Con Fade To Silence gli sviluppatori di Black Forest Games, conosciuti soprattutto per il delizioso platform Giana Sister, tentano la via del successo miscelando dinamiche survival con meccaniche da town building, elementi da puro RPG e influenze action nella gestione degli scontri. Aggiungete una gestione della lore e della narrazione che rimanda ai vari Souls e avrete una mezza idea di come il gioco sia stato strutturato.
Dopo un periodo di incubazione nell’Early Access di Steam, durato 2 anni circa, gli sviluppatori hanno saputo creare un mix esplosivo o il risultato finale lascia un po’ l’amaro in bocca? Scopriamolo insieme in questa recensione.
Fade To Silence – Recensione
Data di uscita: 30/04/2019
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, Xbox One
Lingua: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Polacco, Russo, Giapponese, Cinese semplificato
Prezzo di lancio: €39,99 (PC), €49,99 (console)
Il titolo si presenta con un’ambientazione affascinante: il mondo è caduto in un inverno perenne a seguito di un qualche evento catastrofico che ha portato l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Neve e ghiaccio ormai ricoprono qualsiasi cosa, rendendo difficile la sopravvivenza a causa delle temperature glaciali che si sono venute a creare. Tempeste di neve e tornadi colpiscono con violenza e imprevedibilità, rendendo il mondo un posto ancor più avverso. Come se non bastasse, esseri demoniaci imperversano per le strade e una grande massa – chiamata Eclisse – aleggia nel cielo minacciosa, scatenando corruzione e distruzione ovunque passi. L’atmosfera di Fade to Silence è coinvolgente, e la sensazione di trovarsi di fronte ad uno scenario ostile e duro c’è tutta. In più, il tono demoniaco e oscuro, quasi Lovecraftiano, che permea l’intera ambientazione, dona personalità al titolo.
Veniamo catapultati in questo mondo nei panni di Ash, che si risveglia all’interno di un cerchio mistico situato nel ventre di una montagna. Fin dal principio è chiaro come costui sia legato a doppio filo con un demone che pare essere responsabile di tutta la distruzione. Per qualche strano motivo, infatti, l’essere demoniaco risiede all’interno del corpo di Ash, uno dei misteri che sveleremo giocando. Dovremo inoltre capire perché il mondo sia caduto nelle sue mani.
Fade to Silence – Video recensione
Il demone osserverà e commenterà le nostre azioni mentre vagabondiamo per le lande desolate. Dato che vuole la nostra morte, sarà come essere accompagnati da un uccello del malaugurio. Non perderà occasione per sminuirci, schernirci o pronosticare la nostra fine ad ogni ostacolo che ci si parerà di fronte. Sicuramente una trovata originale, che non porta chissà quali benefici al gameplay, ma risulta efficace nel contesto del gioco.
Più interessante è la gestione del Game Over: dopo la morte potremo ricominciare all’interno del cerchio mistico dove ci siamo risvegliati per la prima volta. In base al livello di difficoltà selezionato, questo ciclo di morte e rinascita si comporterà in due modi ben distinti. La modalità Esplorazione assicura vite infinite, una difficoltà generale tarata verso il basso e l’assenza di fame e freddo. Come effetto collaterale, non avremo accesso all’albero delle abilità del protagonista e non potremo sbloccare achievements o trofei.
In modalità Sopravvivenza invece avremo un numero limitato di vite, terminate le quali scatta il permadeath. Nella malaugurata ipotesi in cui questo avvenga sarete costretti a ricominciare il gioco daccapo. Fortunatamente però non tutto è perduto, grazie al già citato albero delle abilità. Grazie a speciali frammenti sbloccheremo infatti dei benefici che rimarranno attivi anche in caso di permadeath, agevolando di fatto lo sforzo necessario per completare l’avventura.
In modalità Sopravvivenza, Fade to Silence non è per niente un gioco facile. La curva della difficoltà è molto ripida e potrebbe spaventare i giocatori meno pazienti. Dopo pochi minuti di gioco bisognerà fare i conti con un personaggio che dovrà combattere contro fame e freddo, non disporremo di alcuna risorsa. Il senso di smarrimento iniziale e il tempo necessario per entrare in confidenza con le meccaniche potrebbero portare ad una morte prematura, ancor prima di aver assimilato i rudimenti del gameplay.
L’elemento demoniaco o soprannaturale è sempre molto presente in Fade to Silence
Come se non bastasse, la natura avversa dello scenario glaciale e la presenza demoniaca peggiorano ulteriormente la situazione. Dove l’influsso demoniaco è più forte, il giocatore dovrà fare i conti con aree intrise di corruzione che rendono l’esplorazione più difficoltosa ed erodono la disponibilità di risorse naturali recuperabili. Una tempesta glaciale potrebbe sorprendervi da un momento all’altro oppure l’esigua quantità di materiale recuperabile potrebbe non essere sufficiente per placare fame e freddo.
L’individuazione di materie prime, come legna da ardere o radici commestibili, sarà un’operazione continua e indispensabile per sopravvivere, così come l’individuazione delle aree di caccia, boschive o di raccolta di minerali. Fin dal principio si dovrà ponderare bene quanto spingersi in esplorazione e quali risorse accumulare, in modo da ottimizzare i tempi e limitare freddo o fame. Selezionare i materiali giusti sarà determinante per creare in tempi brevi i primi armamenti e insediamenti, innalzando così le chances di sopravvivenza. Utilissima ai fini dell’esplorazione, la slitta, che velocizzerà i movimenti e garantirà slot aggiuntivi di stoccaggio dei materiali.
Fade to Silence ci spronerà continuamente a scoprire zone inesplorate per ricercare nuove aree ricche di materiali, e per riappropriarci di avamposti caduti in mano alle forze oscure che infestano il mondo.
Ripulire questi avamposti significherà ottenere ingenti quantità di materiali e i frammenti vitali utilizzabili nell’albero delle abilità. Espugnarne uno permetterà inoltre di rivelare la mappa del territorio relativo. Gli avamposti diverranno inoltre comodi punti di teletrasporto, utili a ridurre le tempistiche di spostamento nella mappa di gioco.
I Fade to Silence la slitta ci semplifica parecchio la vita
Una volta accumulate risorse sufficienti, sarà possibile iniziare a dare vita al proprio accampamento, posizionato proprio fuori dalla montagna iniziale. Avremo a disposizione una discreta gamma di costruzioni tra cui scegliere: si va dalle semplici capanne a edifici più complessi come l’opificio, il macello, la fucina, la falegnameria e via dicendo. Fortunatamente non saremo soli a gestire l’intero accampamento.
Durante l’esplorazione o raggiunti determinati obiettivi incontreremo alcuni comprimari. Ogni personaggio sarà caratterizzato da particolari skill e sarà naturalmente più portato all’esecuzione di una delle attività principali del gioco (cacciatore, boscaiolo, minerario, medico). Ciascuno di essi ha una storia personale che arricchirà il background del gioco e racconterà episodi con cui inquadreremo meglio il susseguirsi degli eventi. Queste pillole di storia si andranno a sommare a quelle elargite da Ash tramite i sogni e a quelle raccontate dal demone.
Seppur gli eventi che innescano l’incontro con questi NPC sono prestabiliti, l’ordine con cui essi vengono proposti nel gioco è abbastanza casuale. Ciò significa che ad ogni partita dovremo adattare lo sviluppo del villaggio, ottimizzandolo in base ai comprimari incontrati. Una volta che un comprimario si sarà unito a noi si potrà scegliere se tenerlo a lavorare all’interno del campo, mandarlo in spedizione a raccogliere materie prime oppure accompagnarci nell’esplorazione. Avere un comprimario a disposizione significherà inoltre sbloccare la modalità cooperativa online. Sarà infatti possibile far controllare il personaggio secondario ad un nostro amico online in modo da affrontare cooperativamente l’intera avventura. Il sistema drop-in-drop-out si rivela tutto sommato comodo e garantisce una fruibilità superiore alla modalità in single player.
La modalità Sopravvivenza ha una curva della difficoltà estremamente ripida
In singolo infatti, Fade to Silence risente di un IA molto claudicante. Sia che si parli dei comprimari o dei nemici, sotto questo punto di vista ci si poteva aspettare decisamente di meglio. I compagni rispondono quasi sempre in ritardo e fanno fatica a seguirci durante l’esplorazione. I nemici non sono in grado di adattare le loro tecniche di attacco allo stile di gioco del giocatore e caricano sempre a testa bassa, ripetendo lo stesso pattern di mosse. I combattimenti risultano così poco interessanti e talvolta noiosi.
Di certo non aiuta il sistema di combattimento ideato dagli sviluppatori. Fornire due tipi di attacco ed una barra di stamina che si svuota con rapidità ad ogni attacco, parata o schivata che si esegue, non crea automaticamente un soulslike. Anzi, in questo caso probabilmente lede il gameplay. Un esempio su tutti è l’Inseguitore: un nemico dalle fattezze canine che ci si catapulterà letteralmente addosso con velocità fulminea. Unica alternativa per sopravvivere? Beh, dopo essere riusciti ad inquadrarlo con l’approssimativo sistema di lock-in, schivare per 3 volte di seguito il suo attacco-teletrasporto e poi colpirlo un paio di volte, prima di ricominciare la danza. Certo tutto questo se si è riusciti a vedere in tempo il nemico, altrimenti si perirà con un paio di colpi. Incontrarlo a bordo della slitta significa quasi sicuramente morte certa, dato che il tempo per scendere dalla slitta, armarsi e schivare è di gran lunga superiore all’intervallo di tempo in cui l’essere scaglia i suoi infallibili attacchi.
Fade to Silence ha uno stile molto dark, cupo
Un altro aspetto che lascia molto a desiderare è come sono gestiti i dialoghi: i sottotitoli non sono riportati a fondo dello schermo ma inseriti in dei fumetti accanto ai personaggi parlanti. Fin qui nulla di male. Peccato che molto frequentemente i personaggi parlino al protagonista anche quando sono fuori dal suo campo visivo o mentre Ash è impegnato ad esplorare. L’effetto finale delude e avvalla ancor più l’ipotesi che il titolo, anche dopo 2 anni di Early Access, sia giunto sul mercato ancora incompleto e non sufficientemente rifinito. I problemi infatti non finiscono qua.
Bug e glitch di ogni tipo si riscontrano durante l’avventura. Tra corpi che spariscono, la UI che a volte non si attiva inibendo l’interazione con lo scenario, pop-up negli elementi dello scenario e una implementazione tragicomica della fisica (specialmente quella della slitta) Fade to Silence lascia l’amaro in bocca al giocatore.
Anche dal punto di vista prettamente grafico la situazione non migliora: nonostante l’utilizzo di Unreal Engine 4, i modelli poligonali dei personaggi e dei nemici sono solo poco più che sufficienti, con grosse pecche nella realizzazione di capelli e pellicce. Gli indovinati effetti grafici degli eventi atmosferici e della neve non bastano a nascondere una pochezza poligonale generale e texture poco definite.
Nonostante i suoi pregi, Fade to Silence non riesce a convincere del tutto
Anche lato ottimizzazione le cose non sono proprio il massimo. Se da un lato anche su un PC di 3-4 anni è possibile spingere abbastanza sul lato qualitativo, il rovescio della medaglia è che con impostazioni al massimo avremo frequenti fenomeni di pop-up e notevoli cali di framerate, durante gli spostamenti o contro i nemici più grossi. Anche riducendo la qualità grafica purtroppo la situazione non è idilliaca e si ripresentano, seppur con minore frequenza, situazioni in cui il gioco arranca e perde qua e là preziosissimi frame. Inoltre durante il mio provato sono incappato in alcuni freeze e crash del software.
Purtroppo la mia esperienza personale è stata in gran parte rovinata proprio da uno di questi freeze, che ha corrotto l’unico autosave disponibile. Ritrovarsi improvvisamente a dover ripetere una parte di gioco non ha aiutato a mitigare il senso di ripetitività che permea un po’ tutto il titolo. La ripetitività non è di per sé un grande difetto, dato che è un po’ intrinseco nel genere survival dover eseguire ciclicamente un set di azioni. Tuttavia, essere obbligati alla ripetizione da circostanze non desiderate spezza l’idillio che si può instaurare tra gioco e giocatore.
Accettabile
A conti fatti, Fade To Silence si può considerare come un’occasione sprecata. Forse mossi da troppa ambizione e forzati ad arrivare sul mercato prematuramente, gli sviluppatori non sono riusciti a confezionare un titolo curato e solido. Il sistema di combattimento è immaturo, le animazioni appena sufficienti e l’impianto grafico antiquato. I problemi nei dialoghi e i bug smorzano i toni e affievoliscono l’impianto estetico del gioco. Aggiungiamo anche una storia nella norma, forse fin troppo spezzettata in ricordi e frammenti sparsi nel gioco ed il risultato finale lascia parzialmente l’amaro in bocca. C’è da sottolineare che gli sviluppatori si stanno dimostrando molto ricettivi ai feedback della community, cercando di intervenire tempestivamente con bugfix e bilanciamenti al gameplay. Sarebbe stato lecito aspettarsi questi miglioramenti prima dell’arrivo sul mercato a prezzo pieno. Ora potrebbe essere troppo tardi e, al momento della recensione, Fade to Silence si può considerare al massimo sufficiente.
Pregi | Difetti |
|
|