La realtà virtuale continua a ritagliarsi spazio nel mondo dei videogame. I numeri non sono ancora mastodontici, ma la base installata continua ad aumentare. Tantissimi giocatori vorrebbero mettere le mani su un visore VR, ma ci sono ancora tanti dubbi. Se gli utenti PlayStation sono limitati dalla presenza di un solo visore VR – ovvero PSVR – su PC Windows le cose sono molto diverse. In questo caso l’offerta è infatti molto vasta, ed esiste un’ampia scelta di visori VR, da Oculus Quest a Valve Index alla Windows Mixed Reality di Microsoft.
In questa guida scopriremo i migliori visori VR per fascia di prezzo, valutando caratteristiche tecniche e performance. Ricordiamo infine che anche nel mondo della realtà virtuale esistono videogame esclusivi per ciascuna piattaforma. Facciamo intanto un po’ di chiarezza sulle caratteristiche tecniche da prendere in considerazione, per scegliere con cognizione di causa.
Visori VR: tecnologie di base
Come dicevamo, esistono dei parametri che è necessario valutare con attenzione prima dell’acquisto di un visore per realtà virtuale, che si tratti di un modello per PC, PS4 o PS5. È necessario avere almeno una conoscenza minima sull’argomento, in maniera tale da conoscere la basi che ci introdurranno al mondo della realtà virtuale. Gli elementi da prendere in considerazione riguardano in particolare la tecnologia alla base dei pannelli, la risoluzione e il refresh rate. Analizziamoli più in dettaglio.
Display LCD o OLED?
I pannelli dei visori VR possono essere basati su tecnologia LCD come Oculus Rift S o OLED come PSVR. Gli LCD sono più luminosi, hanno tempi di latenza di solito inferiori e offrono colori in genere più realistici. Di contro, gli OLED hanno una luminosità di punta inferiore, ma anche dei neri perfetti e un contrasto infinito. Ciò significa che su OLED si gioca meglio? Beh, non necessariamente. Gli OLED possono infatti avere dei tempi di risposta più elevati, che su un visore VR possono portare all’insorgere della nausea.
C’è anche da considerare la questione subpixel. Un display LCD può avere più subpixel rispetto a un OLED, dunque minimizzare l’effetto screen door. Questo è uno dei principali problemi della realtà virtuale, e avviene quando notiamo i bordi neri dei pixel mentre ci troviamo troppo vicini allo schermo. Con un visore VR saremo praticamente incollati al display, quindi è un problema diffuso. Lo si può evitare incrementando la risoluzione o utilizzando una struttura a più subpixel, come appunto in alcuni pannelli LCD. Oculus Quest 2, ad esempio, è un ottimo esempio tra i visori VR che utilizzano un pannello LCD ma con struttura RGB stripe, andando in pratica ad eliminare il problema screen door e incrementando la qualità percepita delle immagini.
Risoluzione: sui visori VR costa caro
Più è alta la risoluzione di uno schermo e più l’immagine sarà chiara e definita. Il problema è che, per funzionare, i videogame devono far lavorare la scheda video. Incrementando la risoluzione avrete bisogno di un PC da gaming più potente per gestire la grafica, oppure dovrete scendere a compromessi con filtri ed opzioni grafiche. Per ottenere l’esperienza migliore dovremmo quindi puntare alla massima risoluzione possibile sul visore VR e alla scheda video più veloce su PC. In realtà però dipenderà tutto dal vostro portafogli. Il vostro obiettivo sarà ottenere un’esperienza in realtà virtuale che sia il più possibile soddisfacente.
Nel caso di visori VR dotati di un processore dedicato invece, è bene assicurarsi che il SoC sia abbastanza performante da garantire durevolezza nel tempo. Esistono anche eccezioni ibride, dotate di un processore mobile ma capaci anche di connettersi a un PC Windows. Alcuni modelli di Oculus funzionano in questo modo.
Visore VR e Frequenza: come evitare la nausea
Come in un qualsiasi monitor gaming, la frequenza determina il framerate massimo di un gioco. Avere un monitor a 60 hertz significa quindi che non potremo giocare oltre i 60 fotogrammi al secondo. Questo si applica ovviamente anche ai visori VR per realtà virtuale, ma il discorso è un po’ più complesso.
Gli hertz indicano il numero di volte che il display disegna i contenuti dello schermo. Indossando un visore VR muoveremo continuamente sia il collo che la testa, con micro movimenti che dovranno essere riprodotti a schermo nella maniera il più possibile fedele. Se tale riproduzione non sarà accurata arriverà inevitabilmente la nausea. In parole povere ciò che vediamo deve combaciare con i movimenti del nostro corpo. Se i miei movimenti non vengono rappresentati in maniera accurata, il cervello non capirà cosa sta succedendo. Per questo motivo induce alla nausea e al vomito, nella speranza di eliminare una tossina o un veleno che potrebbe creare questa discrepanza tra occhi e movimento.
Come regola generale, si considerano 90 Hz (il valore, ad esempio, di PSVR) come valore minimo per avere un’esperienza in realtà virtuale priva di intoppi. Esistono comunque utenti che non hanno alcun problema anche a 60 hertz, come altri che non reggono nemmeno a 120 hertz. Ci sono poi persone che non notano differenze di alcun tipo fra 60, 80 o 90Hz, dunque dipende anche in questo caso dalla vostra sensibilità. Purtroppo non è possibile stabilire con certezza cosa vi serva per non star male: i visori VR vanno provati sulla propria pelle.
Visori VR: i migliori per fascia di prezzo
I visori VR qui di seguito sono i migliori attualmente presenti sul mercato. Ovviamente esistono tante altre proposte di produttori differenti, ma non le abbiamo ritenute abbastanza valide, per un motivo o per un altro. I modelli fuori produzione non sono stati presi in considerazione in questa lista, ma restano comunque reperibili sul mercato dell’usato. Vi consigliamo di farvi un giro per eBay se desiderate cercare qualche buon affare.
I visori per realtà virtuale verranno presi in esame partendo dal più economico e finendo col più costoso. Iniziamo dalla fascia bassa.
PlayStation VR – Realtà virtuale su console
Prezzo 299€ |
La proposta di Sony per la realtà virtuale di PS4 è PlayStation VR, o PSVR. È l’unica opzione per chi voglia questo genere di esperienza su console, dunque non possiamo fare gli schizzinosi. Si tratta di un visore VR entry level che, nonostante i 90 hertz, di solito riproduce videogame intorno ai 60 fotogrammi al secondo. Ciò significa che si potrebbero accusare disturbi di nausea, in quanto le condizioni di gioco non saranno ideali. Allineandosi ai passi avanti dei visori VR del panorama PC Windows, ci aspettiamo che Sony aggiorni la propria periferica per realtà virtuale nel ciclo vitale di PS5.
Uno dei principali vantaggi di PSVR è naturalmente il prezzo. Purtroppo, per il corretto funzionamento, sono però necessari anche altri dispositivi, ovvero PlayStation Camera e i Move controller. La prima si occupa di seguire alcuni punti di luce presenti sul visore. I Move fanno semplicemente da controller, anche in questo caso grazie al rilevamento delle luci. Non ci sono algoritmi complessi per l’approssimazione della posizione, dunque capita che il tracciamento venga perso. L’esperienza in realtà virtuale non è quindi fenomenale né priva di intoppi, specie se confrontata con quella dei visori VR presenti su PC. Considerato comunque il prezzo si tratta di performance adeguate.
Teniamo presente, infine, che l’ampia base installata ha portato molti sviluppatori a lavorare su PSVR. Ci sono quindi tanti giochi e più esclusive di rilievo, tra cui è giusto menzionare Astro Bot Rescue Mission, Bound, Ghost Giant, Batman: Arkham VR, Wipeout: Omega Collection e Firewall Zero Hour. C’è una buona varietà in termini di generi, e sono presenti più videogame multipiattaforma disponibili anche su PC.
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Oculus Quest 2 – Visore VR senza PC né cavi
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Tra i visori VR attualmente in commercio, Oculus Quest 2 è quello dotato del miglior rapporto qualità prezzo. È del tutto privo di cavi, funziona in maniera autonoma grazie al potente processore integrato, ma può anche essere interfacciato ad un PC Windows per giocare alla libreria presente su Steam.
Si affida ad un SoC Snapdragon XR2 di Qualcomm, assistito da 6GB di RAM e una ROM variabile tra 64 e 256GB. Il pannello è un deciso passo avanti rispetto alla precedente generazione, grazie all’adozione di un LCD con struttura RGB Stripe, che surclassa il vecchio OLED in qualità e performance. Il display lavora fino a 90 hertz, ma i giochi girano ancora a 72 frame al secondo, sarà necessario un aggiornamento software. La risoluzione è di poco inferiore a una 4K per occhio, cosa che determina un netto miglioramento nella definizione e un abbattimento pressoché totale del problema screen door.
Ciò che peggiora rispetto al modello precedente è invece la comodità, a causa di un sistema a strappo regolabile che abbiamo trovato piuttosto scomodo. Una volta trovata la posizione corretta e aver stretto tutto al punto giusto non ci sono comunque problemi di sorta, ed è possibile utilizzare il visore anche con occhiali da vista grazie a un piccolo distanziatore in plastica.
A parte l’ottima libreria di giochi presenti sullo store ufficiale Oculus, è possibile connettere Oculus Quest 2 al PC attraverso Oculus Link. Sarà sufficiente un cavo USB 3.0 o superiore, e potremo avere accesso ai nostri giochi VR su PC Windows. In questo caso c’è un po’ di latenza in più rispetto all’utilizzo stand alone, ma si riesce comunque a giocare bene con qualsiasi genere.
Poter sfruttare il gaming in realtà virtuale anche da PC rappresenta un vantaggio enorme per questo visore VR. Essenzialmente, anche quando il processore diventerà troppo vecchio per gestire una grafica di alto livello, potremo comunque collegare Oculus Quest 2 al nostro PC e sfruttare la potenza di calcolo della scheda video, senza alcun carico di lavoro sul visore stesso.
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Valve Index – Il Visore VR che non scende a compromessi
Prezzo 1.079€ Stand alone No Display LCD Risoluzione 2880 x 1600 Frequenza 144 Hz FoV 130° Variabile Giochi compatibili |
Se intendete fare sul serio con la realtà virtuale, Valve Index è la scelta obbligata tra i visori VR presenti sul mercato. Questo prodotto eclissa la concorrenza quasi su tutti i campi, ma è anche molto più costoso della media. In Italia si parla di un prezzo superiore ai 1.000 euro.
Avrete anche bisogno di un PC piuttosto performante se volete sfruttarlo appieno. La risoluzione è infatti una 1440 x 1600 per occhio, dunque raggiungere i 144 fotogrammi al secondo sarà possibile solo su PC da gaming di fascia alta.
Il display è di altissima qualità. I tempi di risposta estremamente bassi, uniti alla risoluzione e all’elevata frequenza del pannello sapranno soddisfare ogni palato. Valve Index è anche del tutto privo di effetto screen door, tipico dei visori per realtà virtuale più economici. Questo è possibile anche in virtù della tecnologia LCD, che permette un aumento nel numero dei subpixel rispetto agli OLED. Ovviamente non troveremo i neri perfetti di un pixel spento, ma a conti fatti l’esperienza risulta migliore.
Altro elemento interessante di Valve Index è il sistema di controllo, che rileva con una certa precisione anche i movimenti delle nostre dita, singolarmente. Starà agli sviluppatori decidere se utilizzare o meno questa feature, ma non dubitiamo che si aprirebbero molte strade interessanti in termini di interazione con il software. Valve ha dimostrato con Half-Life Alyx le possibilità di questa tecnologia, che è a dir poco interessante.
Unico elemento fastidioso di Valve Index è la presenza di due sensori addizionali che aiutano a tenere traccia dei movimenti. Incrementano la precisione, ma costringono ad avere un certo spazio nella stanza da dedicare alla realtà virtuale, come con HTC Vive.