Dopo le indiscrezioni degli ultimi tempi abbiamo adesso la conferma ufficiale: Anthem 2.0 si farà. A farcelo sapere è direttamente Casey Hudson, general manager di BioWare, con una dichiarazione che è una sorta di ammissione di colpa.
Come un po’ tutti sappiamo, il lancio di Anthem è stato disastroso per Electronic Arts. Il gioco ha venduto milioni di copie, è vero, ma i numeri sono stati comunque parecchio al di sotto delle aspettative, per la delusione degli azionisti e le inevitabili ripercussioni sul titolo in Borsa.
Milioni di dollari a parte, il gioco era molto lontano da quel capolavoro promesso da BioWare durante lo sviluppo. Electronic Arts ha comunque scelto di truffare i giocatori con marketing ingannevole, mostrando video pre-renderizzati di un videogame che non è mai esistito, promettendo cose belle e consegnando cose brutte. La condizione tecnica di Anthem al lancio era, per così dire, spiacevole. Menzioniamo, tra gli altri, tempi di caricamento superiori ai 5 minuti, un’ottimizzazione fatta con le ascelle, matchmaking rotto, crash costanti dei server, surriscaldamenti delle console fino al blocco del sistema, freeze improvvisi, impossibilità di modificare la risoluzione su PC e un bug che uccideva le vostre nonne nella vita vera.
BioWare è riuscita a risolvere alcune delle problematiche, migliorando la qualità generale del prodotto. Siamo però ancora molto lontani da ciò che era stato promesso e, per fortuna, Electronic Arts vuole aggiustare il tiro. Vediamo cosa ha detto il nostro amico Casey Hudson:
“Un anno fa ci preparavamo a lanciare Anthem – un gioco che rappresentava un grande salto in un nuovo territorio per noi, come studio di sviluppo. Dare al mondo qualcosa di nuovo e di diverso è stata un’esperienza esaltante e terrificante, e siamo grati a tutti i giocatori che ci hanno accompagnati in questo viaggio. Per noi è stato emozionante scoprire la creatività dei nostri giocatori nel disegnare Javelin personalizzati,”
Quest’uomo è un pazzo, mentre il gioco andava a picco guardava di che colore facevate le orecchie del vostro javelin. Notizia shock: coloravamo le unghie del coso perché non c’era molto altro da fare.
“…e guardarli divenire esperti nelle meccaniche di volo e di combattimento di Anthem. Sono molto orgoglioso del lavoro svolto dal team”
Ecco, io non so quanto questo possa essere vero. Non ci sono dubbi che tutte queste siano dichiarazioni da buon PR, e che dietro non ci sia per forza chissà quale verità. Il punto è che non c’è molto di cui essere fieri o orgogliosi. Senza ombra di dubbio i dipendenti hanno fatto ciò che gli è stato ordinato. Il problema sono proprio quegli ordini, che andavano in direzioni totalmente sbagliate. Poi è chiaro che dopo il lancio sia stata una corsa continua verso delle correzioni che non potevano arrivare. Il gioco era stato sviluppato male, in pochissimo tempo, con troppi cambi di gestione e di idee. Un incubo in cui i dipendenti sono stati confinati troppo a lungo, e dove probabilmente si trovano ancora adesso. Quindi no, Casey, non essere orgoglioso, perché non c’è motivo.
“…su questo gioco, e allo stesso tempo ci sono così tante cose che noi – e voi – avremmo voluto da esso.”
Sì, avremmo voluto che Anthem fosse un gioco funzionante, per esempio. O che magari non aveste mostrato dei video pre-renderizzati di un gioco inesistente alla manifestazione più importante dell’anno. Ci sarebbe piaciuto non venire truffati in pratica. Lo so, siamo viziati.
“Nel corso dell’ultimo anno, il team ha lavorato duramente per incrementare la stabilità, le performance e la qualità dell’esperienza, offrendo intanto tre stagioni di nuovi contenuti ed elementi di gioco. Abbiamo anche ascoltato i vostri feedback sul fatto che Anthem avesse bisogno di loot più soddisfacenti, una migliore progressione sul lungo periodo e un end game più gratificante. Quindi riconosciamo che c’è ancora tanto lavoro da fare nelle fondamenta, in maniera tale da esprimere il pieno potenziale dell’esperienza, e sarà necessario un sostanziale rifacimento, piuttosto che un update o un’espansione.”
Ecco, il fatto che questo venga riconosciuto è importante. Non si sta parlando di fix, ma di un sostanziale rifacimento. Dovrebbe essere quindi a tutti gli effetti quell’Anthem 2.0 di cui si parlava nelle indiscrezioni. Per quanto la dirigenza possa essere incompetente, non serve un genio per capire quando un gioco ha problemi colossali. BioWare ed EA sono pienamente consapevoli delle mancanze di Anthem, di certo non credono che sia un buon gioco. Con questa dichiarazione stanno ammettendo che deve essere rifatto. Ammettono che, partendo dalla situazione attuale, non sarebbe possibile sistemare le cose. Bisogna cambiare quindi il software alla base, in maniera radicale, riprogettare tutto. Bene così.
“Nei prossimi mesi ci concentreremo su una ri-progettazione dell’intera esperienza sul lungo termine, lavorando in maniera specifica per reinventare le meccaniche di base del gameplay con degli obiettivi chiari, motivando le sfide e la progressione con ricompense di valore. Al tempo stesso manterremo il divertimento del volo e del combattimento in una vasta ambientazione fantascientifica. Per fare tutto questo faremo qualcosa che avremmo voluto fare la prima volta, ovvero ci concentreremo sul gameplay, permettendo a un team dedicato di testare in modo approfondito il gioco.”
Sbagliato. Qui Hudson sta di nuovo facendo lavoro di PR. Da ciò che dice sembra che il problema sia stato la mancanza di tempo per il team di sviluppo. La verità è che il tempo c’è stato, solo che è stato gestito male. Quattro anni non sono pochi, sono più che sufficienti per sviluppare un videogame tripla A. Ma se cominci a licenziare direttori, a cancellare il lavoro svolto, a cambiare idea su cosa fare, o peggio ancora a non avere un’idea chiara sulla direzione da intraprendere, quattro anni sicuramente non ti bastano. Non te ne basterebbero nemmeno dieci.
Se non sai cosa vuoi fare e come vuoi farlo non è il tempo il tuo problema. Sei tu. La direzione deve essere pulita, limpida, chiara, decisa. Sempre. Poi ok, il team deve avere il tempo di provare il lavoro e assicurarsi che tutto vada bene, ma per prima cosa occorre sfruttare il tempo a disposizione in maniera intelligente.
“Nel frattempo continueremo a gestire la versione corrente di Anthem, ma elimineremo il sistema stagionale mentre il team si concentra sul futuro del gioco. Anthem continuerà a vivere con eventi, aggiornamenti dello store e con rivisitazioni dei vecchi contenuti stagionali e del cataclisma, a partire dal nostro anniversario, verso la fine del mese.”
Ecco, questo non deve sorprendere. Quando Square Enix chiuse la prima versione di Final Fantasy XIV lo fece per concentrare tutte le risorse sul suo rifacimento. Electronic Arts ha deciso di non spegnere i server di Anthem, permettendo alla (piccola) community di continuare a giocare, se lo desidera. Al tempo stesso concentra i lavori su questa sorta di reboot, mentre un piccolo team si occupa di aggiornare il gioco riciclando contenuti già sviluppati.
Personalmente credo sia una buona idea. Se il gioco deve essere rifatto non avrebbe senso continuare a investire tempo e risorse sulla build attuale. Molto meglio che lo staff dedichi anima e corpo al nuovo progetto. Con ogni probabilità i giocatori attuali non si sentiranno molto motivati a entrare ingame sapendo che i contenuti rimarranno quelli che sono. Al tempo stesso però, chiudere i server avrebbe peggiorato l’umore della community.
“Creare nuovi mondi è fondamentale per la mission del nostro studio di sviluppo, ma non è facile. A volte ci riusciamo, a volte no. Ciò che ci permette di andare avanti è il supporto di giocatori come voi. I vostri feedback ci guidano e ci indicano come possiamo migliorarci, e la vostra passione ci ispira con il coraggio di creare. Non vedo l’ora di lavorare insieme a voi, col vostro coinvolgimento e i vostri feedback, verso il miglior futuro possibile per Anthem.”
Ecco, questo è un chiedere scusa senza chiedere scusa, di nuovo un buon lavoro di PR. Dice che creare nuovi mondi sia fondamentale, che a volte ci riescono e a volte no. E’ chiaro che Anthem sia un “a volte no“. Quindi ok, sta ammettendo che BioWare ha floppato, hanno sbagliato il tiro. Non sta dando la colpa ad altri.
Dalle interviste di Kotaku noi sappiamo che il disastro fu causato in parte dalla mala gestione della stessa BioWare, in parte dalle imposizioni di Electronic Arts. Nella fattispecie, costringere il team a utilizzare Frostbite Engine è stato a dir poco deleterio. Il publisher vuole che i suoi videogame vengano sviluppati con lo stesso tool proprietario, nonostante questo non sia adatto a tutti i generi di gioco. Per Electronic Arts significa guadagni maggiori, non dovendo condividere gli introiti ad esempio con Epic Games per l’utilizzo del più versatile Unreal Engine.
Ma se il tuo motore grafico determina tutte queste difficoltà tecniche pre e post lancio, l’ostinazione diventa follia. Quindi o ci si assicura che il tool sia abbastanza malleabile e adattabile alle diverse esigenze, o se ne sviluppa uno nuovo, o semplicemente si dà una fetta della torta a chi i motori grafici sa farli bene. Perché è impossibile non preoccuparsi pensando a Dragon Age 4 e a quello che probabilmente sta succedendo dietro le quinte. Io capisco che a un’azienda interessi prima di tutto guadagnare, ma se il tuo gioco alla fine è una porcheria ti assicuro che non venderai quanto speri di vendere, e gli investitori non saranno contenti. Electronic Arts sta utilizzando una strategia controproducente.
Adesso si parla di Anthem 2.0, ma rimangono interrogativi importanti, che possiamo sintetizzare in “come” e “quando”.
Il nostro come è il modo in cui Electronic Arts voglia proporre la nuova versione del gioco. Perché è chiaro che nessuno sia più disposto a sborsare un centesimo, dopo aver già pagato 60 euro. Abbiamo speso i nostri soldi fidandoci della parola del publisher, ritrovandoci per le mani un prodotto molto diverso da quanto promesso.
EA e BioWare non possono vendere questo Anthem 2.0 a chi ha già acquistato l’originale, né proporre upgrade da 10 o 20 euro. Chi ha già comprato la prima edizione del gioco deve ricevere gratuitamente la seconda, non c’è altro che EA possa fare per sperare di farsi perdonare. Chiedere altro denaro sarebbe stupido e francamente offensivo. Su questo non si discute.
Altro elemento importante è il quando. Assumendo che i lavori siano partiti da almeno 6 mesi, è probabile che vedremo questo Anthem 2.0 non prima del 2021 inoltrato. In teoria BioWare potrebbe riutilizzare numerosi asset, in particolare gli elementi grafici e parte dei dungeon. C’è però un altro problema.
La fine del 2020 dovrebbe segnare il debutto della nuova generazione di console. Ciò significa che gli asset riutilizzabili non sarebbero in effetti moltissimi, e che numerosi elementi grafici dovrebbero venire aggiornati. Per fortuna il gioco è sempre stato esteticamente molto gradevole, quindi potrebbe essere sufficiente un incremento della risoluzione e del framerate, allineando il titolo su console alla controparte PC.
Questi sospetti derivano dal fatto che BioWare non abbia detto nulla riguardo una possibile finestra di lancio, il che lascia presagire che ci sia ancora tanto lavoro da fare. È probabile anche che il team voglia assicurarsi di avere per le mani un prodotto di qualità prima di fare annunci in merito, sapendo di non potersi permettere un ulteriore fallimento. Dopo Mass Effect Andromed ed Anthem, tante persone avevano parlato infatti di un rischio chiusura per lo sviluppatore. Di certo Electronic Arts avrà fatto molte pressioni, immaginiamo che il clima non sia esattamente disteso.
Per adesso aspettiamo, nella speranza che BioWare abbia imparato la lezione e che Electronic Arts gli lasci la libertà creativa di cui ha bisogno.
Vogliamo la remastered della trilogia di Mass Effect (fatta bene), magari in un bel cofanetto limited, altro che il rifacimento di Anthem.