In questi giorni i giocatori che bazzicano nel mondo di Anthem hanno ricevuto una nuova batosta da parte di BioWare. Chad Robertson, che dovrebbe essere ora il direttore del progetto, ha pubblicato un post sul blog ufficiale del gioco. Il titolo è “Cosa c’è nel futuro di Anthem“. E io, che sono una persona dalla mente semplice, se clicco su un link che si chiama “Cosa c’è nel futuro di Anthem”, mi aspetto di sapere cosa ci sia nel futuro di Anthem. Peccato che questo articolo non ne parli. Avrebbe tranquillamente potuto chiamare il post “Piedi pelosi e come conviverci”. Ma andiamo con ordine.
L’allegro Chad ringrazia i giocatori per l’incremento di interesse dimostrato durante il Cataclisma, che adesso volge al termine. E’ soddisfatto dell’incremento nel coinvolgimento, dice che questo riscontro da parte della community ha gratificato tutto il team di sviluppo eccetera eccetera. Sono tutte dichiarazioni standard, se lo desiderate potete leggerle in dettaglio dal link qui sopra.
Poi si arriva alla questione spinosa, ovvero il futuro di Anthem. Sembra che Electronic Arts non creda più di tanto nelle possibilità di successo del gioco, motivo per cui i piani di BioWare sono stati cancellati del tutto. Gli Atti di cui lo sviluppatore aveva parlato nel corso dei mesi rimarranno solo idee, e non verranno effettivamente implementati nel gioco.
Al loro posto arriveranno invece degli aggiornamenti stagionali e fix di vario genere. Secondo le dichiarazioni ufficiali, per supportare il gioco sul lungo periodo è necessario concentrarsi su un una fase di analisi e un rifacimento piuttosto impegnativo. Il team sarebbe già al lavoro, ma è necessario rinunciare ai piani iniziali.
Chad rassicura tutti, facendo sapere che ci sono già degli aggiornamenti stagionali in cantiere. Questi offriranno sfide e ricompense simili a quelle che abbiamo visto, e saranno basati su più temi “divertenti”. Ecco, credo che le parole scelte dallo sviluppatore non siano state forse le più intelligenti. La sua dichiarazione sembra un modo elegante per dire che ci saranno nuovi Cataclismi, ma con delle reskin a fare da ricompense. E non credo che questo sarebbe sufficiente per accontentare la community.
Ricordiamoci anche che nei piani iniziali di BioWare, Il Cataclisma avrebbe dovuto verificarsi più o meno una volta ogni tre mesi. Sarebbe quindi sensato se l’aggiornamento stagionale di cui si parla sia in effetti il Cataclisma stesso, accompagnato da qualche nuovo loot. Non possiamo esserne certi ovviamente, ma il dubbio c’è.
Essenzialmente Anthem sta mettendo in evidenza una delle principali problematiche dei live service, ovvero la totale imprevedibilità dell’offerta. Chi acquista un videogame di questo tipo lo fa prima di tutto per la longevità. O meglio, per la promessa di longevità. Questa è resa possibile sia dalla componente multiplayer, integrata in modo profondo nell’esperienza, sia dagli aggiornamenti con cui lo sviluppatore aggiunge carne al fuoco con cadenza regolare. I piani per i contenuti aggiuntivi vengono di solito anticipati dalle roadmap. È con queste promesse che gli sviluppatori riescono a convincere gli utenti a restare in giro, a dedicarsi all’endgame, a potenziarsi il più possibile nell’attesa del successivo aggiornamento.
Ma le roadmap, i piani per il futuro, i progetti, possono modificarsi. E possono venire anche cancellati. Electronic Arts non ha alcun interesse a perdere denaro in un videogame che non genera introiti e che è già stato un disastro commerciale. Pagare BioWare solo per recuperare un po’ di credibilità agli occhi dei consumatori non è importante. Comunque non quanto investire nel prossimo blockbuster milionario. In fondo EA non ha davvero nessuna immagine da difendere, è il vantaggio di essere la compagnia più disprezzata dell’industria dei videogame.
Sembra tra l’altro che lo sviluppatore continuerà ad utilizzare il test server per provare i nuovi contenuti prima dell’uscita finale. In questo modo potrà ottenere un po’ di feedback dalla community, esattamente come è avvenuto per il Cataclisma.
Il problema è che il test server è disponibile solo per gli utenti PC, ed è una limitazione da non sottovalutare. La maggior parte dei giocatori di Anthem si trova infatti su console, ed è paradossale che la parte più ampia della community non abbia voce in capitolo sui futuri aggiornamenti.
Consideriamo inoltre che il test server funge anche da valvola di sfogo per chi non ha più molto da fare nel gioco. Provare in anteprima le novità può essere un modo valido per distrarre dalle mancanze contenutistiche della produzione. Ma solo gli utenti PC avranno questo privilegio, a quanto pare.
In quadro quasi completamente nero c’è però un piccolissimo barlume di speranza. Qualche giorno fa Anthem è stato inserito in The Vault, con la versione base di Origin Access. Adesso è quindi possibile giocare anche al titolo BioWare sborsando quei 4 euro al mese (o 25€ all’anno), che al tempo stesso danno accesso a una batteria di titoli molto interessante.
Una mossa del genere da parte di Electronic Arts può essere letta senza troppe difficoltà. Il publisher non si aspetta di poter ricavare ancora molto denaro dalla vendita diretta del gioco. Anthem ha venduto ciò che ha potuto, adesso bisogna cercare di monetizzare in altri modi. Aggiungerlo nell’abbonamento base di Origin Access è un valore aggiunto interessante per il servizio della compagnia, che non ha ancora preso il volo come Xbox Game Pass. Considerato che Electronic Arts sta testando proprio in questi giorni il suo servizio di gaming in streaming (Project Atlas), è possibile che voglia provarle tutte per spingere gli utenti a sottoscrivere degli abbonamenti.
Di certo la presenza di Anthem su Origin Access significa che i server PC avranno dei giocatori in più. E’ improbabile che possa essere sufficiente per raggiungere numeri di rilievo, ma è comunque una nota positiva per la community che ancora resiste online. Avere gente in più significa infatti meno tempi morti e più compagni con cui affrontare l’endgame.
Va da sé che la ritenzione dei giocatori sarà l’elemento fondamentale. A BioWare non serve gente che provi il gioco per due settimane e poi passi ad altro. Servono invece degli utenti dedicati e che entrino nei meccanismi di farming e grinding. E per puntare a quel tipo di consumatori sono necessari sistemi di progressione validi e una pianificazione solida degli aggiornamenti.
A questo punto dipenderà molto anche da Electronic Arts e dalla sua volontà di continuare a finanziare il progetto. Per quanto il gioco sia migliorato, non possiamo certo dire che i problemi siano stati risolti. Certo, il farming è adesso meno frustrante. Ma non abbiamo ancora visto quel rifacimento del sistema di progressione di cui si è parlato a lungo. Ricordiamo infatti che BioWare ha assunto uno specialista che si occupasse di ricreare da zero il sistema dei loot e della progressione. Al momento però abbiamo solo visto un incremento del drop rate, nessuna comunicazione ufficiale riguardo cambiamenti profondi all’orizzonte.
Il grosso di BioWare è attualmente al lavoro su Dragon Age 4, Electronic Arts sembra aver tagliato i fondi e rinunciato a far soldi vendendo il gioco in maniera tradizionale, la roadmap è stata ufficialmente abbandonata in favore di update più piccoli che avverranno una volta ogni tre mesi, e il Cataclisma non ha esattamente ribaltato le sorti della produzione.
Anthem è migliorato tantissimo dal momento del lancio. Ma a questo punto sembra che Electronic Arts abbia deciso di lasciarlo sullo sfondo di un palco che ospiterà altri protagonisti.