È improbabile che qualcuno possa sentirsi davvero sorpreso, ma Google ha annunciato ufficialmente di stare per chiudere la sua divisione Stadia Games & Entertainment. Si tratta di due team di sviluppo, che vedranno circa 150 dipendenti venire ricollocati in altri dipartimenti della compagnia. Jade Raymond, che era a capo della divisione, ha annunciato inoltre di aver lasciato Google. Ricordiamo che la Raymond ha una certa esperienza nel settore, vantando nel suo portfolio titoli di rilievo come Assassin’s Creed.
Google chiude Stadia Games & Entertainment
Questo comunicato non significa automaticamente che la piattaforma Google Stadia sia morta. Significa invece che Google non investirà altro denaro nello sviluppo di software esclusivo realizzato internamente. In pratica non verranno realizzati giochi first party per Stadia, che invece potrà affidarsi solo ai videogame degli altri publisher.
Nel comunicato stampa, Google sottolinea come non intenda abbandonare Stadia, ripete che crede ancora nel futuro del cloud gaming e della piattaforma. Phil Harrison, general manager di Stadia, ha dichiarato che supportare gli studi di sviluppo esterni sia il modo migliore per garantire il futuro della piattaforma sul lungo periodo.
Queste sono naturalmente le dichiarazioni ufficiali che si fanno in circostanze del genere, e che lasciano molto il tempo che trovano. Sia su Reddit che sui forum di discussione sono in tanti a vedere questo come un primo passo verso la morte della piattaforma. Il comunicato parla di Google Stadia Games & Entertainment, ci dice che non saranno sviluppati altri software first party esclusivi. Eppure, a pensarci bene, lo sviluppatore non ha ancora pubblicato, prodotto o neanche soltanto mostrato alcun videogame. Sapevamo solo dell’esistenza dello studio di sviluppo, ma in concreto non sappiamo cosa abbia fatto, nei suoi 15 mesi di vita.
Magari avranno lavorato a qualche esclusiva, magari avranno incontrato difficoltà nel management o problemi con il budget, difficile dirlo. Quello che sappiamo per certo è che in questi 15 mesi c’è stato il più totale silenzio. Lo scorso Novembre, durante le conferenze digitali del MEGAMIGS, il portfolio director di Stadia Games & Entertainment ha parlato dei progetti per il futuro, spiegando che erano alla ricerca di videogame da pubblicare sotto la nuova etichetta, videogame di qualunque genere e budget. Si faceva riferimento in particolare a giochi di ruolo previsti a partire dal 2023.
Amaro in bocca
A meno di 3 mesi di distanza c’è stato un dietrofront totale, ed è davvero difficile comprenderne il motivo. Non è mai stato un segreto che Google Stadia non fosse proprio diffusissima tra i giocatori, ma di recente aveva potuto contare su una certa notorietà grazie alle performance di Cyberpunk 2077, migliori rispetto alle altre console.
Considerati i budget a disposizione della compagnia resta molto amaro in bocca. Google non ha tentato infatti alcune delle strade auspicate dalla community, come l’offerta di un servizio sulla falsariga di Xbox Game Pass, eliminando la vendita diretta dei videogame. Ha inoltre iniziato la propria corsa in modo sbagliato, proponendo una sottoscrizione a Stadia Pro che non offriva contenuti interessanti, con titoli rilasciati sulle altre piattaforme parecchio tempo prima.
Essenzialmente a Google Stadia sono mancate proprio le esclusive, o perlomeno un servizio “all you can play”, come appunto quelli proposti da Microsoft e Sony. Ora sappiamo per certo che esclusive non ce ne saranno, e ci sono tanti dubbi sul futuro della piattaforma. Quanti giocatori vorranno ancora spendere 70€ e passa per comprare videogame su Stadia, sapendo che Google ha ridimensionato in questo modo i propri investimenti? È lecito avere dei dubbi, quando la stessa casa madre mostra di averne.
Tra l’altro consideriamo anche la storia di Google, che spesso e volentieri ha bloccato progetti o chiuso intere divisioni in maniera repentina. Non ci sorprenderemmo se la stessa sorte toccasse anche a Stadia in un futuro poco distante, purtroppo. Purtroppo perché avere concorrenza è sempre un bene, specie se si cerca di diversificare l’offerta rispetto a quanto proposto dagli altri competitor. Aspettiamo.