Tra la caterva di videogiochi che ci vengono proposti ogni giorno, riconoscere qualcosa di veramente valido non è sempre facilissimo. Soprattutto per quanto riguarda il settore indie, esploso più in termini quantitativi che qualitativi. Fortunatamente capita di tanto in tanto qualche gradevole sorpresa. Ci riferiamo nella fattispecie a quei titoli underground dotati di grande estro creativo che riescono ad incuriosire giusto con un trailer o poco più.
Meglio ancora se parliamo poi di prodotti italiani, che purtroppo non ci capita spesso di provare. La nostra recensione odierna analizza Another Sight, dallo sviluppatore milanese Lunar Great Wall Studios.
Il team, in collaborazione con l’Istituto Ciechi di Milano, ha realizzato una vera e propria rappresentazione videoludica della cecità, inserita all’interno di un adventure in 2,5D con elementi puzzle. Cerchiamo di scoprire insieme tutte le attrattive (e i difetti) di questo singolare progetto 100% made in Italy.
Another Sight – Recensione
Data di uscita: 06/09/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €19.99
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Alla base di Another Sight c’è la storia travagliata di una ragazzina, Kit, e di un gatto di nome Hodge. Dopo aver misteriosamente perso la vista, la piccola si ritrova a vagare nei sotterranei della Londra vittoriana, dove risiedono personaggi storici e menti geniali del calibro di Tesla, Monet, Edison e Verne. I due protagonisti dovranno farsi strada per questo mondo nascosto, disseminato di pericoli, e cercare di tornare in superficie.
Già da questo incipit narrativo ispirato al fantasy di Neil Gaiman (autore, tra gli altri, di Coraline e Stardust) possiamo apprezzare la direzione creativa del titolo. È una storia intrisa di arcano e mistico, una sorta di versione dark di Alice nel Paese delle Meraviglie, in cui sia introspezione che eccentricità giocano un ruolo chiave. La trama ha i suoi punti deboli, impossibile negarlo, ma valutandola nel complesso insieme al concept originalissimo si riesce a delinearne un ritratto senz’altro soddisfacente. Si vede a occhio il tratto distintivo della penna di un autore italiano. E lo abbiamo particolarmente apprezzato.
Sfortunatamente questo fascino intrinseco si scontra con la legnosità del gameplay. Ma andiamo per ordine. Dal punto di vista meccanico Another Sight conta su una struttura a progressione lineare basata sulla risoluzione di enigmi. Nulla da ridire sui puzzle e sulle sezioni stealth e platform disseminate per i livelli. Nella stragrande maggioranza dei casi risultano intelligenti e interessanti, sfruttando al meglio la meccanica principale del gioco. Ci riferiamo alla possibilità di cambiare personaggio al volo per poter interagire in modi diversi con l’ambiente circostante.
Another Sight – Video Recensione
Kit è cieca e per proseguire ha bisogno dell’aiuto di Hodge. Nei panni della ragazza vedremo soltanto all’interno di un cerchio di luce fioca che la racchiude. Le manovre saranno limitate all’interazione con oggetti quali leve, pulsanti e scale. Con il gatto, invece, avremo una visione chiara e decisamente più mobilità. Potremo arrampicarci, saltare, scacciare via i topi e così via. Simpatico il fatto di potersi chiamare in modo reciproco per determinare la posizione altrui e, nel caso di Kit, aumentare leggermente il raggio percettivo.
Il problema risiede nella scarsa fluidità e reattività di movimenti e controlli. Non sempre si riesce a fare quel che si desidera, ad esempio aggrapparsi a una sporgenza o effettuare un salto lungo. Entrambi i personaggi si muovono in modo goffo e lento, rendendo l’esperienza a volte tediosa. Anche quando captiamo la soluzione di un enigma, ci vuole del tempo prima di poterlo effettivamente risolvere perché ogni nostra azione richiede più del dovuto. Un gameplay troppo compassato, dunque, sì coerente a livello tematico ma non piacevolissimo nell’atto pratico.
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Problemi di natura tecnica sono presenti anche nel comparto grafico, gradevole a una prima occhiata ma che non è possibile definire di corrente generazione. Texture e modelli non ci hanno certo fatto impazzire, nonostante a livello di illuminazione e post processing il lavoro sia stato egregio. Ci lamentiamo più che altro del lock a 60 fotogrammi al secondo, che a volte si trasformano in 30 per qualche strano motivo. Per quanto riguarda la colonna sonora, invece, solo elogi per un arrangiamento orchestrale capace di conferire un’incredibile atmosfera a svariate sezioni di gioco. Se fosse disponibile singolarmente la compreremmo di sicuro.
Accettabile
Per quanto ispirato e adorabile il concept, Another Sight soffre di alcuni difetti che gli tarpano le ali e gli impediscono di diventare la gemma indipendente italiana che ci auguravamo potesse essere. Il titolo ha qualche problema di troppo nei controlli e nel ritmo del gameplay, peccando anche un po’ nella finitura tecnica. Di contro, realizzazione artistica, narrativa e originalità gli conferiscono un fascino molto particolare che pochi altri adventure indie possiedono. Non male la longevità, che si attesta sulle 6 ore. Se avete tempo e voglia di supportare il made in Italy e siete disposti a soprassedere ai difetti, vi suggeriamo di dargli una chance.