Sono passati ormai sei mesi dal lancio di Cyberpunk 2077 sul mercato, ed è il momento di fare il punto della situazione, con una aggiornamento sulla roadmap e sullo stato dei lavori. Il gioco continua a non essere davvero finito, con gli sviluppatori di CD Projekt Red che lavorano per continuare a correggere glitch e bug, in tanti casi piuttosto gravi. L’immagine della compagnia è stata compromessa in maniera irrimediabile agli occhi di gran parte della community, nonostante le rassicurazioni sul futuro, a cui non sono in tanti a credere. Difficile in effetti dare fiducia ad un’azienda che sembra aver mentito per anni, col solo intento di massimizzare i propri profitti, tralasciando la qualità del proprio lavoro.
Cyberpunk 2077 – Aggiornamento dopo 6 mesi
A giugno 2021, Cyberpunk 2077 è ancora assente dallo store digitale di PlayStation; i contenuti addizionali non sono ancora stati rilasciati, né tantomeno i DLC previsti dalla compagnia; una disarmante quantità di bug non è stata corretta, con innumerevoli crash e impossibilità di portare a termine più missioni; le performance del gioco continuano ad essere pessime sulle console della passata generazione, e l’ottimizzazione lascia a dir poco a desiderare anche su PC.
Nel frattempo, CD Projekt Red rassicura giocatori e investitori, rilasciando grafici che ci mostrano che la quantità di crash sta diminuendo. Ripetiamo per chiarezza: uno sviluppatore pubblica dei grafici, in cui fa vedere che la quantità di crash del suo gioco tripla A sta diminuendo. Quando hai nel tuo pedigree qualcosa come The Witcher, e ti ritrovi a celebrare una diminuzione dei crash, forse la situazione è un po’ sfuggita di mano.
Il grafico in questione non riporta però nessun numero reale. Quello che si capisce è che la quantità di crash si è dimezzata nel corso del tempo, ma non è dato sapere quanti siano in effetti questi crash. Potrebbe trattarsi di un 80% che si riduce a 40%, oppure di un 5% che si riduce a un 2,5%. Considerata la mancanza di riferimenti numerici è impossibile farsi un’idea della situazione, cosa che – naturalmente – CD Projekt Red sa molto bene. È chiaro che, anche in questo caso, si tratti di una mera operazione di contenimento dei danni, cercando di rigirare un’informazione in modo positivo, quando in realtà mancano elementi validi su cui discutere. Il grafico, così come la diminuzione dei crash, non hanno alcun valore, se non sappiamo di cosa stiamo parlando.
CD Projekt Red in cattive acque
CD Projekt Red ha inoltre tenuto la propria conference call con gli investitori riguardo il primo trimestre del 2021, e si è guardata bene dal dichiarare numeri precisi. Ciò che sappiamo con certezza è che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli introiti si sono ridotti di un colossale 65%. E in questo periodo, lo scorso anno, la compagnia non aveva nulla di rilevante sul mercato. Solo il solito The Witcher, insieme al solito GOG.
Nel frattempo, CD Projekt conferma che non sono state distribuite nuove copie fisiche di Cyberpunk 2077 ai negozi, essendoci ancora un grosso quantitativo di invenduto proposto in sconto. Tutte le copie fisiche attualmente presenti nei negozi sono state distribuite lo scorso anno, quando il gioco è stato lanciato. Le copie vendute invece nel primo trimestre 2021 vedono escluse per forza di cose la piattaforma digitale di PlayStation, limitandosi quindi a PC, Xbox One e – su numeri sostanzialmente inferiori – Google Stadia. Il totale delle vendite nel primo trimestre del 2021 è di 800.000 copie, contro 14,6 milioni di copie vendute a Dicembre, in 3 settimane.
Lo sviluppatore ha inoltre pubblicato una “nuova” roadmap in cui si rasenta il ridicolo. Lo sviluppatore non ha aggiunto alcuna informazione rispetto a quella già pubblicata, limitandosi a segnalare le patch già rilasciate e modificando leggermente la grafica dell’immagine. Esattamente come per la precedente roadmap mancano sia date, che semplici periodi di riferimento, che informazioni concrete sugli update, che dettagli sugli elementi del gioco oggetto di correzione e revisione. Di nuovo, si tratta di un “faremo cose”, in futuro. Quando, non è dato saperlo. Cosa, non è dato saperlo nemmeno. In pratica è un “portate pazienza”. In fondo sono passati appena 6 (sei!) mesi da quando Cyberpunk 2077 è stato lanciato sul mercato, siamo ancora in fase beta. O alpha, a seconda della percezione.
Teniamo presente che, dopo un simile lasso di tempo, The Witcher 3 poteva già contare su un DLC di altissimo livello, un’espansione con tutti i crismi del caso. E a quei tempi CD Projekt Red era una compagnia sensibilmente più piccola rispetto a quella odierna, che a quanto pare ha circa 300 dipendenti alle prese con Cyberpunk, in questo momento.
Non ci sono dubbi quindi sul fatto che lo sviluppatore sia molto indietro sulla tabella di marcia, e che allo stato attuale non avrebbe neanche molto senso rilasciare un DLC a pagamento. Cyberpunk 2077 non si trova in condizioni tali da poter chiedere altri soldi alla community, per buonsenso, ma anche per class action, anche per i problemi con il governo polacco. Correggere il disastro ha la priorità, ma non sembra che l’azienda stia proprio facendo i salti mortali. Non siamo programmatori, ma sorprende vedere dei modder che, da soli, aggiungono feature, correggono glitch, modificano il gioco e lo rendono più piacevole, mentre una dirigenza stra-pagata non sa che pesci prendere, continuando ad affidarsi ai PR e scavandosi la fossa con ogni giorno di ritardo.
Nel frattempo Yongyea chiede scusa alla community e mette in privato la propria recensione di Cyberpunk 2077, ammettendo di aver subìto un lavaggio del cervello e di non essere riuscito a mantenersi obiettivo durante la propria analisi. Noi siamo qui.