario. Questo è un dato che fa riflettere: dimostra che c’è ancora spazio per i platform, anche in un mercato dominato da giochi iperrealistici e ad altissimo budget.

Eppure, c’è un paradosso. Molti giocatori sembrano non apprezzare titoli come Astro Bot, preferendo invece produzioni più “serie” e realistiche. Forse è un problema di sensibilità: su console Nintendo, per esempio, i giocatori sono abituati a una grafica più cartoon e accettano volentieri giochi con uno stile visivo meno realistico. Su PC c’è una scena indie molto vivace, che spazia tra generi e stili diversi. Su PS5, invece, sembra che l’utenza sia più legata a quel realismo grafico che ormai è diventato uno standard. Ma questo non significa che giochi come Astro Bot non abbiano valore. Anzi, avere un catalogo variegato è fondamentale per attirare nuova utenza e offrire esperienze diverse.

E qui mi collego a un altro punto: Nintendo. Nintendo ha sempre avuto un catalogo estremamente vario, con action, JRPG, platform, puzzle e molto altro. Ma c’è una cosa che mi ha sempre fatto storcere il naso: la mancanza di titoli pensati per un pubblico adulto. Ok, ci sono state eccezioni, come Eternal Darkness su GameCube o Zelda: Twilight Princess, ma in generale Nintendo ha sempre puntato su un pubblico più ampio, spesso trascurando i giocatori più maturi. Sony, invece, ha avuto un approccio diverso: durante l’era di PlayStation 1 e PlayStation 2, il catalogo era estremamente variegato, con titoli per tutti i gusti. Da PlayStation 3 in poi, però, si è concentrata quasi esclusivamente su action-adventure in terza persona, perdendo un po’ di quella varietà che l’aveva caratterizzata in passato.

Ecco perché la notizia di un rinnovato interesse per i giochi per famiglie e per titoli come Astro Bot è così importante. Non si tratta solo di diversificare il catalogo, ma anche di tornare a quello sperimentalismo che ha reso Sony grande. Con budget più contenuti, i rischi sono minori e i profitti possono arrivare comunque, senza dover vendere necessariamente 10 milioni di copie.

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