Always Sometimes Monsters non è esattamente un videogame canonico. Alcuni lo fanno rientrare nel genere dei giochi di ruolo, altri in quello delle avventure grafiche. Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma in fondo non è nemmeno troppo importante trovare una categoria per il titolo in questione. Se cercate un gioco propriamente detto, Always Sometimes Monsters vi deluderà: le sessioni di gioco vero e proprio sono poco incisive, blande, non troppo gratificanti, riempitivi di una storia che a conti fatti è il vero perno di questa produzione. La storia, ma anche le nostre scelte.
Always Sometimes Monsters – Scelte normali di uomini normali
La particolare sequenza iniziale del gioco ci darà una notevole libertà nello scegliere chi vorremo essere nel corso del gioco. “Scegliere” sarà in effetti il tema centrale del gioco, che vuole appunto affrontare la libertà con cui gli esseri umani si relazionano alle contingenze della vita, la maniera di reagire alle sfide e ai drammi esistenziali che si pongono sul nostro cammino, la volontà o la mancata volontà di vivere, di rialzarsi, di farsi male o di curare le proprie ferite. Scelte importanti qualche volta, molto più spesso piccolezze, elementi piccoli di uomini piccoli che vivono una vita piccola. Eppure ogni cosa appare molto diversa quando viene vissuta dall’interno, molto più grande.
La storia di Always Sometimes Monsters è accattivante, sa catalizzare l’attenzione e si lascia seguire con molta naturalezza, a patto di avere una buona conoscenza della lingua inglese. I dialoghi rappresenteranno un buon 80% dell’intera avventura, dunque se siete tipi che prediligono l’azione e tendono a saltare le linee di testo potete automaticamente escludere questo prodotto dalla vostra lista della spesa.
Esattamente come produzioni in stile Dear Esther o Actual Sunlight, Always Sometimes Monsters è una sorta di storia interattiva, dove non ci verrà richiesto di fare nulla di particolare, se non seguire la splendida e terribilmente realistica sceneggiatura, operando delle scelte che avranno ripercussioni talvolta notevoli sull’andamento della vicenda. Di base è la storia della redenzione o dell’ossessione di un uomo, starà al giocatore deciderlo. Una decisione che non sarà nemmeno troppo palese, perché in fondo anche nella vita capita di muoversi in una direzione per trovarsi infine da tutt’altra parte. Always Sometimes Monsters riesce a comunicare questa imprevedibilità in maniera brutale, eppure a tratti raffinata.
Nei giorni di gioco a nostra diposizione potremo dedicarci a innumerevoli mansioni, come ad esempio il quotidiano tirare a campare di uno scrittore incapace di rispettare i tempi di consegna, il lavoro in una piantagione di marijuana di un uomo che non riesce a lasciare andare il proprio passato. Nelle nostre azioni quotidiane ci scontreremo con gli avvenimenti della quotidianeità, con i nostri amici e con i nostri nemici, immersi in argomenti come la dipendenza, l’amore, la fragilità, la fiducia, la depressione, la rabbia, la morte.
Always Sometimes Monsters è un lavoro ricco, che comunica i propri contenuti con un linguaggio elementare e da strada, attraverso personaggi strutturati su innumerevoli livelli, con i propri perché, le proprie frustrazioni e le proprie contraddizioni. Gli sceneggiatori hanno svolto un lavoro eccellente nel delineare dei caratteri coerenti con se stessi, che reagiranno in maniera più o meno prevedibile alle nostre libere decisioni.
Al nostro personaggio è stata lasciata una buona dose di libertà, ma dobbiamo ammettere che in alcune situazioni ci siamo sentiti stretti all’interno delle possibilità concesse dal gioco. In particolare dispiace che, una volta scelta una determinata impostazione all’interno di un dialogo, non si possa riaprire la stessa conversazione con l’interlocutore, aggiungendo o modificando il proprio punto di vista. Sarebbe stato interessante poter approfondire alcuni discorsi, o la conoscenza di determinati personaggi che, se da una parte restano di assoluto spessore, dall’altra avremmo voluto conoscere in maniera più approfondita o attraverso diverse prospettive. Fortunatamente esistono più slot di salvataggio, e i più pazienti avranno modo di testare le varie possibilità offerte dallo sviluppo della trama.
Proprio parlando di pazienza, non possiamo che apprezzare la longevità di questo piccolo titolo indipendente, che si fa forte di numerosi bivi narrativi, dipendenti dalla maniera in cui decideremo di affrontare la storia. La rigiocabilità non può che giovarne, e come già detto la presenza di più slot di salvataggio invita il giocatore a testare alcune opzioni alternative che magari ci avevano lasciato in dubbio nel corso di un dialogo.
Basandoci sulla nostra esperienza personale, ci sentiamo di consigliare al giocatore di operare delle scelte il più possibile coerenti con ciò che si ritiene giusto in ottica real life. Il gioco permette infatti un livello di immedesimazione elevato, che in molti casi offre degli spunti di riflessione stimolanti e graditissimi in un media del genere.
Se da una parte la sceneggiatura si rivela eccellente, non possiamo dire altrettanto dell’accompagnameno musicale, a volte fastidioso, in genere semplicemente scialbo, raramente piacevole. Lo stile grafico adottato è un 2D classico con visuale isometrica, che denota una certa economia in fase di sviluppo. Anche il design risulta assolutamente mediocre, senza fronzoli e palesemente messo in secondo piano rispetto al nodo centrale di questo prodotto, ovvero la narrazione vera e propria.
Difficile allora muovere delle critiche tecniche a un titolo che vuole in fondo solo far passare un messaggio, messaggio che arriva al giocatore in maniera chiara e nettissima, più simile ad un pugno allo stomaco che ad una parola sussurrata all’orecchio.
Conclusioni
Always Sometimes Monsters è un racconto rumoroso, un’opera tagliente e brutale, assolutamente sconsigliata a un pubblico adolescente o comunque giovane, ma caldamente raccomandato ai giocatori più anziani. Si affrontano tematiche pesanti, serie, si offrono spunti di riflessione e si stabilisce un contatto con il giocatore grazie ad una immedesimazione che per forza di cose si aggancia in modo quasi doloroso. E’ un’opera grezza, spartana nel linguaggio, diretta e crudissima, una miscela che funziona e che sa comunicare la piccolezza dell’uomo, il valore che attribuiamo alle nostre scelte quotidiane, la relatività della loro importanza, la casualità che governa ogni cosa. Always Sometimes Monsters schiaffeggia la presunzione umana di controllare le proprie vite.
+ Narrativa potente e brutale
+ Personaggi stratificati
+ Scelte e rigiocabilità alla base del gioco
– A volte avremmo gradito ulteriori possibilità di scelta
– Musiche migliorabili
– Manca supporto alla croce direzionale del pad
Valutazione 8/10