Nelle scorse ore c’è stato un gran parlare riguardo Destiny 2, e la possibile volontà di Bungie di indirizzare il gioco verso l’horror. Non tanto da trasformare il gioco in un vero e proprio horror, ma introducendo comunque degli elementi volti a generare suspense, un certo livello di tensione e addirittura di paura nel giocatore. Le discussioni sono iniziate dopo aver appreso che Peter Fabiano ha lasciato Capcom unendosi alle fila di Bungie, per l’appunto. Fabiano aveva lavorato come produttore al recente Resident Evil Village, ma anche ai remake di Resident Evil 2 e 3. Naturalmente “produttore” non significa anche “direttore”, ma è chiaro che la produzione abbia un ruolo non indifferente nel determinare la strada che un gioco deve percorrere durante lo sviluppo. Quando il produttore non è convinto di un prodotto può richiedere variazioni anche sostanziali.
In realtà non sappiamo per quale motivo Fabiano abbia lasciato Capcom, considerato tra l’altro il buon riscontro di vendita degli ultimi lavori Capcom. Quello che invece sappiamo è che Bungie ha già sperimentato nel genere horror proprio con Destiny 2, e prima ancora con il primo Destiny, come spiegato in maniera esauriente anche da Paul Tassi su YouTube. Questa volontà di impressionare il giocatore si è fatta chiara soprattutto con una dell’ultime attività da 3, ovvero Presagio. L’attività è ambientata su una nave abbandonata, dove l’ambientazione ricorda in tanti casi le atmosfere della saga di Alien. Ce ne accorgeremo fin dalla prima run, grazie alla presenza di tantissime zone buie, corridoi angusti pieni di angoli ciechi, mostri che appaiono all’improvviso ed elementi dello scenario che ben si sposano con un’impostazione horror.
In effetti, alcune delle creature disegnate da Bungie per Destiny 2 hanno uno stile che non sfigurerebbe in un horror vero e proprio. Possiamo pensare a molti rappresentanti dell’Alveare, su tutti gli Schiavi e gli Schiavi Maledetti. I Paramiti degli Infami, pronti ad esploderci addosso, sono invece i più raccapriccianti con cui ci confronteremo all’interno della nave di Presagio. Alcune sequenze, come quella nei condotti di aerazione o quella all’interno del compattatore, sono decisamente d’effetto, molto riuscite in termini di coinvolgimento.
È chiaro quindi che Bungie possa essere interessata a spingere in questa direzione, anche perché – se ci pensiamo bene – i contenuti horror o presunti tali aiutano ad alzare il tasso di adrenalina. Il designer in pratica può sfruttare l’elemento jump scare, o il semplice disgusto visivo per accompagnare il gameplay, che comunque deve rimanere di alto livello. Si tratta di uno strumento in più, che può avere senso usare, se le idee alla base sono valide.
Bisogna inoltre considerare che, anche da solo, l’horror vende, e vende molto bene. L’horror e le reazioni dei giocatori sono infatti uno degli elementi trainanti di tanti content creator, specie su Twitch e sulle altre piattaforme di streaming. Nel corso degli anni Destiny 2 è andato incontro a un calo nella propria popolarità fra gli streamer, perdendo visibilità in maniera pressoché costante. Una svolta verso l’horror da parte di Destiny 2 potrebbe essere tatticamente utile per generare nuovo interesse, o anche solo per incrementare un senso di varietà che purtroppo al momento continua a mancare.
Perfino Hello Games, gli sviluppatori di No Man’s Sky, si sono resi conto che elementi di questo tipo possono arricchire l’esperienza del giocatore, offrendo un punto di vista diverso e diversificando l’offerta per avere appeal su un pubblico variegato. Che lo si condivida o meno, bisogna ammettere che l’horror è dannatamente mainstream. Il mercato del cinema è un grande indicatore in questo senso: a dispetto della qualità, tante volte basta proporre un film che rientri nel genere per generare profitti al botteghino.
L’elemento horror può essere un’arma in più, che non deve assolutamente rimpiazzare l’importanza di un gameplay solido o la costanza nella creazione dei contenuti. Può aiutare, se utilizzato con intelligenza.