Accolto dal caloroso entusiasmo di coloro che considerano Diablo 3 una delle più grandi delusioni (se non la più grande) in ambito aRPG e ricercano costantemente un valido sostituto, spaziando tra gli ottimi Torchlight 2, Path of Exile e The Incredible Adventures of Van Helsing, Grim Dawn sembra il prescelto ad essere designato come successore spirituale del secondo, amatissimo, capitolo dell’hack & slash di casa Blizzard.
A partire dal 2013, quando il team di sviluppo Crate Entertainment, utilizzando il motore grafico di Titan Quest, ha rilasciato il suo titolo in Early Access su Steam, esso ha subito un processo di evoluzione molto graduale ma costante e senza particolari lacune temporali negli aggiornamenti, fatto che lascia trasparire un impegno rilevante da parte del piccolo studio statunitense, composto da appena 8 elementi.
Adesso che i lavori sono quasi terminati abbiamo avuto modo di provarlo per una manciata d’ore addentrandoci nel primo atto e livellando il nostro personaggio quel tanto che basta a padroneggiare il combat system e scoprire le chicche del sistema di progressione.
Grim Dawn non si discosta troppo dai capolavori del genere action RPG ma si propone di raccoglierne i punti di forza per offrire una struttura intelligente ed intuitiva, che strizza comunque l’occhio agli amanti dell’old school e non manca di riservare gradite sorprese.
Se la creazione estetica del personaggio si limita alla scelta tra uomo e donna, la gestione di abilità, classi e statistiche è affidata totalmente alla discrezione del giocatore.
Si potrà infatti selezionare una classe di partenza non appena raggiunto il primo livello e un’altra a partire dal decimo, pur senza alcun obbligo, al fine di combinare le skill e creare specializzazioni uniche in grado di cambiare in toto l’approccio al combattimento anche dopo svariate run.
Sono presenti ben 25 abilità per classe a cui vanno a sommarsi gli speciali effetti di equipaggiamenti e potenziamenti, ottenibili attraverso il crafting sulla base di centinaia di ricette pregiate, oltre alla rielaborazione dello schema di bonus passivi visto in Path of Exile, qui chiamato Devotion e organizzato in un modo decisamente meno cervellotico.
Vista l’abbondanza di loot, ad un ratio alle volte eccessivo se rapportato alla ristrettezza dell’inventario, il rischio di trovarsi a corto di ferro, la valuta corrente, e di materiali non sussiste ma si è spesso costretti ad abbandonare oggetti nel corso della missione; niente di davvero problematico, ad ogni modo, vista la capacità del protagonista di far apparire portali di teletrasporto verso le zone visitate in precedenza, così da velocizzare notevolmente, peraltro, i rendezvous di numerose missioni.
Un’altra delle caratteristiche degne di nota è la notorietà, divisa tra le varie fazioni di mostri e umani, la quale permette di usufruire all’occorrenza tanto di benefici come sconti, equipaggiamenti esclusivi e missioni aggiuntive quanto di pericolosi agguati da parte di sicari mandati dai nemici.
Riuscitissima e convincente l’atmosfera, grim fino al midollo nel vero senso della parola, di gran lunga superiore a quella dei blasonati rivali sia per lo spiccato realismo di personaggi e ambientazioni sia per la cupissima ma splendida soundtrack metal/ambience.
Buono, infine, il supporto all’ispirata art direction da parte del motore grafico, stabilissimo a settaggi maxati persino in Early Access e capace di performance eccellenti su qualsiasi tipo di configurazione pur senza rinunciare ad un discreto livello di dettaglio.
Ci aspettiamo grandi cose da Grim Dawn, grandi a tal punto che potrebbe scalzare i mostri sacri dal podio e donare nuova linfa ad un genere così profondo da aver segnato la storia dei videogiochi ma oggi purtroppo confinato ai remoti meandri di Steam.
In ogni caso l’appuntamento con la release ufficiale e quindi con la nostra recensione è per Febbraio: fino ad allora, stay tuned!