Interessante articolo quello apparso su Bloomberg, dove apprendiamo una sfilza di interessanti informazioni su Amazon Games, ad oggi ancora incapace di produrre un singolo videogame che possa essere definito tale. Oggi ne parliamo perché tanti studi di sviluppo, anche i più impensabili, dimostrano di incontrare enormi difficoltà nella produzione. Pensiamo a nomi come CD Projekt Red, certo, ma anche BioWare, Bungie, Bethesda, Square Enix e tanti altri. Come abbiamo avuto modo di vedere, nella stragrande maggioranza dei casi il problema non sono gli sviluppatori in sé, ma i dirigenti e i capi-progetto. A volte il lavoro viene organizzato male, a volte si punta solo a monetizzare, a volte manca una visione d’insieme, a volte si fanno promesse che non si riesce a mantenere, e a volte si vuole assecondare gli investitori più che i giocatori. E, a quanto pare, anche nel caso di Amazon il problema è la dirigenza.
Amazon Games e Mike Frazzini
Conosciamo quindi il signor Mike Frazzini, capo dell’intera sezione Amazon Games, che non ha mai avuto alcuna esperienza nel settore del gaming. Si tratta invece di un manager, uno che dovrebbe saper gestire le risorse, organizzare il lavoro. Il sig. Frazzini ha voluto spingere su videogame che non fossero originali di per sé, ma che invece si basassero sui successi degli altri editori. Questo è il motivo per cui Amazon Game Studios ha realizzato Crucible, basato naturalmente su Overwatch, poi prontamente rimosso dal mercato perché sviluppato con le dita dei piedi e poco interessante per i giocatori, a giudicare dai server vuoti. Cercando di cavalcare sul successo di Fortnite c’è stato un certo Intensity, progetto morto e sepolto; c’è stato Breakaway, il MOBA sulla falsariga di DOTA 2 e League of Legends, anch’esso morto prima di vedere la luce.
500 milioni bruciati ogni anno
Ridendo e scherzando, Bloomberg fa sapere che la divisione gaming costa ad Amazon circa 500 milioni di dollari l’anno. Attenzione, perché questi soldi sono quelli investiti – o per meglio dire bruciati – da Amazon Games. Non hanno quindi nulla a che vedere né con il servizio di gaming via cloud Amazon Luna, né con Twitch Gaming. Sono 500 milioni spesi nello sviluppo di videogame che non hanno mai visto la luce, da 8 anni a questa parte. E nonostante il team abbia potuto contare su personalità di rilievo come il direttore di Far Cry 2 o il designer di Portal, questo non è bastato a mettere una pezza sulle mancanze della dirigenza. Figuratevi che, di queste assunzioni “illustri”, solo John Smeadley continua a lavorare in Amazon. Tutti gli altri hanno preferito abbandonare lo sviluppatore, immaginiamo a causa della gestione.
Bloomberg ci fa sapere che il direttore di Amazon Games, Mike Frazzini, manchi di esperienza fino a risultare frustrante per gli sviluppatori stessi. Alcuni degli intervistati sostengono che Frazzini avrebbe difficoltà a capire la differenza tra immagini di gameplay e concept preparatori.
Attualmente Amazon Game Studios è al lavoro sul MMO del Signore degli Anelli, che dovrebbe aiutare nel marketing della serie TV di prossima uscita. Rimane in lavorazione anche New World, il MMORPG che sarebbe dovuto uscire ad agosto 2020, e che al momento è previsto per la prossima primavera. Naturalmente, considerata la storia recente di Amazon Games, non nutriamo molte speranze nei confronti di questi titoli. Come al solito ci limiteremo ad aspettare e vedere.
Ciò che resta interessante è come anche compagnie di questo tipo possano avere enormi difficoltà nel mandare avanti progetti che, evidentemente, diventano troppo dispersivi. Una miriade di studi di sviluppo indie riescono, passo dopo passo, a compiere progressi con i propri progetti, magari supportati dalla community, magari diretti solo dalle proprie visioni creative. Quando però entrano in gioco i milioni, la necessità di monetizzare il più possibile, il rientrare negli investimenti e tutto il resto, le regole delle mega corporazioni rischiano di affossare qualunque prodotto. Il risultato, nel caso specifico di Amazon Games, sono 500 milioni di dollari persi ogni anno, 4 miliardi di dollari, se moltiplichiamo per i suoi otto anni di vita. Un bel bucone.