devil may cry 5

Devil May Cry 5 vittima delle micro transazioni, Capcom come EA

Con l’aria che tira oggi nel mondo dei videogiochi è bene non farsi trascinare dall’hype e diffidare il più possibile delle campagne di marketing. E non vale solo per i soliti noti (EA, Take Two, Activision, etc.) ma anche per prodotti di software house relativamente insospettabili, vedi il tanto atteso Devil May Cry 5. Bisogna stare attenti, c’è poco altro da fare. Camminare con le mani a difesa dell’ano è diventato purtroppo un obbligo per il consumatore.

E se dai un dito al publisher di turno non passa un secondo che ti ritrovi senza un braccio. Triste dover iniziare con questi toni parlando di Capcom e Devil May Cry 5. Abbiamo spesso lodato la compagnia giapponese per l’ottimo lavoro svolto su Monster Hunter World e l’integrità dimostrata nel mantenimento della componente live service del titolo, privo di micro transazioni e gating monetari ai contenuti. Ora salta fuori che persino loro hanno deciso di unirsi al banchetto dei disonesti.

In Devil May Cry 5 sarà infatti possibile acquistare le sfere rosse, che serviranno a sbloccare nuove abilità e sviluppare il personaggio. L’informazione viene da un’intervista al direttore del gioco Hideaki Itsuno, che spiega e motiva a suo modo l’infelice aggiunta. “Permettere l’acquisto delle sfere è un’opzione in più che abbiamo voluto dare ai giocatori. Chi volesse risparmiare del tempo e sbloccare tutte le abilità in una volta è liberissimo di farlo. Anche se alla fine non penso sia necessario averle tutte, d’altronde ci sarà spazio per vari stili di gioco.”


Devil May Cry 5 incoraggerà all’acquisto di oggetti tramite micro transazioni

Rispondendo a una domanda sul bilanciamento della progressione, Itsuno continua: “Dal punto di vista del game design ci sono alcuni aspetti interessanti riguardo ai prezzi degli upgrade sbloccabili tramite le sfere rosse. In primis il basso costo delle skill ritenute basilari, in modo da incoraggiare gli utenti all’acquisto. Poi l’aumento sostanziale del prezzo in base al grado di abilità richiesta a padroneggiare quelle avanzate. Questo anche per dare il tempo di impararle a dovere nel frattempo che si risparmia per sbloccarne di nuove. In sostanza bisognerà decidere se mettere le sfere da parte o spenderle subito in abilità a basso costo.”

E’ assolutamente ovvio che, in questa situazione, la reazione più sana da parte del videogiocatore medio sia il facepalm, come potete apprezzare nella diapositiva qui sotto.

facepalm star trek picard devil may cry 5

Diapositiva di un facepalm a scopo esemplificativo

Dando una rapida occhiata a Google e documentandoci con degli ottimi tutorial, apprendiamo che un altro sistema di sfogo valido può essere la bestemmia dentro San Pietro, meglio se enunciata in concomitanza con un rutto a base di cipolle e pecorino sardo.

Itsuno, per quanto degno di stima, stavolta avrebbe fatto meglio a tacere, forse. Parlare seriamente di opzioni per i giocatori in stile Electronic Arts è una palese presa per il culo. Sarebbe stato opzionale inserire dei trucchi o dei modificatori della difficoltà e del guadagno di sfere, non applicare una tassa che sa di gioco mobile. Cioè, stiamo parlando di un tripla A venduto a prezzo pieno! E poi, Gesù podista, chi diavolo comprerebbe Devil May Cry 5 per sbloccare subito tutte le mosse e finirlo nel giro di qualche ora? Significherebbe privarsi di ogni soddisfazione.

Sarebbe un po’ come pagare per ottenere equipaggiamenti da end game in Monster Hunter World già all’inizio dell’avventura. Viene a mancare lo stesso scopo del gioco, il senso per cui si tiene in mano il controller. Senza contare che in Devil May Cry 5 si possono spendere soldi persino per resuscitare evitando il respawn al checkpoint precedente. Tanto vale usare il cheat engine a questo punto, no? L’effetto è lo stesso ma almeno evitate di sborsare 2€ per 300.000 sfere rosse come in DMC 4 Special Edition.


Il bilanciamento di Devil May Cry 5 viene modificato per invogliare alla spesa extra

Già, anche la riedizione del quarto capitolo aveva le micro transazioni. Tra l’altro erano state aggiunte retroattivamente, in maniera simile a quanto accaduto con la remaster di Call of Duty Modern Warfare. Meschino, a dir poco. Ma ehi, lo fanno tutti quindi è giustificato. Magari è quello che Capcom pensa realmente, e chissà se useranno lo stesso metodo di monetizzazione extra anche nel remake di Resident Evil 2. Probabile, a questo punto. Abbiamo imparato a non stupirci più di niente.

Qui comunque il problema non sono solo le micro transazioni in quanto tali. Possiamo sempre scegliere di non pagarle e giocare facendo finta che non esistano. La nostra preoccupazione riguarda il bilanciamento del sistema di progressione del gioco, sicuramente tarato per spingere i giocatori all’acquisto delle skill con soldi veri. Avevamo espresso dubbi simili su L’Ombra della Guerra e alla fine Monolith ci ha dato ragione ri-bilanciando completamente l’esperienza dopo aver rimosso le loot box. Il punto è che se inserisci roba di questo genere all’interno di un videogame non lo fai a caso ma ne modelli di conseguenza l’intera struttura.

Ciò significa nella fattispecie che il processo di acquisizione di sfere rosse in Devil May Cry 5 sarà indubbiamente più lungo e difficile del previsto appunto per spingere i giocatori verso la micro transazione, proprio come in Battlefront 2 e L’Ombra della Guerra. Non importa che Itsuno cerchi di rassicurarci con numeri che lasciano il tempo che trovano e parole vuote. Anche perché se ora i quantitativi di sfere ottenute non pagando rientrano nei limiti della normalità (almeno stando a chi ha provato le demo), la storia insegna che gli sviluppatori possono modificarli in un batter d’occhio prima del lancio. Inutile cercare scuse. Il sistema di progressione in un titolo con micro transazioni è compromesso.

devil may cry 5

Devil May Cry 5 è uno dei giochi che attendiamo di più, ma siamo anche molto preoccupati

Dispiace che un titolo da noi così atteso riesca a farci incazzare ancor prima di essere uscito. Ancora una volta assistiamo alla bastardizzazione dei videogiochi hardcore, che diventano mini-macchine da soldi degne di App Store e Google Play, con l’unica differenza data dal prezzo base. Non free to play ma fee to pay, ovvero pagare per pagare ancora. Del resto qui i soldi li caghiamo, cosa saranno mai 70€ di prezzo base? Bruscolini. Ma comunque, a prescindere dalla qualità finale di Devil May Cry 5 una cosa è certa: la scelta di Capcom è deleteria e non aiuta in alcun modo il gioco. Anzi, dà una ragione in più ai consumatori diffidenti e stufi di questo schifoso trend per non acquistarlo. Ottimo lavoro, non c’è che dire.

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