anthem

Anthem perde direttori del progetto, ci si concentra su Dragon Age 4

Anthem sta ricevendo parecchia copertura da parte dei content creator fin dal suo lancio. Se inizialmente si era parlato di quanto il gioco fosse deludente rispetto alle promesse fatte in fase di marketing, adesso ci si concentra più sulla cattiva gestione di BioWare ed Electronic Arts. L’ultima novità riguarda i direttori del progetto, che sono stati allontanati dal team di Anthem per concentrarsi sullo sviluppo di Dragon Age 4, che al momento sembra essere la priorità assoluta per BioWare.
Ad aver cambiato incarico sono il produttore esecutivo Mark Darrah e il direttore di produzione Michael Gamble. Il direttore capo Jonathan Warner ha invece deciso di prendersi una vacanza per motivi personali (si sospetta stress causato proprio dallo sviluppo del gioco), ma dovrebbe ritornare sul progetto nel prossimo futuro. A dirigere i lavori su Anthem saranno adesso il capo della sezione live service Chad Robertson e il direttore di produzione Ben Irving.

Il fatto che BioWare stia dando precedenza a Dragon Age 4 non deve sorprendere. Dopo l’uscita di un videogame è prassi comune ridurre il numero di sviluppatori coinvolti nel progetto, anche quando si tratta di un live service come Anthem. Il nuovo team dovrà occuparsi di lavorare ai nuovi contenuti, correggendo nel contempo tutte le gravi mancanze del prodotto.
Qualche tempo fa abbiamo appreso che BioWare stesse cercando un nuovo lead designer per il sistema di loot del gioco, ad oggi l’elemento più deludente dell’intera produzione. Continuiamo a non capire per quale motivo lo sviluppatore si rifiuti di incrementare il drop rate dei leggendari, ma probabilmente avranno le loro ragioni.

Anthem passa in secondo piano, BioWare si concentra su Dragon Age 4

Dragon Age 4 è senza dubbio uno dei giochi più attesi nel portfolio di Electronic Arts. Il nome è sinonimo di qualità, esattamente come lo era quello di Mass Effect prima del lancio di Andromeda. Il nuovo Dragon Age dovrà vendere un certo numero di copie e ottenere risultati soddisfacenti per Electronic Arts, che sospettiamo non sia molto soddisfatta del recente operato di BioWare.
Da una parte abbiamo quindi Anthem, un progetto fallimentare sotto tutti i punti di vista, che ad oggi ha poche prospettive di raggiungere gli obiettivi di vendita. Per questo motivo è più sensato puntare su un prodotto non ancora uscito, quel Dragon Age 4 che ha un nome da difendere e che può ancora racimolare parecchio denaro. Essenzialmente Dragon Age è potenzialmente interessante dal punto di vista commerciale, mentre Anthem è paragonabile a un cadavere, un cadavere che comporta spese costanti di mantenimento e di sviluppo.

Se diamo un’occhiata ai numeri su Twitch appare evidente come i giocatori abbiano ormai perso quasi tutto l’interesse. Del resto era ovvio che sarebbe andata in questo modo, c’era da aspettarselo dopo 5 anni passati a cancellare il lavoro degli sviluppatori, ricominciando ogni volta da capo a causa di una cronica mancanza di idee. La situazione è quella che è, ma ci sono anche altri elementi da prendere in considerazione.

Anthem è praticamente morto su Twitch

Prima di tutto, BioWare sta ricadendo negli stessi errori commessi durante lo sviluppo del gioco. Cambiare i direttori significa anche cambiare la direzione del progetto. Si modificano le priorità, si decide che un elemento è più importante di un altro, si ridefiniscono le precedenze, si ricrea una strada da zero. Di solito la cosa migliore è avere una visione chiara, sapere dove si vuole andare, porsi degli obiettivi e raggiungerli, ascoltando il feedback della community.
In tutta franchezza non so quanto Anthem possa beneficiare di un nuovo cambiamento ai vertici. Penso che il gioco sia migliorato rispetto al lancio. Ci sono state ottimizzazioni tecniche, numerosi quality of life adjustments, è stata sviluppata una nuova roccaforte che sì, è inutile, ma è un contenuto aggiuntivo che potrà venire sfruttato in maniera più sensata una volta che si correggerà il discorso loot.

Paradossalmente sono proprio i loot ciò che mi lascia più speranze per questo cambio nella dirigenza. Una cosa che un po’ tutti abbiamo notato, è che fin dal momento del lancio BioWare si è rifiutata di ascoltare le richieste della community, che ha supplicato l’azienda di incrementare il drop rate dei leggendari per rendere il farming più sensato. I capi del progetto hanno deciso di assumere uno specialista in materia, è vero, ma nel frattempo non è stato fatto assolutamente nulla per trovare una soluzione temporanea e placare gli animi dei giocatori.

E’ molto improbabile che incrementare un drop rate possa avere conseguenze disastrose sul bilanciamento di un gioco o sulla ritenzione degli utenti. Di certo non sarebbe una soluzione definitiva al problema bilanciamento, ma senza dubbio aiuterebbe a metterci una pezza, per il momento. Magari i nuovi dirigenti saranno abbastanza intelligenti da accontentare la community, che sembra avere le idee molto più chiare rispetto agli stessi sviluppatori.

Anthem

I loot rimangono il principale problema di Anthem

E poi, onestamente, anche cambiando i leader del progetto, non credo che Anthem possa diventare molto peggio di quanto già non sia. Non credo che una nuova gestione possa in alcun modo rivelarsi più inadeguata di quella vista fino ad oggi.
Magari mi sbaglio, magari vedremo una sfilza di nuove micro transazioni, magari il team si concentrerà su elementi cosmetici e implementerà dei gloriosi loot box, ma in tutta franchezza non lo ritengo probabile.

Ciò che invece mi lascia più interdetto, è il fatto che BioWare stia decidendo di dare la priorità a Dragon Age 4. Come già detto capisco che da un punto di vista commerciale sia la cosa più sensata da fare. Solo che si sta trascurando un piccolo, semplicissimo elemento: noi Anthem lo abbiamo pagato.

Electronic Arts e BioWare si sono macchiati di pubblicità ingannevole, hanno promesso la luna ma ci hanno regalato un dildo d’acciaio, hanno mostrato video falsi, basati sul nulla, convincendo il pubblico, i “consumatori”, che quanto avevano per le mani era qualcosa di rivoluzionario. Hanno avuto il coraggio di vendere per buono un prodotto fallace, la pre-alpha di un gioco che non è neanche un decimo di quanto avrebbe dovuto essere. Non ci credete? Sappiate che Amazon rimborsa gli acquirenti di Anthem che indichino come motivazione per la restituzione la pubblicità ingannevole e il tentativo di frode da parte del publisher. E’ già successo negli Stati Uniti, ed è testimoniato su Reddit.

electronic arts ea azioni borsa anthem apex legends

Electronic Arts deve stare molto attenta alla rabbia dei consumatori

Il punto è che non puoi dare la priorità a un altro videogame, quando hai effettivamente rubato il denaro dei tuoi clienti. Quello che devi fare, cara BioWare/Electronic Arts, è finire quello che hai iniziato, meritarti i 60 euro che ti sei già intascata. Non domani, non fra un mese e nemmeno fra un anno, ma adesso. Poi, quando sarai soddisfatta di ciò che hai creato, quando saprai di aver mantenuto le tue promesse, allora potrai iniziare a lavorare su altro. Ma fino a quel momento tutta la tua forza lavoro deve restare concentrata su Anthem.
Se Electronic Arts ha dei legali in grado di svolgere il proprio lavoro saprà benissimo che ci sono i presupposti per una class action. L’azienda ha già stuzzicato l’interesse dei governi di mezzo mondo con il suo Star Wars Battlefront 2. E’ stato un momento storico per questa industria, un importantissimo punto di svolta che ha praticamente ucciso il mercato delle loot box.

Anthem è già uno scandalo, ma le voci dei giocatori si fermano attualmente ai forum, a Reddit, a YouTube. Può essere molto peggio di così, le cose possono degenerare all’improvviso, e penso che Electronic Arts non dovrebbe davvero sfidare la sorte in questo senso. Si parte magari da una petizione online, poi si solletica qualche studio legale e a quel punto un nuovo tracollo in Borsa diventa inevitabile.

BioWare sta rischiando il proprio futuro, Electronic Arts i propri soldi. Noi, sto giro, cerchiamo di far rispettare la nostra dignità.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *